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Roma, David Buckingham e la scuola futura digitale (Armando editore)

David Buckingham MEDIA LITERACY PER CRESCERE NELLA CULTURA DIGITALE a cura di Romana Andò e Ida Corton (Armando editore, Roma, 2013) Al centro della riflessione di David Buckingham sulla media education e del rapporto tra media e culture giovanili...

David Buckingham MEDIA LITERACY PER CRESCERE NELLA CULTURA DIGITALE a cura di Romana Andò e Ida Corton (Armando editore, Roma, 2013) Al centro della riflessione di David Buckingham sulla media education e del rapporto tra media e culture giovanili c'è sempre l'individuo. Se pensiamo ai bambini e agli adolescenti, le capacità che devono possedere in relazione ai media digitali non riguardano solo l'uso della tecnologia, ma lo sviluppo di risorse cognitive che permettano loro di valutare le informazioni in modo critico. È necessario orientare gli studi educativi sull'analisi critica dei messaggi. Ciò comporta l'acquisizione di un meta-linguaggio che coinvolge una più vasta comprensione dei contesti sociali, economici e di comunicazione.

David Buckingham è Professore di Media and Communications presso la School of Social Sciences della Loughborough University.

"...La scuola non riuscirà a uscire dallo stato di crisi se i concetti di tra-

dizione e formazione non vengono restaurati (dal lat.restaurāre,rendere saldo), dichiarati come rilevanti, in primis proprio da quelle istituzioni, troppo spesso innervate di solo nuovismo, immerse in quell'atmosfera leg-gera e "festosa" della modernità, che finisce per vincere. Troppe istituzioni

sembrano aver subìto una retrocessione al "bianco e nero", a causa di un trasferimento dei colori e delle sfumature altrove, nelle promesse, per giunta spesso mancate, a carico dei media e della comunicazione..". (dalla prefazione di Mario Morcellini)

*Protagonista come Visiting anche presso la Sapienza Università di Roma (Scienza della comunicazione), l'autore è un luminoso esempio vivente di ricerca massemediologica e pragmatica persino cronaca, binomio non sempre scontato nella/dalla sfera intellettuale, come fin troppo noto.

Sempre per la cronaca, Armando editore continua a sfornare, almeno un poco controcorrente in Italia, nuove analisi (e ripetiamo in questo caso anche esperenziale e professionale) sui media basate su prospettive radicalmente inedite rispetto a certo giornalismo culturale e le "filosofie" obsolete di troppi addetti ai lavori, anche istituzionali.

Al di là delle apparenze a volte variabili, dinamiche politico-culturali ancora fossilizzate sul fallace ossimoro "integrati e apocalittici" (quando va bene...), peggio condizionati da certo ideologismo anticapitalista di facile identificazione che non a caso scambia ancora la scienza nascente dei media (invero ben oltre la fanciullezza e la retorica buonista di un Alberoni e altri) quale mero specchio del mercato. Un poco come scrutare le stelle... con le illusioni ufologhe anziché con il rigore degli esobiologi...

Prefatori, curatori evidenziano benissimo il nodo centrale dell'analisi complessa e critica di Buckingam: nel senso di cui sopra e amplificando, secondo logica del senso e della storia in-dicibile, fanno spiccare quasi un raro elogio della nuova cibercultura digitale e l'archetipo molto vivente e per nulla esoterico dell'infanzia e della scuola come il laboratorio per sperimentare le future generazioni non massaggiate dai media, ma messagggere sane del nuovo messaggio elettronico..

"Restaurare" ex novo scuola, didattica e neuroni 1.0 attardati, ovvero rendere saldi, solidi, farla finita con la facile e automorbosa società liquida ma anche, appunto, con vecchi linguaggi non hard ma semplicemente morti come la pesanteur delle rocce.

Volare, navigare nei nuovi linguaggi delle reti, non solo il web, della tecno generation, prima pop beat, captare i media come nuova cultura popolare, come riformatizzazione stessa della Tradizione o Tradizionalità, cominciare a discernere, spesso relativamente, ma finalmente mappare i nuovi territori. Hanno navigatori persino le automobili, in cielo domina google map e ancora dopo decenni di media kultur le strutture per quanto aperte sociali esorcizzano, la nuova letteratura mediatica, sia essa horror, fantascienza, fumetto, musica pop, cinema, telefilm e pubblicità, il WEB, ecc. non avrebbe nel Duemila la dignità di anno zero?

Pure, neppure assiomi originalissimi: che diceva già McLuhan persino 50/60 anni fa?

Ma reinvenzione e dowload con il grandissimo pregio di certa pragmatica del nostro tempo che soltanto contemporanei attardati nelle stanze dei bottoni, leggi Ministeri e Istituzioni varie in Italia, ancora fermi a umanismi distanti anni luce dalla nuova sensibilità artificiale prevalente.

Anche Platone oggi insegnerebbe con l'oracolo televisione e con le sirene della Rete!

Abbiamo detto Platone, non Travaglio o Marilyn Manson....

Appunto: dalla digitale cultura, pur criticamente anche, il nuovo arcobaleno, per un mondo a colori fin dalla scuola primaria, contro il daltonismo di padri e madri che – a ben vedere- spesso neppure assaporavano il profumo della "vecchia" cultura gutenberghiana, al massimo incensi più o meno animistici o illusioni collettivistiche, in Italia almeno.

Roby Guerra

Info

https://www.armando.it/schedalibro/22845/Media-Literacy-per-crescere-nella-cultura-digitale

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