Arpino, Mostra di Paolo Gobbi "Piccolo infinito quotidiano"
Sabato 28 aprile 2018 alle ore 18,00 presso il Castello di Ladislao di Arpino, sede della Fondazione Umberto Mastroianni, che accoglie la più ricca e rappresentativa eredità di uno dei più eclettici e geniali scultori del ‘900 e la memoria di un’intera famiglia di artisti, i Mastroianni, apre al pubblico Piccolo infinito quotidiano, un articolato percorso espositivo che raccoglie un’ampia selezione di opere realizzate dall’artista marchigiano Paolo Gobbi tra il 2006 e il 2018.
L'autore, Paolo Gobbi
Paolo Gobbi nasce a San Severino Marche nel 1959. Si diploma in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Macerata nel 1982, dove insegna dal 1998, dopo aver svolto attività didattica nelle Accademie di Lecce, Milano, Sassari e Urbino. Dalla fine degli anni Ottanta ad oggi, ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all'estero.La pittura, nelle sue declinazioni più ampie, costituisce la centralità della sua ricerca artistica: una pittura che non si limita in citazione anacronistica del passato, ma che accetta il confronto con le istanze della contemporaneità. Nella metà degli anni ‘80 inizia con lavori costituiti essenzialmente da assemblaggi di materiali di recupero, a loro volta connotati con sovrapposizioni di interventi cromatici. Dalla metà degli anni Novanta ad oggi, progetta e attua anche diverse esperienze visive, dove l'agire pittorico viene espanso dal suo confine bidimensionale verso lo spazio architettonico: lo “spazio-ambiente” diventa anche “spazio dell'opera”. Nei lavori realizzati dopo il 2005/06, anche se vi è un ritorno ai supporti usati in precedenza, come tela, carta o metallo, Gobbi prosegue la ricerca “severa e rigorosa” che contraddistingue la fase precedente, caratterizzata da un “elementare alfabeto di immagini estremamente semplificate”, dando vita ad “un gioco sapiente tra presenza e assenza”.
La mostra
La mostra, aperta fino al 1 luglio, curata da Maurizio Coccia, direttore di Palazzo Lucarini Contemporary di Trevi e Loredana Rea, direttore artistico dell’istituzione arpinate, offre al pubblico una sorta di articolata narrazione, che si snoda tra gli spazi della collezione permanente e la sala delle mostre temporanee. I gruppi di lavori si presentano come tracce indicative di una ricerca pittorica giocata tutta sul filo della rarefazione, per rendere manifesta l’intensità dell’insopprimibile dialettica tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo. Nelle trame dei segni che si dipanano sulle differenti superfici Gobbi, infatti, crea un gioco sapiente tra visibilità e invisibilità, evidenza e indistinzione, assenza e presenza, per suggerire l’incommensurabilità di un tempo, che lentamente s’insinua nelle profondità infinite dello spazio quotidiano, per lasciar “trasparire – come scrive Rea - la necessità di un’elaborazione poetica, capace di suggerire, oltre il limite del visibile, il comporsi di inaspettate armonie”. È una mostra complessa, che la Fondazione Umberto Mastroianni ha realizzato in stretta collaborazione con Palazzo Lucarini Contemporary, a concretare la volontà di “fare rete” tra istituzioni diverse, eppure con lo stesso obiettivo: contribuire alla produzione di progetti legati alla contemporaneità della ricerca artistica.
I commenti di Chietini e Coccia
Come afferma il presidente Andrea Chietini “L’attenzione alla contemporaneità dell’arte, infatti, è connaturata alla missione della Fondazione fin dalla sua istituzione venticinque anni fa. Certo, però, in quest’ultimo triennio si è rafforzata nella volontà di offrire al pubblico, della nostra Provincia e non solo, una chiave interpretativa della pluralità linguistica, che caratterizza la sperimentazione artistica di questo nuovo millennio”. Il risultato è un’esposizione calibrata e di grande intensità, in cui la pittura, imprescindibile strumento di ricerca, indagine e verifica, è scelta come innesco di un inarrestabile meccanismo di rimandi e risonanze visive, per spalancare un varco nella complessità della realtà quotidiana e indicare la strada per andare oltre.Infatti, come afferma Coccia nel testo in catalogo “Nella tenace rarefazione visiva dei lavori di Paolo Gobbi, c’è il tentativo di collegare astrazione e analisi, emozione e verifica empirica. Si riferisce al modello figurativo delle avanguardie come a un ready-made linguistico, non un canone normativo. È un’iconografica austera, che privilegia il segno nella duplice accezione di segno/alfabeto e segno/negazione. Nel primo caso assume l’aspetto di filamenti fitomorfi, di esili architetture organiche. Come esercizi di geometria onirica. O di una biologia sperimentale e visionaria”.
SCHEDA INFORMATIVA:
Mostra: Paolo Gobbi. Piccolo infinito quotidiano
Opere 06-18
Curatela: Maurizio Coccia e Loredana Rea
Luogo:Castello di Ladislao, Piazza Caduti dell’aria, Arpino (Fr)
Apertura al pubblico: dal 28 aprile al 1luglio 2018
Orario: martedì, venerdì e sabato 9.30 – 12.30 sabato e domenica 16.00 – 19.00
Informazioni: Fondazione Umberto Mastroianni
telefono: 0776848105
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