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Cinema, "Tempo instabile....con probabili schiarite" di Marco Pontecorvo, recensione

In una piccola cittadina di provincia delle Marche, un mobilificio è a rischio chiusura. Una notte, però, mentre Ermanno e Giacomo, i due amici e soci fondatori della cooperativa che gestisce la ditta cercano di sbarazzarsi di rifiuti tossici...

In una piccola cittadina di provincia delle Marche, un mobilificio è a rischio chiusura. Una notte, però, mentre Ermanno e Giacomo, i due amici e soci fondatori della cooperativa che gestisce la ditta cercano di sbarazzarsi di rifiuti tossici, scoprono che nel sottosuolo c'è il petrolio.

Il famoso ingegnere italo-americano che viene interpellato per guidare i lavori di estrazione della sostanza dirà loro una grande verità: il petrolio tira fuori o il bene o il male delle persone.

Mai previsione sarà più vera: il paese si divide tra chi vuole ostacolare l'estrazione e chi spera di diventare ricco, così come i soci della cooperativa.

Il titolo di lavorazione di Tempo instabile....con probabili schiarite, secondo lungometraggio di Marco Pontecorvo dopo l'esordio sorprendente e intenso con PA-RA-DA, ispirato al clown Miloud Oukili che cercava di rendere meno dura la vita dei bambini che vivevano nei canali sotteranei di Bucharest, prendeva una posizione ben più netta su quella che è la sensazione che pervade questa commedia diversa dal solito: il caos.

Il titolo originale era infatti Rebelot, che, in dialetto padano significa confusione. Tempo instabile si muove proprio su questo; un continuo e vorticoso caos in cui i ruoli si mescolano e le storie si complicano.

Sul piatto ci sono le storie di tre generazioni di uomini marchigiani: i partigiani, i post-comunisti e i millenials. Senza nessun problema si può dire che i secondi hanno la peggio contro l'integrità dei primi e la passione e la visione aperta sul futuro degli ultimi.

In realtà in film rappresenta la situazione sociale presente, in cui è impossibile prendere una posizione senza aver timore di scontentare qualcuno, di perdere consensi. L'onestà di Ermanno, che dal suo amico fraterno Giacomo viene presa in giro, è l'incapacità collettiva di sapere dove andare.

I temi e gli stili si mescolano, il figlio di Ermanno, Tito, appassionato di manga giapponesi, vive e risolve il suo conflitto con il padre attraverso i fumetti, che saranno anche una chiave di volta della storia.

Molti piani di lettura per questo film, alcuni spunti interessanti, e un ottimo John Turturro, con cui Pontecorvo aveva lavorato già in altre occasioni, che si presta ad un ruolo surreale e simpatico, recitando principalmente in italiano.

Il film è stato presentato in anteprima al Bari Film Festival, sarà in uscita in sala il prossimo 2 Aprile.

Alice Vivona

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