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Roma, Angela Caccia, note critiche su "Il tocco abarico del dubbio"

*Angela Caccia, Il tocco abarico del dubbio" (Fare edizioni, 2015) Nota di Riccardo Roversi ".... Liriche così belle (avrei potuto dire: intense, suggestive, profonde, eccetera... ma penso che "belle" sia più idoneo) da almeno dieci anni: sin...

*Angela Caccia, Il tocco abarico del dubbio" (Fare edizioni, 2015)

Nota di Riccardo Roversi ".... Liriche così belle (avrei potuto dire: intense, suggestive, profonde, eccetera... ma penso che "belle" sia più idoneo) da almeno dieci anni: sin dall'apertura con un verso come "E' un tempo che strina...", che riscalda il cuore come quando si leggono le "invenzioni" montaliane, o subito dopo: "C'è un paese in me / che non conosci", e ancora: "poi ti sfebbrerò sulle ginocchia" e "Morire d'amblée", nonché magnifici versi programmaticamente anacolutici (per arricchire il significante/significato) come: "Un rubino il sole stamattina / il cielo lo reggevano gli alberi"; ma è un'ingiustizia continuare per frammenti, la silloge va letta, "assorbita" per intero, immergendosi a occhi socchiusi e mente spalancata nell'aura "ungarettiana" che la pervade per poi riaffiorare più "riposati", forse più "saggi", di certo più consapevoli dell'equilibrio abarico: "il punto morto del mondo, l'anello che non tiene, / il filo da disbrogliare che finalmente ci metta / nel mezzo di una verità" (Montale, "I limoni").

*Dalla Prefazione di Anna Maria Bonfiglio e Nota di Vincenzo D'AlessioAmalgama di slanci e ritrosie, il dubbio è il vero e imponderabile (abarico) motore di quella ricerca che rende possibili i nostri esigui brandelli di verità: a questi a volte ci arrocchiamo, spacciandoli con orgoglio per grandi certezze, incuranti o inconsapevoli della loro ossidante caligine che cela l'orma davanti alla nostra e la lunghezza della strada...

«Per la nostra autrice la Poesia è predestinazione e salvezza, impegno vitale, ricerca ed esperimento: "tra ritrosi belati dell'io / continua a chiamarmi un canto".» (dalla Prefazione di Anna Maria Bonfiglio)

«Angela Caccia, in questa raccolta, lascia al lettore il compito di percepire le profonde scanalature che il fondale sommuove, inesorabilmente, nel giro dell'esistenza. Non siamo dentro le acque quiete del mare che conosciamo. Leggendo i versi compare la poeta che recita nel chiuso della nostra postazione un puzzle multicolore, un labirinto enigmatico delle ore, nel transito del quotidiano. Il nostro tempo si sospende. Il racconto poetico prende corpo. Poesia intimista che libera energia costruttiva e catartica. Un notturno alla Chopin. Un esercizio virtuoso delle mani, tumultuoso e cieco: "(...) e sono l'orma di passi nel vicolo cieco / un ammasso di venti senza scampo" (da Fantasie) (Vincenzo D'Alessio)

INFO

Editore

https://www.faraeditore.it/html/filoversi/toccobarico.html

https://ilciottolo.blogspot.it/2015/05/sotto-un-titolo-originale-e-intrigante.html?spref=fb

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