rotate-mobile
Cultura

Roma, la poesia neopoundiana di Marco Tani, intervista

INTERVISTA a MARCO TANI autore di  "Diario a rovescio" (La Carmelina, Ferrara-Roma). * Marco Tani (Ferrara, 1959) Laurea in Lettere Moderne, Insegnante, poeta, scrittore e artista visivo. Ha pubblicato "Altana d'Oriente" (Edizioni Del Leone, 1988)...

INTERVISTA a MARCO TANI autore di "Diario a rovescio" (La Carmelina, Ferrara-Roma). * Marco Tani (Ferrara, 1959) Laurea in Lettere Moderne, Insegnante, poeta, scrittore e artista visivo. Ha pubblicato "Altana d'Oriente" (Edizioni Del Leone, 1988) - a c. di Paolo Ruffilli, prefazione di Roberto Pazzi; "Diario a rovescio" (La Carmelina, 2014). Alcuni tesi nella antologie "Elettriche Poesie" - dedicata a Corrado Govoni (Librit/Poeticamente, 2006) e in "Schegge di Utopia" (La Carmelina, 2006). Ha pubblicato alcuni testi nelle riviste Sinopia ( a c. di Roberto Pazzi) e Luci della Città (a c. di Stefano Tassinari). Ha esposto lavori visual, anche poesia visiva in diverse città e gallerie italiane.

D - Marco, ritorno nell'agorà letterario, uno zoom sul tuo nuovo lavoro?

R - “Che io dipinga o scriva lo scopo è sempre lo stesso: raccontare storie”. La frase di Dino Buzzati mi sembra più che eloquente. Immagini che per amore si fanno parola, parole che per amore si fanno immagine. Il luogo comune secondo il quale l’immagine nella nostra epoca “soppianta” la parola e rende così il mondo analfabeta mi fa sorridere. Immagine e parola lavorano come gregarie l’una dell’altra. Per giunta la parola cos’è se non ciò che emerge da un setaccio che lascia cadere la fanghiglia e l’acqua sporca della chiacchiera trattenendo nella sua rete solo la pepita d’oro? “Quando trovo in questo mio silenzio una parola, scavata è nella mia vita come un abisso”: sembra che Ungaretti questo motto l’abbia scritto per noi di questo tormentato e vituperato “oltre duemila”…

D - Marco, più nello specifico, la lezione di Pound o Rilke o Campana, secondo certa critica, tuoi almeno input, ancora sublime in-attuale?

R - Pound, Rilke, Campana: inattuali in quanto eterni. L’eterno non è mai attuale, ma è irrinunciabile. L’attuale, concetto paradossalmente incompatibile, ci balla dentro che è una meraviglia. Un ossimoro perfetto. Togliere queste colonne è come togliere il Pantheon ellenico dai miti greci, come togliere Lucifero (o Cristo) dal Cristianesimo, come togliere i futuristi dal futuro con la scusa che sono già passati, come togliere il mito della Grande Madre dall’erotismo…

D - Marco, come mai un lungo silenzio letterario, nonostante esordi scoppiettanti, un libro per le edizioni del leone di un certo Ruffilli, tu stesso nel giro della rivista Sinopia di Roberto Pazzi e Luci della Città del compianto Stefano Tassinari?

R - Bisogna saper tacere anche per tempi lunghi, a volte.. Pound stette zitto per oltre dieci anni mentre tutti parlavano. E’ come allenarsi, poi si esce con la nuda verità, edenici e innocenti. La vita spesso reclama la precedenza nonostante noi stessi. Non possiamo abbandonarla: la vita è una gran dama. Merita lunghe cene silenziose a lume di candela, “A lume spento” avrebbe detto Pound… Non bisogna temere il silenzio. Se non ne accumuliamo tanto dove troviamo poi l’ideogramma della vita?

D - Marco, poesia e internet, potenziamento del verso, via digitale, o meccanizzazione prossimo ventura, se non già cronaca live?

R - Internet, potenziamento del verso, via digitale… Una riserva di parole e immagini illimitate che fa impallidire tutte le biblioteche… Internet è la biblioteca di Babele di Borges (altra colonna). Una follia vedere nel web un elemento antipoetico. E perché poi? Aveva senso nel 1912 opporsi agli aerei? Eppure qualcuno l’ha fatto schiantandosi inevitabilmente contro il muro del suono mentre l’aereo, appena inventato, si vestiva di paramenti ultraleggeri e poetici… No, il dovere eterno di chi produce immagini e parole è volare umano, come ho scritto in una delle mie poesie… E volare umano significa implicitamente volare alto senza stupirsi che si è ancora, appunto, uomini. Ernst Junger disse che non c’è niente di più naturale di ciò che assurdamente genera meraviglia… E noi non siamo forse naturali con una tastiera in mano? “Ogni apparecchio ha 21 lettere più 5 per amore” Cinque come i sensi, che viaggiano intatti in questa fantastica carlinga lungo l’eternità, paradossalmente attuali più che mai…… La parola, oggi, vola almeno a Mach 1, una velocità incostante, che muta a seconda dell’altitudine e della rarefazione dell’aria…

R.G.

Info

www.edizionilacarmelina.it

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Roma, la poesia neopoundiana di Marco Tani, intervista

FrosinoneToday è in caricamento