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In sala Mad Max: Fury Road

La Terra, o meglio, il sistema terra come lo si conosce, composto da società civile, città, regole, diritti e doveri, è scomparso da 45 anni.

La Terra, o meglio, il sistema terra come lo si conosce, composto da società civile, città, regole, diritti e doveri, è scomparso da 45 anni.

Adesso esistono solo terre desolate e tre cittadine governate da tre tiranni: Gas Town, la Cittadella e Bullet Farm. Non ci sono più regole, se non quella che il più forte comanda.

Max, che ha vissuto gli ultimi anni del mondo affrontando la perdita della sua famiglia si ritrova senza volerlo a combattere contro questo status quo, nel momento in cui incontra l'imperatrice Furiosa, resa schiava dal tiranno della Cittadella, Immortan Joe, ma ora decisa a riprendersi, insieme alle altre mogli ribelli del tiranno, la sua libertà.

Nel 1979 già si pensava al mondo post-apocalittico. Lo faceva un signore australiano, medico appassionato di cinema: George Miller. Aveva immaginato un eroe solitario che viaggia per un mondo desolato e si ritrova ad affrontare personaggi che attentano alla sua personale libertà nonché vita. Nel primo episodio di Mad Max, che in Italia arrivò come Interceptor, il volto di questo eroe solitario era quello dell'esordiente Mel Gibson, fu successo immediato, che portò alla realizzazione di altri due episodi, di cui il terzo, Mad Max oltre la sfera del tuono, con Tina Turner.

37 anni dopo, lo stesso regista decide di riprendere la storia, e, senza assecondare la moda del momento dei “reboot”, “revamp” realizza il quarto episodio di Mad Max. Protagonista non un esordiente, ma uno degli attori più duttili degli ultimi 10 anni: Tom Hardy.

Risultato: due ore nette di inseguimenti, poche battute e ritmo incalzante. Difficile ottenere questo soprattutto in termini di budget e scrittura, ma Miller è un regista che sa il fatto suo e inanella sequenza dopo sequenza una serie di lotte perfettamente coreografate che non lasciano un momento di respiro.

Oltre a questo aggiunge un elemento innovativo rispetto alla struttura classica del film di azione con eroe solitario: la rivoluzione qui la fanno le donne. Furiosa, Charlize Theron, splendida e credibile anche senza un avambraccio, guida le mogli del tiranno verso la libertà, o comunque un mondo diverso da quello in cui sono state costrette a crescere.

Max dice che sperare è sbagliato, ma, d'altronde, è anche l'unico modo per realizzare qualcosa. Le donne sono le uniche che riescono a capire che qualcosa è andato storto in questo mondo desolato ma che si può fare ancora qualcosa per recuperarlo.

La produzione, sudafricana e ovviamente australiana, si divide il cast: Charlize Theron da un lato, la regia dall'altro e nel cast una riapparizione che forse verrà notata soltanto nelle nostre sale: Megan Gale, testimonial australiana negli anni 2000 di una nota compagnia telefonica che interpreta una delle amazzoni ribelli.

Il film è in sala dal 14 Maggio ed è stato presentato nello stesso giorno al Festival di Cannes, dove c'è stata un'ovazione alla fine della proiezione.

Alice Vivona

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