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Cronaca

Valmontone, nel cantiere della 167 appare uno striscione contro la costruzione della nuova costosa chiesa. A Gavignano contestato il Vescovo Apicella

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ALCUNI NOSTRI LETTORI: Con un gruppo di amici di buon mattino andiamo a passeggiare lungo le campagne limitrofe a Via della Pace. Stamattina però arrivati all’altezza del Cantiere della “167”, ci siamo imbattuti in uno...

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ALCUNI NOSTRI LETTORI: Con un gruppo di amici di buon mattino andiamo a passeggiare lungo le campagne limitrofe a Via della Pace. Stamattina però arrivati all’altezza del Cantiere della “167”, ci siamo imbattuti in uno striscione che invocava la contrarietà alla costruzione della Nuova Chiesa dal costo (voci di popolo: di ben 5 Mln di €uro), vista la situazione sociale drammatica dell’Italia in questo momento.

Da cristiani, inoltre volevamo ancora un volta, portare a conoscenza dei lettori la situazione che stà sconvolgendo una delle tre Parrocchie di Valmontone. Ricordiamo che da voci di popolo sull’area in questione “167”, si dovrà costruire la nuova Chiesa. Il problema fondamentale è il seguente: che il Mons. Vincenzo APICELLA Vescovo della Diocesi Velletri-Segni, vuole trasferire il Parroco Don Alberto Raviglia, dopo ben quaranta anni (40), dalla stessa Parrocchia di San Sebastiano Martire. Abbiamo poi incontrato sulla stessa strada, parrocchiani “FEDELI” alla Comunità di San Sebastiano Martire, i quali hanno riferito che la situazione è la seguente: Dopo la raccolta della firme, queste sono state consegnate nelle mani del Vescovo, che però si è mostrato poco sensibile alla quantità di firme, e soprattutto, irremovibile nella sua decisione. La Parrocchia Sebastiano Martire non si può definire affatto ricca, infatti la stessa è andata sempre avanti con le offerte dei Parrocchiani e SENZA alcun contributo da parte di Enti. Alcuni lavoretti ordinari ci sarebbero da fare, ma il Parroco pensa in primis a raccogliere soldi e cibo per la Caritas, per offrire ai bisognosi che vanno a chiedere da mangiare. A titolo di cronaca, parlando con le persone che abitano qui in zona, da sempre, abbiamo solamente ascoltato storie di vita vissuta che commuovono, anziani che raccontano aneddoti del passato all’interno di questa comunità parrocchiale. I bambini della comunità, molto legati al loro parroco, sono turbati e si sentono smarriti, quasi abbandonati da un padre che amano, scrivono delle letterine che sconcertano. È una persona umile, diventato una parte importante della Comunità e che dopo 40 anni non può venire meno senza giusta causa. Alcune persone di altre parrocchie ci hanno detto che per un prete è normale che venga trasferito, ma da ignoranti in materia ecclesiastica, si chiedono;Perché tutto questo accanimento verso un Parroco così umile, semplice, servo di Dio e della Chiesa, un Parroco senza portafoglio, perchè?

Trasferire un parroco di 65 anni, che ha vissuto tutta la vita in una comunità, postandosi in un’altra parrocchia dove dovrà ricominciare tutto, non mi sembra un bel gesto da parte di Sua Eminenza. Trasferire un parroco amato, che ha lavorato bene, che sta lavorando bene, che tutti apprezzano, non ha senso! Sconvolgere così un’intera comunità che conta ben 7500 fedeli, non è molto giusto!Nel portare questo disorientamento, il nostro Vescovo davanti ad una delegazione di 25 persone si è mostrato poco comprensivo dal punto di vista umano, sia nei confronti di un’intera comunità che si sente confusa e poco amata, sia nei confronti di un Uomo, che sì prete, che sì obbediente, ma pur sempre di 65 anni di età.

Al solo scopo di fargli capire il senso del nostro disagio, gli è stato prospettato anche il pericolo che tutte le 3000 persone che avevano firmato, forse, sentendosi non compresi, avrebbero potuto abbandonare la parrocchia e non venire più alla funzione religiosa.

Ci ha risposto: “a noi non ci doveva interessare dove sarebbe stato mandato Don Alberto, che al suo posto sarebbe venuto un altro prete, quindi per noi doveva essere lo stesso; e che se queste persone fossero andate via, non importava nulla, tanto la diocesi conta 130mila persone, 3mila in più o in meno non fa nulla!” Davanti ad una delegazione di 25 persone ha detto anche: “Cosa devo dimostrare??Cosa devo governare??!!??”

E alla richiesta perché non poteva restare tutto come è? ha risposto: “che non poteva farlo, non poteva accontentaci, oppure avrebbe scontentato qualcun altro”. Allora a questo punto ci si domanda chi fosse questo qualcun altro…

Devo dire che, ascoltando questi fatti e queste risposte, siamo rimasti senza parole!! Fermamente scettici che queste siano state risposte enunciate da un Pastore della Chiesa Cattolica, ma i Parrocchiani dicono che è stato così!! In noi la confusione è aumentata da quando stiamo seguendo la vicenda di Don Alberto Raviglia e pure la sensazione di non essere molto amati perché raccontiamo i fatti e le parole dette e raccontate dalla gente comune, pensando anche che il motivo vero e proprio sull’avvicendamento di un altro parroco, dicono che sia che il successore di Don Alberto sia un Parroco con portafoglio, per cui Ministro della Chiesa! PRECISAZIONE Oggi Don Alberto, trasferito nei giorni scorsi a Gavignano, ha detto la prima S. Messa nella quale c'è stata una dura contestazione al Vescovo Apicella da parte dei molti parrocchiani valmontonesi presenti in Chiesa e che non hanno preso per niente bene questo spostamento.
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