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Pastena, Il centro anziani in visita al santuario san Gabriele

Il centro anziani di Pastena anche quest’anno ha rafforzato il suo legame con la cittadinanza locale realizzando una gita sociale al santuario abruzzese di San Gabriele ai piedi del Gran Sasso.

Il centro anziani di Pastena anche quest’anno ha rafforzato il suo legame con la cittadinanza locale realizzando una gita sociale al santuario abruzzese di San Gabriele ai piedi del Gran Sasso.

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Un’occasione che viene accolta con grande entusiasmo perché oltre a consolidare il legame con la fede religiosa consente a tutti di trascorrere una giornata nella fraternità cristiana.

Quest’anno in particolar modo c’è stata la possibilità di condividere con l’Unitalsi Regionale dell’Abruzzo la loro esperienza quotidiana accanto ai disabili, ai portatori di handicap e ai malati cronici non più autonomi e incapaci di assolvere alle loro esigenze vitali.

Il vescovo di Teramo , mons. Michele Seccia ha sottolineato come il messaggio cristiano non può essere solo ricordato ma necessita di essere rivissuto nella vita di tutti i giorni e che non basta la preghiera, pur necessaria, se ognuno non mostra nel suo lavoro la presenza di Cristo.

La testimonianza dell’Unitalsi serve a ricordare questo connubio indispensabile tra la fede e le opere, soprattutto quando la società , in preda ad un egoismo e materialismo dominante, si mostra sempre più distante e insensibile alle sofferenze altrui.

La maestosità del Gran Sasso e il fascino delle montagne fanno da suggestiva coreografia all’antico convento francescano che ora ospita i padri passionisti e dove nel 1862 morì, di tubercolosi, all’età di 36 anni , Francesco Possenti, fattosi chiamare Gabriele dell’Addolorata allorché entrò in seminario.

Il santo dei giovani tanto che è tradizione per gli studenti abruzzesi e marchigiani recarsi, a cento giorni dall’esame di maturità, in preghiera al santuario.

Un viaggio nella storia e nella fede che è in grado di interrogare la nostra quotidianità, di sollecitare la nostra coscienza e di stimolare il nostro intelletto a comportamenti personali e sociali più riflessivi e maturi, ma soprattutto più attenti e solidali con chi ci sta accanto e che talvolta vive nel dolore, nel disagio e nell’abbandono.

Un sincero apprezzamento va al presidente dl centro Antonio Ciavaglia e ai componenti del direttivo che hanno saputo preparare con cura e diligenza questa trasferta in Abruzzo che risulta tanto più significativa ed importante se non si lasceranno morire le parole ascoltate e le testimonianze viste.

dott. Arturo Gnesi

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