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Economia

Promuovere le reti d’impresa della cultura. C'è l'accordo tra Mibact e Confindustria

Firmato il patto per la diffusione delle Reti di Imprese che valorizzino il patrimonio culturale italiano

Recentemente e più precisamente il 9 Febbraio scorso è  firmata un’importante intesa tra il Ministero dei Beni delle attività culturali e del turismo e RetImpresa, Organo di Confindustria, con l’obiettivo di promuovere e diffondere lo strumento delle Reti di Imprese nel comparto della cultura, tutelando, conservando e valorizzando l’immenso patrimonio culturale italiano, ci informa Giorgio De Rossi.

Finalità dell’accordo

In questo modo si è innanzitutto voluto favorire e divulgare la cultura d’impresa come parte integrante del sistema culturale del nostro Paese; inoltre l’accordosi propone, da un lato, di diffondere la cultura del contratto di rete tramite un modello attraverso cui le imprese possono superare i limiti legati alla piccola dimensione e/o alla disponibilità di risorse; dall’altro,di sostenere la nascita di nuove reti di imprese nella filiera culturale e creativa. Altro punto importante dell’intesa è quello di agevolare la crescita complessiva del settore culturale con la formazione di nuove filiere per la condivisione della tecnologia e del know-how innovativo tra comparti industriali e professionalità scientifiche; non ultima, infine, la finalità di promuovere un riconoscimento di qualità ad opere di mecenatismo, di particolare merito e prestigio, attraverso la conoscenza dell’Art Bonus e  realizzate dalle reti di imprese  associate a Confindustria, dandone visibilità sul portale https://artbonus.gov.it.

Importanti apprezzamenti da parte del Mibact e della Confindustria

“Si tratta di un momento avanzato – ha commentato il Segretario Generale del Mibact Carla Di Francesco – e sempre più coinvolgente dell’ormai consolidata applicazione dell’Art Bonus a favore della conservazione, fruizione e valorizzazione dei Beni Culturali. Le azioni previste nell’Accordo favoriscono la crescita di consapevolezza del ruolo delle reti di imprese che tendono così a moltiplicare l’efficacia della loro azione per il patrimonio culturale italiano“.                               

Promuovere gli attrattori turistici del nostro paese

“Promuovere gli attrattori culturali e artistici nel nostro Paese attraverso la cooperazione e la condivisione di progetti ed iniziative significa in concreto fare reti d’impresa”, afferma Antonello Montante, Presidente del Gruppo Reti d’Impresa e RetImpresa di Confindustria”.“Con questo accordo – afferma Renzo Iorio, Presidente del Gruppo Tecnico Cultura e Sviluppo di Confindustria – abbiamo voluto dare uno strumento in più, in particolare alle pmi, per essere parte integrante e consapevole del sostegno concreto che l’impresa dà alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese”.

Modalità di attuazione dell’accordo

Ancora non è stato reso noto con quali strumenti il Ministero dei beni culturali e la Confindustria intendano sostenere la nascita delle nuove reti di imprese nella filiera culturale: se si farà ricorso ad incentivi mirati all’erogazione di aiuti finanziari diretti, o a finanziamenti agevolatie contributi a fondo perduto, oppure si utilizzerà la leva degli sgravi fiscali o il ricorso ai crediti di imposta.Inoltre, non sono stati resi noti i tempi entro i quali l’intesa potrà risultare concretamente operativa. Ci auguriamo comunque che l’emanazione del bando avvenga in tempi brevi e soprattutto si eviti di ripetere gli errori commessi nei precedenti avvisi pubblici con aiuti a pioggia, poco selettivi e concessi “erga omnes” a tutte le aggregazioni imprenditoriali, dalle reti di imprese a quelle cooperativistiche e consortili, passando per le associazioni temporanee di impresa. Ciò in quanto il Modello “Reti di Imprese”, di cui alla Legge n. 122/2010 e successive modificazioni, peraltro accettato dalla Commissione Europea e finanziato nell’attuale Programmazione 2014-2020,presenta regole e metodologie specifiche basate sull’innovazione e sulla competitività. Tale strumento aggregativo, costituito in forma contrattuale, è infatti elasticamente modellato in funzione delle diverse esigenze imprenditorialiche emergono durante un percorso in comune e si differenzia, nella sostanza, dalle altre tipologie aggregative dei Consorzi, delle Cooperative e delle A.T.I, le quali, al contrario, sono costrette a seguire le rigide regole del Codice Civile.

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