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Monterotondo, Chiara Zanotti si racconta dopo l'uscita da MasterChef

La incontriamo in un bar nel cuore del territorio dove è cresciuta, Monterotondo Scalo. Chiara ha lo sguardo luminoso e un sorriso che irradia tutto ciò che la circonda. È tornata da Milano con una valigia piena di sogni, pronti a essere...

La incontriamo in un bar nel cuore del territorio dove è cresciuta, Monterotondo Scalo. Chiara ha lo sguardo luminoso e un sorriso che irradia tutto ciò che la circonda. È tornata da Milano con una valigia piena di sogni, pronti a essere realizzati.

“L’uscita da MasterChef non è la fine, ma l’inizio di un percorso tutto da scoprire” confessa a noi di “Lanotiziah24”. Chiara Zanotti, agente di viaggi, 37enne eretina, ha partecipato alla quarta edizione di MasterChef Italia, talent show culinario di Sky Uno.

Esperta di funghi, è stata scelta tra migliaia di aspiranti concorrenti ed è entrata nella cucina di MasterChef convincendo i tre guru della cucina, i giudici Carlo Cracco, Bruno Barbieri e Joe Bastianich, con un piatto di cinque specie diverse di funghi.

Si definisce una selvaggia, sin da bambina, infatti, è cresciuta a contatto con la natura, attraverso lunghe passeggiate nei boschi, insieme ai genitori, Geltrude e Alfiero Zanotti, ed è proprio con lo studio approfondito del mondo dei funghi, che ha iniziato a guardare il mondo con occhi diversi, con una sensibilità che ben si è percepita anche durante la trasmissione.

Giovedì scorso Chiara ha dovuto lasciare la cucina di MasterChef per non aver superato una prova molto dura: preparare una torta nuziale, sotto gli occhi critici del Maestro dei Maestri della pasticceria italiana, Iginio Massari.

Che cosa provi appena uscita dalla cucina di MasterChef? Qual è stato il tuo punto debole?

Ho fatto una torta “astratta” e non sono stata capita, come spesso succede agli artisti! (sorride)

A parte gli scherzi, non potevo andare contro me stessa, non è facile fare in due ore quello che un pasticcere ha imparato in una vita di esperienza. La mia uscita è stata coerente con quello che sono. Gualtiero Marchesi diceva che per fare le cose fatte bene bisogna fare molti errori e procedere con casualità. Io posso solo imparare dai miei errori.

Tornando indietro nel tempo…che cosa hai provato quando ti sei trovata di fronte ai tre Chef, a presentare il piatto che ti avrebbe fatto entrare in trasmissione?

Eravamo in 100, trovarsi di fronte a tre guru della cucina come loro, è stato molto emozionante. Ho presentato un piatto impegnativo, di cinque specie di cinque generi diversi. Ho portato il bosco nel piatto, quindi tutta la “sofferenza” e l’esperienza che deriva dalla ricerca dei prodotti nella natura. Hai confessato che anche se sei già uscita, la tua è stata già una vittoria, perché?

Perché credo sia arrivato a casa il messaggio che ci tenevo a comunicare: in un piatto si può portare qualsiasi cosa, ma per me è importante portare prodotti che conosco e quindi che ho raccolto personalmente. Tornare all’autenticità, alla naturalezza, prendendo un po’ più di tempo per se stessi.

Come nasce questa “simbiosi” con la natura?

Da quando ero molto piccola, passo molto tempo nei boschi. Mentre gli altri bambini si sbucciavano le ginocchia nei giardinetti o sul cemento, io andavo in montagna, con i miei genitori. Quello che cucino quasi quotidianamente deriva dal bosco: lì oltre ai funghi posso trovare erbe e spezie con cui arricchisco i piatti. Il valore che ci tenevo a trasmettere è quello di una cucina autentica. Qual è la tua filosofia di vita?

Sono fermamente convinta che noi siamo quello che mangiamo, quindi il mio invito è di cucinare con prodotti che ci fanno bene, senza conservanti o addensanti.

Sulla tua pagina facebook hai definito il giudice Cracco il tuo “professore di filosofia” perché?

L’ho visto come un padre spirituale, è stato il mio punto fermo nel programma, una persona che mi ha dato armonia e stabilità, l’armonia che mi manca. Che ruolo hanno i cinque sensi in cucina?

Ho smesso di fumare sei anni fa, perché non percepivo la cucina: sono molto convinta che si assapori con il naso. L’occhio vuole la sua parte per contemplare il piatto. Il palato è lo strumento che ci dice ciò che il naso ci ha già detto, ma il primo assaggio è quello olfattivo, secondo me.

Quando vado a raccogliere i funghi, oltre a osservarli, per capirne il genere, li annuso, ed è così che percepisco a quale specie appartengono. Che cosa hai imparato dal mondo dei funghi?

È la metafora della vita. Ci sono dei funghi che prendono da alberi simbionti energia e linfa vitale. Anche noi persone ci nutriamo di energia e la rielaboriamo. Conoscendo il ciclo dei funghi, ho capito subito anche le dinamiche del gioco. Sia i giudici sia i partecipanti sono assimilabili ai funghi, come tutte le persone che conosco.

Che consiglio daresti ai concorrenti rimasti in gara e ai lettori?

Bisogna mettere sempre impegno e serietà nell’affrontare le cose, ma anche ridere un po’ di più. Non prendiamoci troppo sul serio, gustiamoci il momento e stemperiamo. Bisognerebbe riscoprire la leggerezza di quando eravamo bambini. Tu hai ritrovato la tua leggerezza? Come?

Dopo quindici anni in cui ho lavorato all’estero, come agente di viaggi e mi sono arricchita conoscendo nuovi luoghi e culture diverse, ho sentito la necessità di tornare a Monterotondo per costruire qualcosa di stabile. Tornando nei boschi ho ritrovato la Chiara di un tempo: felice, spensierata, leggera. Come? Riavvicinandomi alla genuinità della terra e rispettandola.

Come ti definiresti caratterialmente?

Una selvaggia. Il bosco è il mio habitat naturale, lì faccio lunghe passeggiate con il mio cane Sally. Posso sentire solo il mio silenzio, insieme a pochi altri rumori: il ruscello, gli uccelli, i cinghiali. Mi accompagna sempre un airone cenerino nel percorso che faccio in un bosco in particolare. Credo nel fatto che gli animali comunichino e vogliano lanciarci dei messaggi. In molti ti seguono e ti sostengono online, da tutta Italia, qual è stata la qualità che è stata più apprezzata?

Ho presentato me stessa, la parte più autentica. Sono stata spontanea, vera e onesta. Ho portato la mia vita nella cucina di MasterChef. Credo che alla gente sia arrivata la vera Chiara.

Hai vissuto molti anni all’estero e poi hai scelto di tornare, che consiglio ti senti di dare ai giovani?

Inseguite sempre i vostri sogni, anche se incontrerete mille tempeste, proprio quelle vi renderanno adulti. Io sono andata a prendermi la fortuna all’estero, dove ho sempre lavorato. Ammetto che tornando mi sono un po’ demoralizzata, ma non mi sento di consigliare di andare via. Non scappate! Continuate a inseguire i vostri sogni! Un consiglio decisamente controcorrente il tuo…

Da viaggiatrice posso dire che ciò che abbiamo noi italiani non l’ha nessuno. Siamo ingegnosi e talentuosi. Siamo stati un grande popolo, forse ci stiamo dimenticando di questo. Invito i ragazzi ad acculturarsi da autodidatti, avere conoscenze vere, scambiare opinioni, leggere, frequentare luoghi come biblioteche, mostre, teatri. Fare più cose possibili, non perdersi nelle periferie, ma avere progetti, il tempo è importante, non sprecatelo.

Tu hai realizzato il tuo sogno?

Ho dei progetti caldi, non molto distanti da quello che ho fatto finora. C’è una cosa molto bella in cantiere…vi terrò aggiornati. Marta Rossi

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