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Cultura

Roma, al Teatro Vascello in scena "La bambina dei fiammiferi"

La bambina dei fiammiferi è liberamente tratta da La piccola fiammiferaia di Andersen di cui conserva il personaggio centrale ma raccontandone la storia mette in scena una ricerca teatrale, un linguaggio d'attore, che va oltre la fiaba e coinvolge...

La bambina dei fiammiferi è liberamente tratta da La piccola fiammiferaia di Andersen di cui conserva il personaggio centrale ma raccontandone la storia mette in scena una ricerca teatrale, un linguaggio d'attore, che va oltre la fiaba e coinvolge tutto il mondo poetico e teatrale di Chiara Guidi.

Da anni incentrata sulla voce, sulla potenza evocativa e narrativa del suono, la scrittura drammaturgica di Chiara Guidi trova qui pieno compimento nella relazione scenica tra una bambina e un pianoforte, espressione e risonanza delle sue emozioni, grande scatola di fiammiferi che accendono sonorità e visioni.

Si parla di linguaggio fin dall'inizio, con l'ingresso in scena di una donna, o ancora meglio, di una strega, la stessa Chiara Guidi, che parlando una lingua inventata e incomprensibile, cerca di comunicare utilizzando anche la proiezione di un breve filmato optical ipnotico, in cui l'alternanza di linee bianche/nere in movimento introduce al mistero moltiplicatore dello sguardo, a quello che è il cuore del teatro: una visione che si porta dentro significati ed emozioni. Si entra così nello spazio della bambina dei fiammiferi, nascosta sotto un pianoforte, che fa suonare i suoi stati d'animo con i Des pas sur la neige di Claude Debussy, con la composizione originale Raga delle metamorfosi del pianista Fabrizio Ottaviucci, con lei in scena, e con i suoni che sprigiona il pianoforte 'preparato' alla Cage o che sorgono dai suoi movimenti. Una partitura drammaturgica che è concerto, un racconto fatto della musica interna della bambina, in cui il suono rivela, aggiunge passaggi e costruisce il senso. La bambina accende i fiammiferi per scaldarsi, moltiplica le luci delle candele con gli specchi e racconta una favola iraniana che cerca di capire di che cosa è fatta una fiamma. Parole, suoni e presenza in costante relazione con una voce che le sta accanto, quella di Chiara Guidi che, dietro le quinte, mantiene un filo costante, presente e vivo, con la piccola protagonista, creandole una relazione drammaturgica che è legame intimo, terreno che rende possibile e naturale il suo stare in scena. Dietro questa relazione c'è il pensiero sull'infanzia che Chiara Guidi ha tradotto nel suo lavoro sul teatro, un'infanzia 'naturalmente creativa' che procede con serietà d'artista nell'assunzione di un'assoluta verità nel gioco, ma c'è anche un pensiero sul lavoro d'attore che prescinde dal mondo infantile e riguarda la composizione. Quel filo tra la nonna e la bambina, fatto di suoni e di voci, è il sotto-testo su cui poggia ogni ricerca d'attore, è la voce interiore che dilata l'azione e che permette all'attore di essere 'vero', di accompagnare lo spettatore in un viaggio capace di far risuonare molte intimità.

La luce di un fiammifero va colta in fretta, perché se al suo bagliore qualcosa vibra ed emerge dal buio, subito la fiamma, spegnendosi, trascina via tutto con sé. E se ne riaccende un altro, un altro ancora, ancora uno, uno solo non potendo fare a meno di desiderare ciò che, appena visto e udito nel buio, è ormai una promessa.

Al tocco di ogni fiamma qualcosa emerge, così come al suono di ogni tasto una musica si fa sentire.

E La bambina dei fiammiferi fa suonare le fiamme sino ad aprire le porte di un mondo nel quale affamata, infreddolita e abbandonata entra raggiungendo da sola ciò che cerca.

La accompagna una voce che porta dentro di sé. E nella notte il silenzio fa sentire tutta la passione che solo chi desidera, come quella bambina, può udire.

Alla luce di ogni fiamma una voce chiama e una musica risuona sino ad aprire le porte di un mondo nel quale si può entrare ma di cui, poi, non si può parlare. La bambina dei fiammiferi è una favola a lieto fine, capace di farci sentire nel silenzio quella passione che solo chi brucia come un bambino può sentire.

Prezzo Biglietto LA BAMBINA DEI FIAMMIFERI € 10 adulti € 8 bambini

&

Dialogo tra Chiara Guidi e il Gruppo Acusma

presso

Teatro Vascello Ingresso libero

18 aprile ore 18,30

La voce e l’infanzia in una foresta di immagini invisibili

Acusma è un collettivo di ricercatori e artisti, nato all’interno del DASS-Facoltà di Lettere e Filosofia de La Sapienza-Università di Roma, impegnati nell’investigazione sul suono e la vocalità nel teatro e nella video arte. Di fronte al bambino, creatura infante, dall’etimo infans, e dunque prima del linguaggio e creatore di linguaggi, “l’attore è chiamato a fabbricare le parole e a metterle in risonanza con quanto lo circonda, affinché lo stesso spazio circostante possa rispondere alla sua voce, e cantare”: così Chiara Guidi ha impostato la tecnica molecolare della voce, un’attenzione e un controllo delle unità minime del suono umano. “La tecnica traccia sulle parole una partitura fatta di segni che rimandano a immagini vive che solo l’attore vede e sulle quali le parole si mettono in cammino. Queste immagini invisibili diventano le note di un pentagramma che la voce legge per chi desidera ascoltare”.

Come raggiungerci: Il Teatro Vascello si trova in Via Giacinto Carini 78 a Monteverde Vecchio a Roma sopra a Trastevere, vicino al Gianicolo.

Con mezzi pubblici: autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano: da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello

Si organizzano feste di compleanno presso il teatro abbinate agli spettacoli per i bambini, info ai numeri del Teatro Vascello

18 e 19 aprile sabato h 17 - domenica h 16

dagli 8 anni in su

LA BAMBINA DEI FIAMMIFERI

liberamente tratto da H. C. Andersen

ideato e diretto da Chiara Guidi

composizione ed esecuzione musicale Fabrizio Ottaviucci

con Lucia Trasforini

cura del suono Marco Canali

tecnica Francesca Pambianco, Alberto Irrera

produzione Socìetas Raffaello Sanzio

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