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Assassin’s Creed – al cinema dal 5 gennaio, recensione

  Cal Lynch (Michael Fassbender) è un galeotto in attesa dell’esecuzione, quando gli capita un’inattesa seconda possibilità grazie ai misteriosi uffici delle Abstergo Industries. Attraverso una tecnologia rivoluzionaria possono sbloccare le...

Cal Lynch (Michael Fassbender) è un galeotto in attesa dell’esecuzione, quando gli capita un’inattesa seconda possibilità grazie ai misteriosi uffici delle Abstergo Industries. Attraverso una tecnologia rivoluzionaria possono sbloccare le memorie genetiche contenute nel suo DNA; così Cal viene inviato indietro nel tempo, nella Spagna del XV secolo. Grazie alla tecnologia del sistema Animus, rivivrà le esperienze del suo antenato, Aguilar de Nerha, un membro di una società segreta nota come gli Assassini, che combattono per proteggere il libero arbitrio dalla sete di potere dell’Ordine dei Templari.

Trasformato dal suo stesso passato, Cal comincia ad acquisire le conoscenze e le abilità fisiche necessarie per rovesciare l’opprimente organizzazione dei Templari ai giorni nostri.

Assassin’s Creed è un film molto atteso: tratto dalla serie di videogiochi più venduta e diffusa al mondo, trova una sua sintesi questo anno sul grande schermo.

Per realizzare il tutto, è stato chiamato il regista di Macbeth, Justin Kurzel, che riunisce i due attori con i quali aveva collaborato proprio su questa pellicola: Michael Fassbender e Marion Cotillard.

Le due superstar solo sono una parte del cast di primo livello messo insieme dalla produzione: Jeremy Irons è il glaciale e misterioso padre e capo progetto dell’Animus, Charlotte Rampling guida la congregazione degli anziani, interessata a recuperare un cimelio nascosto nell’alba dei tempi, Brendan Gleeson è il padre di Cal.

Il film butta durante il suo sviluppo le basi di quella che già è stata confermata che sarà almeno una trilogia: Fassbender, rivivendo il suo passato attraverso i ricordi del suo antenato ne assorbe la volontà e la determinazione, a lui si uniscono le altre cavie che lo hanno preceduto.

Il film mette in scena gli elementi che hanno reso famoso negli anni il videogioco: acrobazie che lasciano senza fiato e un’ambientazione in un periodo storico affascinante e scenograficamente d’impatto: il XV secolo.

Le sequenze di azione sono la base fondante del film la regia ce ne regala senza parsimonia rendendole uniche e nonostante la struttura simile, non sono mai repetitive.

Il film si avvolge su se stesso in qualche passaggio della trama, volendo forse giustificare troppo il passaggio tra il passato e il presente, ma sicuramente incuriosisce ed è un buon veicolo per pubblicizzare, se ce ne fosse ancora bisogno, il videogioco stesso.

Fassbender porta con sè alcuni aspetti dei suoi personaggi precedenti, il riferimento più diretto è quello a Magneto, della serie degli X-men, un altro reietto combattuto tra due identità. I superpoteri in questo caso sono sublimate nella capacità di empatia e di ricordo delle vite precedenti.

Per ricreare la Spagna del periodo della Grande Inquisizione, il regista ha trasportato il set in Almeria, luogo già conosciuto ai cinefili come set dei film di Sergio Leone.

Il film è in sala a partire dal 4 gennaio

Alice Vivona

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