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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Trevi nel Lazio

Suore “abusive”, la storia si arricchisce di nuovi particolari e di pericolosi precedenti

Le due donne di origini sud americane nonostante la lettera del Vescovo continuano a non voler lasciare l’abitazione di Trevi Nel Lazio. Nel 2008 furono protagoniste di un’altra brutta vicenda

Sono passati quasi venti giorni dalla lettera del Vescovo Loppa nella quale chiedeva al sacerdote Don Pierluigi Nardi di chiamare le forze dell’ordine per liberare la sala parrocchiale dove oramai da sei anni vivono senza nessun titolo le due “suore” del sud America, all’epoca fu don Alberto a farle insediare, ma ancora non è successo nulla. Nel senso che le due presunte religiose non ne vogliono sapere di lasciare l’alloggio dove si trovano da ben 6 anni e dal mese di luglio scorso sono senza luce ed acqua.

Una storia che dal nord Ciociaria in poco tempo è diventata virale e che è stata ripresa anche dai media nazionali delle grandi reti generaliste. Nei giorni scorsi il primo cittadino del paese montano insieme all’assistente sociale hanno fatto loro visita ed hanno potuto constatare lo stato di difficoltà in cui vivono le due donne che da qualche tempo sono diventate tre in quanto con loro vi è anche una signora anziana che è la madre di una delle due.

Il precedente di Gubbio

Spulciando in rete è venuto fuori che queste due donne non è la prima volta che si trovano in una situazione del genere e che anzi quattordici anni fa sono state protagoniste di un’altra triste storia che si è conclusa con il loro allontanamento e con una causa in tribunale.  

La vicenda di Gubbio nel 2008

Le due “suore” nel 2008 – come riporta il sito tuttoggi.info - entrarono da novizie, con l’intenzione di prendere i voti, al monastero “Buon Gesù” delle Clarisse Cappuccine Sacramentarie a Gubbio in Umbria. Le due, però, a causa dei loro comportamenti non proprio consoni furono addirittura giudicate dalla Curia come “non adeguate alla vita di clausura”, “non idonee” a intraprendere questa strada e persino considerate “pericolose per la vita religiosa” dal commissario pontificio.

Il caos nel Monastero, la denuncia della badessa

A conferma degli atteggiamenti inadatti tenuti a Gubbio c’è la denuncia presentata dalla badessa e da altre due consorelle (oggi archiviata), dove si legge che le due avrebbero instaurato un clima di terrore all’interno del convento. Si parla addirittura di richieste di massaggi rivolte alle consorelle dopo presunti tormenti causati dal demonio, minacce di morte e addirittura un tentativo di incendio per rendere più “realistica” la persecuzione del maligno.

La fuga delle finte suore e la controdenuncia

Dopo la “fuga” dal convento eugubino nel 2009 le due finte suore avevano denunciato a sua volta le ex “colleghe” eugubine, per il “clima persecutorio” di quest’ultime nei loro confronti, per accusarle di un presunto furto di gioielli (appartenuti alla colombiana) per un valore di 1 milione di euro e di incontri clandestini all’interno del Monastero. Tutte accuse che, alla fine, risultarono infondate e, pochi anni dopo, archiviate.

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