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Cultura

La bellezza entra nel pre-triage dello Spaziani

Ieri mattina c'è stata l’installazione di alcune opere artistiche curate dall’Accademia di Belle Arti

Non una cura per il corpo, ma di sicuro un piccolo sostegno per l’anima. Sia per i pazienti, che non possono nemmeno godere della vicinanza dei propri cari, che per gli operatori sanitari, oramai stremati da straordinari turni di lavoro. Questo il senso delle installazioni artistiche disposte nel reparto di pre-triage allestito per la lotta al Covid presso l’ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone.

Un’iniziativa che ha visto collaborare Asl e Accademia di Belle Arti, per un risultato davvero sorprendente. Due istituzioni del territorio che hanno agito per il bene dello stesso e delle persone che lo abitano. Ieri mattina l’inaugurazione alla presenza della direttrice dell’Accademia di Belle Arti Loredana Rea, della professoressa Eleonora Pusceddu, che ha coordinato l’intero lavoro, e delle studentesse Linda Arduini, Chiara Trulli, Erika Panetta, Marta Passariello, Giuliana Sangiovanni e Sabrina Simone.

“Tracciare prospettive per il futuro. In un momento come questo, - ha sottolineato la direttrice Loredana Rea - in cui il superamento dell’emergenza sanitaria è obiettivo primario, l’Accademia di Belle Arti, che è il luogo in cui prendono forma e senso le tensioni progettuali, le sperimentazioni metodologiche e linguistiche di quanti hanno scelto l’arte come pratica di professione e di vita, ha la possibilità e il dovere di disegnare differenti prospettive per un futuro sostenibile, in cui etica ed estetica possano insieme sfidare le consuetudini del pensiero e ripensare le modalità di esistere nel mondo”.

Sulla scia del Piccolo Principe, la docente e le sue studentesse hanno lavorato restituendo “immagini di quel mondo ancestrale che ognuno porta dentro per essere traghettati sull’isola che non c’è”.

“La fantasia permette di sognare, immaginare l’impossibile, varcare i confini di uno spazio-tempo in cui ansie e paure vengono traghettate fuori, rappresentate, narrate, esorcizzando una realtà troppo difficile da sopportare. – ha commentato la professoressa Pusceddu - Colori, segni, disegni raccontano la consistenza delle cose da una profondità diversa: ingrandiscono l’infinitamente piccolo rendendolo accogliente…cambiandone radicalmente la destinazione di senso. Un cambio di luogo, di dimensione… COVID-19 muta, in B-612, nome e collocazione semantica. L’asteroide da cui proviene il piccolo principe diventa portavoce di stati d’anima. Se l’arte esce dai luoghi, tradizionalmente deputali ad accoglierla diventando autenticamente pubblica, l'arte entra nello spazio poetico dell'abitare. Autoreferente nel suo significato, autonomamente progettata, a beneficio di un’idea nuova di pratica artistica, come forma comunicativa e come strumento di incentivazione e mediazione delle relazioni interpersonali, elemento di aggregazione comunitaria, talvolta in forma temporanea, in grado di attivare, attraverso l’intervento artistico, processi complessi di integrazione sociale di benessere, favorendo il miglioramento della qualità della vita. È questo il senso che ha animato il nostro lavoro, in uno spazio dedicato dove ha preso forma il progetto: è il tempo che dedichi alla tua rosa che fa la tua rosa così importante. Nell’ideazione dei singoli interventi ognuno ha portato il suo immaginano, traducendo il pensiero creativo con un proprio vocabolario, dove ogni individualità ha orchestrato, alternandosi, nell’elaborazione di un’idea avente un unico fine: imparare ad osservare gli eventi da una prospettiva diversa per arricchirli di significato, così da variare gli schemi di pensiero e con essi il modo di essere, di reagire agli stimoli che riceviamo ogni giorno, aprendo un dialogo con l'ambiente circostante”.

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