Ceccano, incontri musicali - Concerto n.5
A Ceccano presso il Castello dei Conti il 13 marzo alle ore 21 sarà la volta di "Incontri musicali - concerto n. 5".
"Alchimie per Violino e Pianoforte"
Duo Fiorini
Marco Fiorini, violino
Giordano Fiorini, pianoforte
INGRESSO GRATUITO
PROGRAMMA
L.v.Beethoven: Sonata "a Kreutzer"
C.Debussy: Sonata
M.Ravel: Tzigane
La parola sperimentale fornisce la comprensione di sé stessa, che non deve essere interpretato come una descrizione di un atto che può essere giudicato come successo o fallimento, ma semplicemente come un'azione di cui l'esito è sconosciuto" -John Cage-
Le parole formulate dal compositore statunitense nel 1961 sono utili a comprendere buona parte di quella che oggi definiamo “musica contemporanea“: figlia del secondo dopoguerra, essa fu portatrice di una sperimentazione diventata vero e proprio archetipo del mondo musicale, inducendo sempre più compositori a fare del rifiuto dello status quo l’oggetto principale del proprio lavoro o, addirittura, a distaccarsi totalmente da ogni sistema di riferimento del secolo precedente e dalle tecniche classiche di produzione del suono portando, nella musica colta, all’utilizzo dei primi sintetizzatori e dei nastri registrati in sostituzione dei comuni strumenti. La vera forza motrice di questo influsso compositivo fu musicale ma soprattutto sociale: in quest’epoca infatti, per la prima volta nella storia della musica, venne collettivamente accettata la sperimentazione come elemento fondante, se non necessario, del lavoro di un compositore conducendo a un universo culturale in cui molti dei nomi che hanno fatto la storia del ‘900 come Berio, Boulez e Stockhausen coincidono con quelli dei grandi esponenti della “musica sperimentale”. Questa emancipazione dell’“esperimento” sonoro plasmato in opera d’arte completa e autonoma rese anacronistico ogni giudizio estetico sull’operato del compositore, anzi, paradossalmente, più l’ascolto di un’opera si rivelava difficile e lontano dal gusto comune, maggiormente nobile era il risultato artistico raggiunto dall’autore. A tal proposito è esemplificativa la frase di Herbet Brün, pioniere della musica elettronica, il quale affermerà negli anni ’80 del secolo scorso che l’attività compositiva utile è quella fatta con il fine di “trovare quelle musiche che ancora non ci piacciono".
Questa premessa è fondamentale per orientarsi nel programma qui presentato: Beethoven, Debussy e Ravel si dimostrano con questi brani tre grandi sperimentatori ante litteram, soprattutto se paragoniamo questi lavori con quelli dei loro contemporanei, attraverso i quali mostrano la volontà di espandere i propri orizzonti avendo come limite soltanto i mezzi tecnici, musicali, e soprattutto sociali, delle epoche e dei contesti in cui vissero e operarono. In questo senso le due Sonate e la Tzigane possono essere paragonate a delle “alchimie” musicali: tentativi isolati e individuali, di indagare nuove possibilità e nuove unioni della materia (nel nostro caso sonora), senza la guida di una paradigma già avviato in tale direzione e piuttosto avendo come faro guida unicamente la propria curiosità e la propria esperienza di crescita personale o meglio il processo di liberazione spirituale, caratteristica quest’ultima che si attribuiva da sempre alle pratiche alchemiche, caricandole di connotati mistici e soteriologici oltre che filosofici e metafisici. È dunque nella loro forte valenza innovativa e sperimentale che si vuole evidenziare le tre opere: passate alla storia come importanti banchi di prova per ogni violinista, la loro genesi venne stimolata dalla conoscenza e dall’ascolto di grandi virtuosi dello strumento da parte dei compositori, invogliandoli a cercare soluzioni dalla grande difficoltà tecnico-interpretativa, caratteristiche che col tempo le hanno portate ad occupare un posto fisso nelle sale da concerto fino a suonarci oggi come dei grandi classici, esempi geniali di un modo di concepire la musica ormai scomparso. Senza dubbio ogni composizione è stilisticamente figlia dell’epoca in cui è stata creata e i nostri tre esempi non fanno eccezione; tuttavia uno sguardo più approfondito può rivelare tutta la loro originalità ed eccentricità, che per un ascoltatore odierno è appannata dal tempo e dal ‘900 ma che ai contemporanei fu più evidente che mai.