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Roma, all' Istituto Giapponese di Cultura la conferenza di di Kokai Kirishima sui giardini giapponesi

Il canone, ma anche le variazioni sul tema più o meno lecite, del giardino giapponese direttamente dalla voce di chi li costruisce per mestiere. Kokai Kirishima si avvarrà di immagini e parole per illustrare uno dei topos della cultura giapponese...

Il canone, ma anche le variazioni sul tema più o meno lecite, del giardino giapponese direttamente dalla voce di chi li costruisce per mestiere. Kokai Kirishima si avvarrà di immagini e parole per illustrare uno dei topos della cultura giapponese che negli ultimi anni è oggetto di grande interesse da parte delle platee internazionali.

Con uno sguardo al giardino dell’Istituto Giapponese di Cultura in Roma, da qualche tempo meta di culto del turismo italiano di nicchia e non. Elementi stilistici del giardino giapponese Nel mondo esistono moltissimi giardini basati su altrettanti criteri filosofici relativi alla disposizione, gli elementi che li compongono e le modalità di accudimento. La maggior parte di essi trae origine dal giardino geometrico tipico delle classi aristocratiche o abbienti. In Giappone possono distinguersi fondamentalmente due tipi di giardini, quelli di stile geometrico e quello irregolare: entrambi gli stili, quasi immutati da due millenni, sono ispirati alla riproduzione dell’essenza dei paesaggi naturali. Nei giardini giapponesi gli alberi adulti vengono piantati in armonia con la veduta che l’architetto intende ottenere. A tal scopo si pone la dovuta attenzione alla direzione verso la quale è posto l’albero, alla sua inclinazione, al volume e all’intero effetto prodotto dagli elementi nel loro insieme. Le siepi di canne di bambù costituiscono un tema frequente nei giardini, collocate ad hoc per creare una stretta relazione tra componenti naturali e acquisiti. Dato che tali siepi tendono a marcire dopo alcuni anni, esse vengono sostituite rispettando la forma precedente in modo da lasciare inalterato il giardino anche per secoli. In genere nei giardini giapponesi i fiori sono usati raramente e nei giardini del tè sono del tutto assenti, come da rituale per cui i fiori disposti nella nicchia apposita della Stanza del tè si possono ammirare senza interferenze con il giardino. Tuttavia esistono alcuni giardini fioriti, sia con fiori coltivati che spontanei, ed altri che presentano esclusivamente muschi. Da notare che il bambù e gli alberi decidui rappresentano una costante del giardino moderno. Secondo i canoni paesaggistici medioevali, le cascate erano poste al centro del disegno. Anche il bacile di pietra aveva particolare rilevanza nel giardino del tè: la lavorazione del bacile variava dalla semplice pietra a elaborate decorazioni in rilievo, trovando impiego tanto nei giardini tradizionali quanto in quelli moderni. L’accostamento tra la struttura di pietra del bacile posto tra gli alberi e l’acqua in esso contenuta rappresenta l’intero giardino. Nell’ambito della filosofia cui si ispirano i giardini giapponesi c’è un modo stabilito, entro limiti definiti, per progettare il sentiero, il più semplice dei quali prevede l’utilizzo di pietre pedonali. Le pietre del sentiero assolvono due compiti: offrire un passaggio per percorrere il giardino e collegare visivamente due o più punti principali. Il Maestro dei giardini Tachibana ammoniva che “nel progettare un sentiero si deve rispettare il naturale assetto del terreno, mettendo nella giusta posizione le pietre principali e quelle secondarie”.

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