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Cultura

Roma, Intervista a Sara Cambioli: Dialogo in libertà, tra zero e uno

*a c. di Roby Guerra (membro Scuola romana di filosofia politica) Un'intervista tradizionale, fuori penna e taccuino 1.0, fatta da un futurista a una ancor giovane giornalista davanti ad un caffè...via via, il bello della diretta, approdata a mete...

*a c. di Roby Guerra (membro Scuola romana di filosofia politica) Un'intervista tradizionale, fuori penna e taccuino 1.0, fatta da un futurista a una ancor giovane giornalista davanti ad un caffè...via via, il bello della diretta, approdata a mete insolite: nessun elogio della velocità, anzi, discutendo di un recente articolo dell'intervistata stessa (su ferraraitalia, quotidiano on-line diretto da Sergio Gessi, dove scrive e collabora come editor, già segnalato su La Notiziah24 come segnali aurorali dell'imminente Internet 3.0), un particolare elogio della lentezza, da cui alla fine sono fiorite considerazioni meta-culturali, diversamente postmoderne.

E se - appunto- il nascente e misterioso web 3.0, si dice pomposamente semantico o intelligente, domandasse, paradossalmente, una volta spinta al massimo le macchine e la visione futuribile, al contrario, non una banale corsa da podisti in ipertensione ma focus antivirus basati su una diversa lentezza? In certo senso oltre la freccia del tempo consueta, quindi, più una specie di Sospensione atemporale?

Questo e altro nel dialogo-interview di seguito.

D- Sara, un autoritratto diversamente lento, mi riferisco a un tuo recente articolo che mi ha colpito...

R - Oggi navigo nel reale, tra la laurea in Storia contemporanea, diverse collaborazione nel campo dell'editing, poi l'impiego come documentalista al Centro di Documentazione Servizi Educativi del Comune di Ferrara, e ora la nuova esperienza come collaboratrice del quotidiano locale-globale on line ferraraitalia. Per me quest'ultimo è lo scenario ideale: una testata atipica, meno cronaca e - quasi una netta affinità - più approfondimenti, storie emblematiche e cultura. Pur non essendo giornalista di professione, la mia indole al documentare si avvicina alla natura della testata perché appunto, in genere miro alla profondità radicale delle cose e delle situazioni e dei temi, sottolineo con disincanto, cosi naturalmente, non scolasticamente. E con un metodo diversamente intuitivo: più che scrivere trascrivo attentamente le storie di chi incontro, mi piace riportarne le parole e l'intenzione, condividerne il senso; quando edito mi sento parte di una coreografia globale, come quando danzo o recito, il contesto cambia ma le modalità sono le stesse. E mi ritrovo molto anche nelle attuali iniziative in corso off line, come gli incontri in programma alla Biblioteca Ariostea del ciclo a cura di ferraraitalia dal titolo "Chiavi di lettura".

D- Ferraraitalia, infatti già un abbozzo del famoso web 3.0 all'orizzonte?

R - Premesso che trattasi, il web 3.0, di dinamiche ancora criptiche, in effetti il giornale è una sorta di comunità diffusa che abbraccia redattori e lettori... una chat gigante alla rovescia, estensiva e non implosiva come nei social network ancora prevalente. Infatti è in programma la creazione anche di uno spazio off line, in modo da incontrarsi anche fisicamente, e aprire i prossimi simposi tra collaboratori della testata anche ai lettori stessi.

D- Ferrara città d'arte, Mito e - o Realtà nei tempi della crisi?

R- E' anche Mito: la città in parte cela, in parte rivela alla luce del Sole, gioielli storici, architettonici, culturali in generale, incluse molte risorse umane, pubbliche e anche private, associazionismi vari, ecc., da preservare e salvaguardare. Certamente anche da ottimizzare: forse, crisi inclusa non banale, mancano ancora strategie (private o pubbliche) più lungimiranti e a medio-lungo termine.

D- La stampa on line e le ciberculture nascenti, libri inclusi, dopo gli ebook ecc. che ne pensi?

R- Il libro ha un suo fascino oserei dire eterno, non solo conoscitivo, anche tattile, emotivo, sensoriale che i libri digitali non permettono... anche se questi ultimi sono certamente il futuro e favoriscono amplificazioni insospettabili... Ma tornando alla lentezza come tempo mentale, il libro stesso evoca questa quarta dimensione, ma tu che ne pensi?

Paradossalmente concordo, almeno fino a quando la simulazione non sarà tipo VR realtà virtuale full immersion o libri digitali con pellicole sensoriali... gli attuali e-reader sembrano ancora papiri di pietra! E in effetti ogni tecno-accelerazione alla fine ri.evoca (si pensi solo alle avanguardie primo Novecento, fuga in avanti e poi ritorno con Picasso e Miro all'arte primitiva...), il ritorno di ritmi azzurri, sereni, atemporali...

Ecco alla fine, capovolti i ruoli, tecnomagia, assorbito nella Community di cui prima.

info

https://www.ferraraitalia.it/author/sara

/2015/01/roma-verso-il-web-3-0-intervista-a-riccarda-dalbuoni/

/2014/02/roma-ferraraitalia-intervista-al-direttore-sergio-gessi-verso-il-3-0/

/2014/09/roma-capitale-e-la-provincia-intervista-al-prof-g-fioravanti-futuro-e-conoscenza/

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