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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cultura

Roma, Al Teatro Golden: “L’inquilina del piano di sopra” vive un galeotto agosto parigino

A meno che non dimori in un attico, c’è sempre qualcuno che può passeggiare sopra la tua testa. E non solo passeggiare. Dal 27 settembre al 23 ottobre al Teatro Goden, Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero sono in scena con «L’inquilina del piano di...

A meno che non dimori in un attico, c’è sempre qualcuno che può passeggiare sopra la tua testa. E non solo passeggiare. Dal 27 settembre al 23 ottobre al Teatro Goden, Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero sono in scena con «L’inquilina del piano di sopra» una divertente commedia di Pierre Chesnot per la regia di Stefano Artissunchun, produzione Synergie Teatrali, e con la deliziosa presenza di Laura Graziosi.

I tempi scenici sono decisamente precisi e puntuali come quelli di un’opera teatrale che funziona, e questa, è garantito, funziona proprio come una bomba ad orologeria che esplode ilarità e riflessioni esistenziali. Ma quando meno te lo aspetti, pur avendo programmato ogni momento della vita, ecco che arriva l’amore. Fatale idiosincrasia tra la propria volontà e le ragioni del cuore, che qualche ragione ce l’avrà pure! Una torta dalle dimensioni esagerate, bollicine briose che danno subito alla testa, e qualche pillola per decidere di… morire. Sophie, interpretata dall’eterea e aggraziata Gaia De Laurentiis, compie 40 anni, accalorata e in solitudine vive nella sua casa, che a ben guardare, si fa racconto confuso di una vita vissuta bulimicamente. «Ai nostri amori!”, ironica e drammatica tuona questa Giulietta senza il suo Romeo, ma una telefonata le salva la vita, è la sua amica Suzanne (Laura Graziosi) che simpatica e colorata la spinge a non arrendersi; la vita va vissuta e provare amore per qualcun altro che non sia se stessa potrebbe aiutarla. Consiglio giusto! Alla porta di casa si affaccia Bertrand, l’inquilino del piano di sotto, interpretato con maestria da Ugo Dighero. Burbero quanto basta per capire che custodisce in sé un cuore spaventato che l’uomo tenta di corazzare con l’asocialità. La sua porta è blindata, corazzata, a sette mandate, sopra, sotto, con tanto d’allarme. La casa è cupa e abitata da pupazzi a dimensione umana che di umano, ovviamente, non hanno nulla, a parte il fatto che a realizzarli sia stato proprio il professore orso. E in questa casa è davvero difficile trovare un secondo bicchiere per offrire da bere un po’ di Vov all’inattesa ospite. Ops! Una sottomarca di Vov, perché quando il cuore è arido il suo contenitore è matematicamente spilorcio. «Non c’è niente di più bello di una donna che passa» dice Bertrand, ma ormai ha i minuti contati e si ritrova obbligato ad assaporare uno stravagante minestrone congolese, perché per Sophie «Il cocco è il fil rouge di tutti i continenti» e a giudicare dalla mobilia della sua casa, la donna i continenti li ha visitati tutti. È proprio in questa cena colorata di emozioni prepotenti che si impongono sfondando piano piano il muro delle paure relazionali, che i due si ritrovano a parlare di depressione. Caotiche e funzionali le scene di Matteo Soltanto, che fa dell’amore il circo di due clown che decidono, finalmente, di indossare il naso rosso gioia. E i costumi non potevano che essere realizzati dall’artigiano visionario che veste di magia il teatro, Marco Nateri. Il tutto è accarezzato dal disegno luci di Giorgio Morgese. Il consiglio è di andare a vedere «L’inquilina del piano di sopra». Non si mai cosa possa accedere quando un uomo e una donna … O forse sì!

Veronica Meddi

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