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Pastena, il vescovo di Gaeta In Città per la lavanda dei piedi

Rimettiti in piedi e riprendi il cammino. È questo l'invito che il vescovo di Gaeta, mons Luigi Vari, ha rivolto ai ragazzi della comunità Exodus ai quali ha lavato e baciato i piedi.

Rimettiti in piedi e riprendi il cammino. È questo l'invito che il vescovo di Gaeta, mons Luigi Vari, ha rivolto ai ragazzi della comunità Exodus ai quali ha lavato e baciato i piedi.


Un gesto altamente simbolico di una Chiesa che accoglie chi è stanco, disorientato, impaurito e scoraggiato e non trova più la forza per andare avanti nè di continuare il duro cammino della vita.
Mons Vari ha scelto di celebrare la "coena domini" in un piccolo paese, tra la gente comune, in modo sobrio, lontano dalle fanfare e dalle patate e accanto a un pezzo di umanità segnata da un destino talvolta contraddittorio, ostile e cinico.
Il vescovo che si inchina davanti ad una umanità sconfitta ma in cerca del riscatto, della rinascita e del rispetto, un vescovo che invita a fermarsi per rifocillarsi e riflettere sulla propria vita per trovare un senso vero e un significato profondo all'esperienza quotidiana.
Un atteggiamento che emoziona e scuote l'indifferenza e il distacco con il quale vengono giudicati gli altri e per il disprezzo, che talvolta accompagna gli ultimi, i diseredati, i poveri e gli sconfitti.
La lavanda dei piedi sta a significare che la Chiesa non guarda oltre o altrove, ma si ferma, aspetta e incoraggia chi rimane indietro o si perde.
Mons Vari celebrando a Pastena il giovedì santo, ha dato una grande lezione di vita, ha voluto indicare a tutti che nessuno dev'essere abbandonato al suo destino, che tutti possono avere bisogno dell'altro e che alla fine spetta ai singoli ritrovare le motivazioni e le ragioni per riprendere a camminare da soli.
Ho seguito con stupore ed interesse i gesti del vescovo e ho ascoltato le sue parole riuscendo a scorgere quanto forte fosse il legame tra il suono delle parole e la concretezza del vivere quotidiano e di come quella disponibilità all'ascolto e all'accoglienza potesse rappresentare per i giovani della comunità di don Mazzi, uno stimolo nuovo e determinante per "rimettersi in piedi e riprendere il cammino"


Arturo Gnesi



































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