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Cronaca Paliano

Omicidio Willy, i dettagli della tragica notte dalla lettura della sentenza

Dal testo emerge la furia cieca dei ragazzi artenesi e c’è la descrizione del calcio mortale inflitto da Gabriele che potrebbe salvare il fratello Marco dall’ergastolo

Ci sono voluti quasi 90 giorni per poter leggere la sentenza emessa i primi giorni di luglio e che ha portato a quattro condanne per l’omicidio del giovane cuoco palianese Willy Monteiro Duarte avvenuto il 6 settembre del 2020 a Colleferro (Rm) in largo Oberdan.

Una sentenza che ha fatto giustizia, cosi come detto dai suoi amici e dai familiari,  per la morte del povero ragazzo di origine capoverdiane. Willy abitava con la sua famiglia a Paliano, nel nord della Ciociaria, in via dei Cappuccini a poca distanza dal parco pubblico che ora ha preso il suo nome dopo essere diventato medaglia d’oro al valor civile con tanto di cerimonia con il Presidente Mattarella.

Nel leggere le motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Frosinone si capisce perché si è arrivati all’ergastolo per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, a 23 anni Francesco Belleggia e 21 Mario Pincarelli.

Si parla esplicitamente di furia cieca e soprattutto del fatto che fino a poco prima dell’arrivo dei fratelli Bianchi con il loro Suv nero in Largo Oberdan la rissa era solo verbale. Si parla anche di un comportamento molto violento messo in atto dai quattro ragazzi artenesi.

"L'irruzione dei fratelli Bianchi sulla scena di una disputa sino ad allora solo verbale – si legge nella sentenza - e comunque in fase di spontanea risoluzione, fungeva da detonatore di una cieca furia. L'azione violenta, invero già in atto in quanto i due fratelli si erano fatti largo fra la folla a spintoni e manate – scrivono i giudici - a quel punto otteneva ulteriore impulso. I quattro si compattavano a falange ed avanzavano in modo sincrono, impattando contro il corpo del povero Willy che si era appena intromesso per capire cosa stesse accadendo".

La furia cieca

Dalla sentenza, inoltre, emerge uno dei particolari più importanti e sul quale farà leva la difesa dei Bianchi in Corte d’Appello. Ricordiamo che dopo la sentenza i due fratelli hanno cambiato strategia lasciando l’avvocato Pica e scegliendo due avvocati diversi.

Ovvero che il calcio mortale è stato dato materialmente da Gabriele, di conseguenza il fratello minore Marco spera in uno sconto di pena e di evitare l’ergastolo in maniera definitiva.

Il calcio mortale ed il volo di Willy sulla macchina parcheggiata

"…. Willy veniva colpito da Gabriele Bianchi con un violentissimo calcio frontale al petto portato con tecnica da arti marziali che lo sbatteva contro un'auto in sosta. Ed il tentativo del povero ragazzo di rialzarsi veniva respinto dapprima con un pugno del medesimo Gabriele Bianchi mentre il fratello con un calcio neutralizzava il tentativo del Cenciarelli di correre in aiuto di Willy e, poi, da calci e pugni inferti da tutti e quattro gli imputati, finanche mentre il ragazzo era inerme a terra; il tutto nel brevissimo volgere di pochi secondi. Quindi i quattro correvano via e salivano in auto dandosi a fuga precipitosa".

Sempre secondo i giudici di Frosinone Gabriele Bianchi "sapeva di sferrare contro il povero Willy un colpo che, in quanto vietato, era potenzialmente mortale. E, nonostante tale consapevolezza, egli lo sferrava con estrema violenza, posto che tutti hanno descritto quel calcio come potentissimo. In definitiva l'azione delittuosa principiava con un calcio frontale, portato con tecnica ad opera di un esperto di arti marziali, molto robusto, diretto contro un punto vitale del corpo umano con estrema violenza. E per di più contro un ragazzo esile come il povero Willy. Il calcio frontale al petto, inferto da Gabriele Bianchi sia ricorrendo a tecniche da arti marziali che consentono di caricare il colpo anche sfruttando come leva un cartello della segnaletica stradale, è inequivocabilmente indicativo del dolo omicidiario".

Dalla lettura attenta della sentenza emerge anche quanto già evidenziato nella varie udienze che si sono tenute nel tribunale di Frosinone ovvero il mancato “pentimento” dei due fratelli artenesi per il violento omicidio commesso.

"Nel negare con pervicacia (…) – si legge nella sentenza -di avere pestato a morte il povero Willy i fratelli Bianchi hanno dato prova di non aver compiuto alcuna revisione critica del loro operato che denoti l'inizio di un percorso di cambiamento e maturazione".

"Il pm ha inoltre versato in atti prove documentali che denotano una personalità dei due fratelli invero assai allarmante – scrivono i giudici - Vi è un video di Gabriele Bianchi inoltrata ad altra persona in cui lui, con estrema violenza, profferisce minacce con frasi anche del tipo ‘ti pio l'anima, ti tolgo la macchina’. Sui loro cellulari sono stati rinvenute immagini di animali in agonia, immagini nelle quali si fa riferimento a Scampia e si mima un colpo di pistola; altre foto li ritraggono armati e in parte travisati. In un post pubblicato dal titolare di un pub di Giulianello, emerge come essi siano entrati nel locale ed, in breve, abbiano determinato l'allontanamento di tutti i clienti, spaventati dal loro contegno, ed abbiano preso a minacciare il titolare".

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