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Cultura Arnara

Arnara 2030 Summer Experience: gli studenti del politecnico di Vienna tra presente e futuro

Ponti che collegano ciò che è stato e ciò che sarà, che non voglio spezzare confini ma valicarli e fonderli, per un borgo - oramai - internazionale.

Venerdì, 2 giugno, si è tenuto l’evento conclusivo della seconda edizione di Arnara 2030 Summer Experience. In questa occasione i dieci studenti arrivati nel borgo ciociaro lo scorso 22 maggio hanno presentato i loro progetti volti alla valorizzazione del patrimonio artistico - architettonico locale. 

Un progetto, quello di Arnara 2030, avviato nell'estate 2022 anno per rispondere al bando Borghi del Ministero della Cultura e che fa capo alla figura di uno dei primi antesignani, in Europa, dell’astrattismo: Arturo Ciacelli. Originario del borgo ciociaro, Filippo Tommaso Marinetti  disse di lui:

“L'astrazione assoluta lo divorò: con virilità italiana portò sulla tela spesso annebbiata di spiritualismi nichilisti, un balzante ottimismo triangolato e una fierezza della forza fisica da cui logicamente dovevano scaturire le fantasie calde sue attuali”.

Presenti nella sala Polivalente di Arnara il sindaco della città, Massimo Fiori, il vicesindaco Diego Cecconi, il presidente dell’associazione culturale Indiegesta, Alessandro Ciotoli, il professor Wolfgang Feyferlik del politecnico di Vienna e gli architetti Luigi Compagnone e Claudius Pratsch, del coordinamento del Piano Sviluppo Arnara 2030. 

Arnara 2030 - Se puoi immaginarlo, puoi farlo

Un paese composto da poco più di 2.000 anime si è svelato essere internazionale oltre ogni limite linguistico e sociale. I dieci studenti ospiti si sono immedesimati in ogni suo scorcio, arteria, fino a diventarne parte. I loro progetti hanno saputo raccontare ciò che gli abitanti del borgo vivono quotidianamente. Come “alieni amichevoli” hanno pensato e progettato nuovi ponti. Ponti capaci di raggiungere parti prima sconosciute (Philippe). 

Hanno afferrato il concreto. “C’è un oggetto ricorrente nelle piazze e nei vicoli d’Arnara: una sedia di plastica bianca”, scrive Sonia. Su questa ruota il suo progetto, sull’atto sociale ma anche contemplativo che accompagna questo oggetto. Una sedia che aspetta, una sedia che intrattiene o che, semplicemente, condivide.

“Vorrei che il padiglione fosse un ombrello pubblico che possa contenere tutti al suo interno e che porti la stessa calma e morbidezza che ha portato a me”, continua Evangelia, ricordando il suo primo incontro con questo piccolo, immenso, borgo. 

Arnara ha acquisito - per ora solo su carta - immense, nuove, forme interpretative come i cavi sospesi che si estendono su piazza Castello (Vincent) o la sinuosa rampa che abbraccia Piazza Nuova e Piazza Ezio Copogna (Bernadette). Si può immaginare un futuro che non prescinda dal passato, come quello immaginato da Michael in cui Arnara può essere pura avanguardia senza perdere il riferimento con gli elementi che definiscono il sito. 

E ancora, Arnara si è mostrata a gli occhi dei suoi ospiti come una vera comunità inclusiva, indi per cui un altro studente, Yoan, ha pensato a Pathways to Unity: non solo una struttura fisica, ma un ponte metaforico che collega persone provenienti da contesti diversi e facilita lo scambio di idee, storie ed esperienze. Spazi che si aprono permettendo l’intrusione dello straniero (Ellie) o che lasciano semplicemente spazio ai mille panorami che la circondano (Lukas). 

Ognuno con il suo singolare obiettivo, hanno cercato di rendere questo borgo un luogo d’intimità, ma anche di condivisone, in cui possono coesistere differenti tradizioni, materiali. In cui tutto è pesante e leggero allo stesso tempo (Damjan). 

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