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Frosinone, tracollo apicoltura siccità e gelate hanno inibito la fioritura

Poco miele di acacia, produzione millefiori  70%. effetti sul mercato? “qualità eccellente, ma prezzi più alti”

Poco miele di acacia, produzione millefiori 70%. effetti sul mercato? “qualità eccellente, ma prezzi più alti”

Frosinone non fa eccezione. Anche la Ciociaria, come il resto del Lazio, produrrà pochissimo miele. “L’apicoltura – dice Vinicio Savone, presidente provinciale Coldiretti – è tra i settori che più di altri, tra i tanti della galassia delle produzioni agricole locali, sconterà gli effetti della siccità e delle temperature bollenti con la colonnina di mercurio costantemente sopra i 40°. Le previsioni più attendibili indicano un crollo del 70% della produzione media”. “Sarà una disfatta, purtroppo, a tutto vantaggio del prodotto estero che invaderà il nostro mercato” ha detto Giuseppe Napoletano, agronomo della Coldiretti, intervenendo alla trasmissione Uno Mattina Estate. “I produttori ciociari che garantiscono ai loro clienti abituali un miele di altissima qualità – ha aggiunto Napoletano nella diretta Rai – faranno i conti con uno spaventoso tracollo dei redditi”. “La stagione è ormai compromessa, ora – commenta Pietro Greco, direttore provinciale Coldiretti – è opportuno aprire una riflessione sui cambiamenti climatici che condizionano le produzioni agricole anche a Frosinone e sulle contromisure necessarie alla difesa di una produzione di eccellenza vanto del Made in Italy”. Il periodo della raccolta è finito. In Ciociaria si è prodotto pochissimo miele di acacia, mentre la perdita della varietà millefiori si attesta tra il 70, anche 80%. La battuta d’arresto risulta uniforme su tutto il territorio provinciale, dal nord al sud. La siccità ha inciso molto. La fioritura, già compromessa dalle gelate di aprile, è stata ulteriormente inibita dalle alte temperature che, ad esempio, non hanno favorito la comparsa di erbe spontanee come la mentuccia e il trifoglietto. La mancanza di cibo e di acqua sono la causa principale della moria di api che abbiamo avuto a Frosinone come nel resto del Paese. Cosa cambia per i consumatori? Il miele italiano, garantito, tracciato lungo la filiera, costerà di più. Oggi quello di acacia si vende all’ingrosso a 10, anche 12 euro al chilo. Al banco costerà almeno tra 15 e 16 euro, quando invece lo scorso anno un chilo si trovava sugli scaffali a 10 euro. “La preoccupazione adesso – spiegano Tommaso Di Lauro di Roccasecca e Emanuele Ferrante di Arnara, apicoltori soci Coldiretti – è preparare le nostre api per aiutarle ad affrontare al meglio il periodo invernale, per loro particolarmente impegnativo”.

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