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Cronaca

Tor Bella Monaca, dopo un anno di battaglia riapre il centro antiviolenza

Dopo un anno di battaglia e 54mila firme raccolte, venerdì 20 febbraio il centro antiviolenza di Tor Bella Monaca ha riaperto in via Amico Aspertini 393.

Dopo un anno di battaglia e 54mila firme raccolte, venerdì 20 febbraio il centro antiviolenza di Tor Bella Monaca ha riaperto in via Amico Aspertini 393.

La struttura è stata intitolata all' argentina Marie Anne Erize, donna fortemente esposta in politica, che scomparve durante la "guerra sporca", che dal '76 al '79 vide la società civile opporsi ai militari capeggiati da Videla.

E’ giunto dall’Argentina il messaggio di sostegno al centro antiviolenza da parte della famiglia della giovane desaparecida uccisa e violentata dai carnefici del regime di Videla:"L’apertura di un centro di protezione delle donne contro la violenza costituisce, in primo luogo, un asilo fisico per loro ma anche un luogo di denuncia delle violenze che soffrono e che ancora non si conoscono a sufficienza e che tanto meno sono punite – si legge nel messaggio inviato dalla famiglia Erize – Per questo motivo, dare il nome di Marianne Erize a questo luogo ha una eco simbolica molto forte. Marianne fu vittima 40 anni fa della violenza politica, della quale uno dei volti fu la violenza sessuale che le inflissero I suoi torturatori e che molte donne soffrono nel mondo. Ci congratuliamo – conclude la nota – che la figura lottatrice di Marianne accompagni la vostra lotta”.

“Un messaggio commovente e toccante – ha sottolineato Stefania Catallo, presidente del centro antiviolenza di Tor Bella Monaca - letto all’atto dell’inaugurazione del centro da Diana Caggiano, argentina e da tanti anni nel nostro Paese, in rappresentanza del Grupo de Argen­ti­nos en Ita­lia por la memo­ria, ver­dad y justi­cia, che ha evidenziato come ancora oggi la violenza sessuale sia un aspetto particolare delle violenze contro I diritti umani che vengono perpetrate nel mondo.

"Siamo contente di portare avanti il messaggio che ha lasciato Marianne perché’ la sua figura e’ quella di una giovane che ha fatto della difesa dei diritti di tutti, e dei piu’ deboli soprattutto, una nobile ragione di vita. Per noi questo significa percorrere una strada tracciata da altri prima di noi con grande senso di responsabilita’ e di dedizione”.

“Il centro riapre grazie allo sforzo che abbiamo fatto dal territorio, ma bisogna ancora lavorare in modo solidale per sostenere la messa in opera. Ringraziamo il Presidente del Municipio per questo luogo, ma chiediamo anche un sostegno al Comune di Roma” ha dichiarato la giornalista Matilde Spadaro.

“Un ringraziamento speciale va a chi ha lottato per riaprire un centro così importante, perché il tema delle violenze sulle donne nel nostro Paese è troppo spesso trascurato” è intervenuto anche il giornalista Giampaolo Martinotti, che si è detto ben felice di collaborare alle attività proposte dal centro: “Oltre ai progetti culturali, dalle lezioni di giornalismo a quelle di letteratura e storia, non bisogna dimenticare il sostegno del centro attraverso il banco alimentare, quello dei vestiti usati, per dare alle persone un aiuto non solo psicologico ma materiale, al giorno d’oggi sempre più necessario”.

Stefania Catallo, presidente del centro, ha ringraziato tutti i presenti, in particolare i media che hanno portato avanti questa battaglia.

La vicenda:

Circa un anno fa il centro è stato improvvisamente costretto a chiudere. Era ospitato gratuitamente nei locali dell’Associazione “Sirio87”, associazione che è stata sfrattata dai locali in questione, determinando così la sospensione delle attività. Dal territorio sono iniziate le mobilitazioni per farlo riaprire, ma la questione è stata subito fortemente condivisa sul web.

Grazie alla petizione sulla piattaforma online change.org sono state raccolte 54mila firme. Dopo ben quattro lettere al Presidente della Repubblica Napolitano, le mobilitazioni della stampa, numerosi eventi, il centro ha finalmente riaperto nei locali in via Amico Aspertini.

Il sostegno alle donne vittime di violenza:

Presso il Centro di Supporto Psicologico Popolare, alle attività di ascolto sono affiancati gruppi di incontro gratuiti a cadenza settimanale. Un’attenzione particolare è quella riservata alle donne vittime di abuso. Queste vengono affiancate passo passo nella loro personale battaglia, attraverso la presenza di un avvocato penalista in patrocinio gratuito, la possibilità di essere accompagnate a rivolgersi alle forze dell’ordine o al pronto soccorso in caso di maltrattamenti. Il centro offre loro il giusto sostegno per il reinserimento sociale sia attraverso la formazione professionale (corsi d’informatica, italiano) che la Scuola Teatrale e la Compagnia Factotum, per affrontare i temi civili tramite la recitazione. I progetti futuri:

Sono tanti i progetti futuri, ma, la mancanza d’impianti di riscaldamento nella struttura è sintomo che c’è ancora molto da fare. Nonostante il grande lavoro dei volontari, serve un aiuto concreto per riavviare i servizi in maniera quanto più tempestiva. Proprio per questo sul portale change.org è stata aperta una nuova petizione per chiedere un finanziamento alle attività del centro.

di Marta Rossi

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