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Frascati,alle Scuderie Aldobrandini in scena I ragazzi di "Il sasso nello stagno"

I ragazzi di "Il sasso nello stagno", laboratorio teatrale del Distretto Socio-sanitario RM H1, hanno portato in scena Harold Pinter alle Scuderie Aldobrandini di Frascati.

I ragazzi di "Il sasso nello stagno", laboratorio teatrale del Distretto Socio-sanitario RM H1, hanno portato in scena Harold Pinter alle Scuderie Aldobrandini di Frascati.

"Fino a stamattina ero incerta se salire sul palcoscenico o no", ammette una giovanissima attrice di "Il sasso nello stagno", il laboratorio teatrale rivolto agli adolescenti realizzato nell'ambito del Piano Sociale di Zona del Distretto Socio-sanitario RM H1 con la supervisione tecnico-scientifica degli operatori del Progetto SPIN – Spazio Incontro Adolescenti della ASL RM H1. Poi ha recitato anche lei, alle Scuderie Aldobrandini di Frascati, lo scorso 10 giugno, insieme ai sui compagni di "esplorazione" teatrale.

Gabriele Amata, Arianna Baria, Miriam Dosa, Francesca La Volla, Beatrice Lauretti, Letizia Salvatori, Widian Seif e il piccolo Michele, sotto la guida di Francesca Moretto dell'associazione"DIRITTI... & Rovesci" Onlus che ha condotto il laboratorio, hanno realizzato lo spettacoloArticolo 21: è vietata qualsiasi forma di discriminazione, uno studio su testi di Harold Pinter. Non possono dirsi ancora attori, anche se magari lo diventeranno. Ma si sono incontrati a fine gennaio e pochi giorni fa sono riusciti a emozionare il pubblico con uno spettacolo in cui hanno messo tanto di sé.

Hanno scelto il tema su cui lavorare: le discriminazioni, argomento scottante alla loro età e nel mondo con cui iniziano a confrontarsi. Hanno letto e interpretato testi complessi, cercando il modo di esprimere e manifestare emozioni forti e complesse, che sono anche le loro: rabbia, aggressività, paura, bisogno di esprimersi, di essere accettati. Attraverso gli estratti da il bicchiere della staffa e Il linguaggio della montagna hanno vissuto relazioni umane complesse e cercato il modo di scioglierne i nodi.

Lo hanno fatto prima di tutto col corpo, imparando così anche a tenere la scena. C'è chi aveva come obiettivo imparare a scandire le parole, per comunicare meglio. Chi ha vinto la paura - quella da palcoscenico, e insieme quella di mostrarsi agli altri, ai genitori o agli amici -, chi ha fatto "un'esperienza importante, per un ragazzo della mia età", chi ha portato in scena le proprieinsicurezze, chi ha scoperto nuovi aspetti di sé attraverso i personaggi che ha interpretato.

Ma soprattutto, sotto la guida della regista, hanno imparato a lavorare in gruppo: "come nella vita, non con tutti si va d'accordo ma bisogna accettarsi e cooperare". Il percorso, ammettono, non è stato facile. Ma ce l'hanno fatta. Ed è un successo importante quanto gli applausi commossi che li hanno accolti alla fine della rappresentazione.

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