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Cronaca

Subiaco, nuovi particolari sull’allontanamento dei due bambini sul Monte Livata. Parla la Canestrari: un vero e proprio miracolo, ho fatto tutto il possibile per salvarli

A distanza di giorni dal ritrovamento dei due bimbi sulla montagna di Subiaco a Monte Livata (per la precisione nella parte denominata Fosso dei Morali nel comune di Vallepietra) emergono nuovi particolari sul ritrovamento (leggi qui la versione...

A distanza di giorni dal ritrovamento dei due bimbi sulla montagna di Subiaco a Monte Livata (per la precisione nella parte denominata Fosso dei Morali nel comune di Vallepietra) emergono nuovi particolari sul ritrovamento (leggi qui la versione uffficiale della protezione civile)

e sulla posizione della signora (madre di uno dei due piccoli) Alexia Canestrari (appena uscita dall'ospedale di Subiaco dove era stata ricoverata) che in un primo momento sembrava non avesse fatto tutto il possibile per salvare i due bambini rimasti per una notte da soli tra le montagne con temperature abbondantemente sotto lo zero.

I nuovi scenari emergono dalle parole della Canestrari e del comandante della stazione di Subiaco dei Carabinieri Alessio Falzone ai microfoni di sky tg 24. “I bambini(dimessi questa mattina dal Policlinico Gemelli ndr) stavano giocando con lo slittino vicino agli impianti, poi ad un punto ci siamo allontanati un po’ troppo. Non avevo l’attrezzatura e le scarpe adatte per la neve. Dopo un po’ di strada - ha aggiunto Alexia Canestrari - ho seguito le impronte di una signora anziana che ci aveva preceduto, ma alla fine di una salita ero troppo stanca e non ce la facevo più a portare i bambini con gli slittini. Ho deciso di lasciarli lì e proseguire da sola finché non trovassi qualche struttura. Poi ho saputo che eravamo sul percorso di pellegrinaggio della Santissima Trinità con le tracce rosse e bianche sugli alberi. Il percorso si faceva troppo difficile e i bambini per la stanchezza quasi si addormentavano ma non avevano più gli scarponcini ed i guanti. Quindi li ho lasciati sotto una roccia a forma ovoidale ed iniziavo a sentire le gambe congelate. Ho deciso, quindi, di continuare a muovermi perché altrimenti sarei potuta morire. Ho fatto la scelta drammatica di lasciarli lì, comunque al riparo, ed ho continuato da sola perché era passato troppo tempo. Ho trovato un fiume e mi sono buttata nell’acqua per seguire il suo corso finchè non ho trovato finalmente una macchina dei carabinieri che mi veniva incontro. A quel punto ho parlato con il comandate dei Carabinieri cercando di spiegare dove erano i bimbi cercando di orientarmi anche con le stelle in cielo, con il fiume e con lo slittino che avevo lasciato per strada. Avevo tra le altre cose anche il cellulare scarico perché ero scesa solo per fare la spesa e per giocare anche un po’ con i bambini. Non mi ritengo né una madre eroina e né un sprovveduta. Nel nostro caso c’è stato un vero e proprio miracolo, ho fatto tutto il possibile per salvare tutte e due i bambini (il figlio del mio compagno è come se fosse il mio). In un mondo in cui siamo abituati a vedere indifferenza intorno a noi c'è stata una grande immensa solidarietà di tutti coloro che si sono dati da fare per ritrovarci. Sono stati veramente fantastici. I Bambini li ho sentiti e sono, ovviamente, contenti. Loro l’hanno vissuta come se fosse stata un’avventura. Io ho atteso che atterrasse l’elicottero con i bambini prima di farmi ricoverare, ma a Subiaco la struttura ospedaliera con medici veramente fantastici è senza il reparto pediatrico e quindi sono stati portati a Roma tra le lacrime perché io non c’ero. Smentisco assolutamente che con noi ci fosse qualcuno, non c’era neanche un animale. Nessuna caccia al mostro ma solo una bella storia, per fortuna, a lieto fine grazie all’amore del prossimo”.

Il grande lavoro dei soccorritori è stato rimarcato dalla donna e sottolineato dal Comandante della stazione dei Carabinieri Alessio Falzone. “La signora con noi è stata sin da subito molto collaborativa e si è messa a disposizione completamente. Ci ha raccontato che mentre erano vicini agli impianti di risalita avevano deciso di fare una passeggiata per i boschi, ma ad un certo punto hanno perso l’orientamento e con il calare della notte vedevano le luci di una città ed hanno provato a raggiungerla ma i bambini erano troppo stanchi e non ce la facevano più a camminare. Ha deciso che per salvarsi l’unico modo era quello di lasciarli in una sorta di grotta e si è incamminata da sola cercando di lasciare dei segni, come i rami spezzati, lungo il suo cammino. Tracce che poi sono state importanti per delineare la zona della ricerca, dove poi effettivamente sono stati ritrovati i bambini”.

DF

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