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Roma, Contratto di fiume per il Tevere nell'area urbana della Capitale

Prima parte di questo importante contributo riguardante il cosiddetto “contratto di fiume”, ovvero il laboratorio territoriale per il Tevere nell’area urbana di Roma : il 27 febbraio in Campidoglio, nell’occasione pubblica organizzata dal...

Prima parte di questo importante contributo riguardante il cosiddetto “contratto di fiume”, ovvero il laboratorio territoriale per il Tevere nell’area urbana di Roma : il 27 febbraio in Campidoglio, nell’occasione pubblica organizzata dal Presidente della Commissione Ambiente dell’Assemblea Capitolina On. Athos de Luca, è stata ufficialmente sancita la nascita di un innovativo laboratorio di coesione territoriale per affrontare l’annosa questione del Tevere nell’area urbana di Roma, attraverso un “contratto di fiume” che dovrà essere osservato e supportato puntualmente – si potrebbe dire quotidianamente – nella sua genesi e nel suo sviluppo. Ciò non concerne la gestione amministrativa della spesa dei fondi, se non in via indiretta: e non potrebbe essere altrimenti, poiché il “contratto di fiume” è strumento volontario. Ma si è palesata la concreta opportunità di creare un “integratore multi-livello” fra centri di competenza pubblici e privati (capaci di esercitare una forte azione di indirizzo, presidio tecnico e valutazione) e centri decentrati di decisione e di aggregazione della “voce” dei cittadini (capaci di rappresentare la caratteristica del territorio), oltre all’ambito europeo (Direttive, opportunità di reperimento di fondi aggiuntivi, etc). Si è dunque definitivamente adottato il criterio del confronto, anche dialettico e vivace, fra tutti i soggetti, interni al territorio ed esterni a esso, nonché il metodo della costruzione di coalizioni orizzontali (fra Amministrazione Capitolina, sistemi di imprese, cittadini organizzati) e verticali (fra livelli di governo); attori istituzionali essenziali – presenti all’occasione – sono e saranno Autorità di bacino del fiume Tevere, Regione Lazio, Roma Capitale. I privati hanno dato il proprio contributo, di ideazione ed economico; ACEA ha annunciato lo stanziamento sul processo di 300.000,00 euro, mentre alcuni membri del Consorzio Tiberina hanno già dato l’impulso iniziale in forma sia tecnica sia economica. Creare innanzitutto una “visione” per il futuro è apparso il principale obiettivo, attraverso un quadro di intenti condiviso e uno scenario strategico, basati sulla conoscenza capillare della realtà urbana del Tevere, su cui raccogliere le osservazioni del pubblico. Ciò è essenziale prima ancora che reperire fondi, giacché la soluzione tecnocratica o comunque la spesa in quanto tale appaiono totalmente inadeguate per un “oggetto territoriale” fragile, prossimo, prezioso come il Tevere a Roma; molto, inoltre, si può già fare. (fine della prima parte, nei prossimi giorni segue la seconda parte, a cura di Franco Vivona, dalla fonte comunicati di Consorzio Tiberina).

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