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Roma, la Republica della Moldavia festeggia i 25 anni di libertà dall’oppressione comunista

Nel prestigioso Palazzo Brancaccio di Roma la Repubblica della Moldavia ha festeggiato i 25 anni di libertà dal comunismo. Anni che “non sono stati facili” ha esclamato l’ambasciatrice  Stela Stìngaci  nel presentare ai numerosissimi invitati la...

Nel prestigioso Palazzo Brancaccio di Roma la Repubblica della Moldavia ha festeggiato i 25 anni di libertà dal comunismo. Anni che “non sono stati facili” ha esclamato l’ambasciatrice Stela Stìngaci nel presentare ai numerosissimi invitati la bella serata di gala.

"Certo - ha continuato l’ambasciatrice, non è stato facile perché c’è ancora da risolvere il problema tran-Istria, ma siamo un paese che è entrato a pieno titolo in Europa e su questi abbiamo fondato la nostra repubblica. Tantissime le riforme che sono state fatte seguendo la Repubblica Italiana, che è una dei nostri maggiori partner commerciali e questa lunga amicizia, ha consentito all’Italia di stare al primo posto nelle esportazioni. Adesso la Moldova è bene integrata - così l’ambasciatrice Stìngaci- e ringrazio le associazioni di questo paese nate in Italia, presenti e tutti gli sponsor che hanno permesso la realizzazione di questa interessante serata”. Evidenziata dai bravissimi ragazzi denominati Briosonores che hanno letteralmente incantato il pubblico con i loro brani, aprendo la serata con O sole Mio e coinvolgendo il pubblico e strappando applausi convinti e balli.

Presenti alla serata diversi ambasciatori in Italia e la consigliera comunale di Palermo, legata da bella amicizia con l'ambasciatrice.

Poi la bellissima conviviale, preparata da chef italiani e moldavi, prodotti offerti da diverse ditte Italiane: pugliesi, lucane e marchigiane e tra le quali l’azienda alimentare Lolli di Paliano. Con la quale sta nascendo un ottimo rapporto commerciale, ma anche con altre aziende ciociare.

Giancarlo Flavi

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Republica Moldova. Stato dell'Europa orientale (33.843 km²). Capitale: Chisinău. Divisione amministrativa: 32 distretti, 3 municipalità e 2 unità territoriali. Popolazione: 3.958.000 ab. (stima 2008). Lingua: moldavo (ufficiale), russo, ucraino. Religione: non religiosi/atei 46,6%, ortodossi 44,4%, musulmani 5,5%, cattolici 1,8%, protestanti 1,7%. Unità monetaria: leu moldavo, al pl. lei (100 bani). Indice di sviluppo umano: 0,714 (113° posto). Confini: Romania (W) e Ucraina (N, E e a S). Membro di: Consiglio d'Europa, CSI, EBRD, ONU, OSCE e WTO. . ( così è scritto su Vikipendia)

Piccola, dotata di scarse risorse naturali, industriali e finanziarie ma popolata piuttosto densamente, la Moldova paga con la posizione di Paese più povero d'Europa lo scotto di una difficile transizione all'indipendenza, ottenuta per la prima volta nel 1991, nel momento della dissoluzione dell'URSS, dopo secoli di sottomissione politica a Mosca e a Bucarest alternativamente. Due sono stati fin dal primo momento i problemi maggiori del nuovo Stato: la riconversione dell'economia e delle strutture sociali dal sistema sovietico a quello “di mercato” e la ricerca di un'identità nazionale capace di unificare una società in cui coesistono radici etniche e culturali diverse. L'economia, basata su produzioni agroalimentari di modesta qualità destinate alle regioni fredde dell'impero sovietico, ha subìto con l'indipendenza una violenta contrazione per la perdita del proprio mercato; lo Stato, privo di risorse finanziarie, non ha potuto mantenere i livelli di sicurezza sociale precedenti; e mentre una parte della popolazione era orientata verso il ripristino di un rapporto più stretto possibile con la Russia e di un sistema di tipo sovietico, un'altra parte era tesa alla pura e semplice riunificazione con la Romania (di cui la Moldova aveva fatto parte fra il 1918 e il 1945); solo una minoranza era attivamente coinvolta nella ricerca di una via autonoma. Problemi non dissimili da quelli che hanno investito quasi tutte le altre ex Repubbliche sovietiche, aggravati però dalle peculiari condizioni di povertà del Paese e da violente tensioni nazionaliste, che nei primi anni Novanta sono sfociate anche in sanguinosi momenti di guerra civile, mai completamente superati. Nonostante la conquista della sovranità politica, la Moldova si ritrova divisa, con una parte non trascurabile del proprio territorio e della propria popolazione che vive isolata dal resto, in un regime di autoproclamata ma effettiva indipendenza; mentre i livelli di reddito dei quattro quinti della società restano così bassi, al di sotto della soglia ufficiale di povertà, da provocare un tasso di emigrazione quale nessun altro Paese europeo ha mai conosciuto nell'ultimo secolo.

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