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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Roma, Il dramma dei desaparecidos argentini rivive al Centro Culturale Artemia

Nel magnifico spazio culturale di Artemia, in zona Monteverde Portuense Forlanini, ottimamente diretto dalla brava ed appassionata Paola Canepa, insieme ai suoi altrettanto appassionati colleghi e collaboratori, Lydia Biondi e Fernando Cormick...

Nel magnifico spazio culturale di Artemia, in zona Monteverde Portuense Forlanini, ottimamente diretto dalla brava ed appassionata Paola Canepa, insieme ai suoi altrettanto appassionati colleghi e collaboratori, Lydia Biondi e Fernando Cormick fanno rivivere, con grande intensità e con evidente emozione, il dramma dei desaparecidos argentini, grazie al testo elaborato da Jorge Palant, che si avvale della attenta regia di Giovanni Morassutti. Come tutti ormai sanno, negli anni settanta l’Argentina subì una delle più aberranti ed insensate tragedie nella storia della umanità: la giunta militare, composta dai capi delle tre armi, dopo aver preso il potere nel marzo del 1976, organizzò uno spietato sistema repressivo contro gli oppositori, che sfociò nel più grande e doloroso genocidio della storia argentina, ovvero la scomparsa e la morte di oltre trentamila persone, che persero la vita dopo aver subito feroci torture. L’obiettivo dei militari argentini era quello di eliminare tutti i nemici in modo tale che, né in patria né all’estero, si venisse a sapere che era in corso una mattanza di quel genere e di quelle proporzioni. Sebbene già nei primi mesi del 1977, le Madri di Plaza de Mayo avessero cominciato la loro pubblica e decisa denuncia contro le sparizioni dei propri mariti e dei propri figli, attorno ai desaparecidos si alzava un muro di silenzio e di indifferenza, in quanto il popolo e la società argentina vivevano nella illusione che nel Paese tutto procedesse nel migliore dei modi. Il dramma Madre sin panuelo, ovvero Madre senza fazzoletto, di Jorge Palant, racconta la storia di una donna, una madre, alla quale viene rapita, torturata e uccisa la figlia durante gli anni della dittatura militare argentina e del fenomeno dei desaparecidos. Il testo si sviluppa attraverso un dialogo, in forma di intervista, tra la donna ed uno scrittore che, tramite la stesura di un testo immaginifico, riesce a redimere la protagonista dalla atroce sofferenza. Il movimento dei fazzoletti bianchi delle Madri di Plaza de Mayo rappresenta un vero e proprio cammino, più di carattere morale che materiale; grazie alla creatività ed alla efficacia del bravo autore, la donna riesce a trovare il coraggio di fare quello che avrebbe voluto per vendicare le ingiustizie subite, riuscendo così a liberarsi dall’immenso dolore per la perdita della sua adorata figlia. Come si può evincere, si tratta di un dramma molto intenso, che prende gli attenti spettatori dalla prima all’ultima battuta, dalla prima all’ultima immagine proiettata sullo schermo alle spalle degli attori, e che avvince, commuove, fa riflettere profondamente sui ripetuti drammi della Umanità di ieri, di oggi, e forse anche di domani, purtroppo… Uno spettacolo da non perdere, al Centro Culturale Artemia, in via Amilcare Cucchini 38, in scena sabato 31 ottobre alle ore 21 e domenica 1 novembre alle ore 18. Artemia prosegue poi le sue numerose e qualificate attività didattiche con i laboratori di teatro, quelli di scrittura, sia per adulti che per i bambini, quelli di fotografia, di canto, di tango argentino, di yoga, di difesa personale, e molto altro ancora (www.centroculturaleartemia.org). FV

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