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Roma, Longevity Day e Aubrey de Grey per la prima volta in Italia il 24 0ttobre

Deleyva Editore, l'Italian Institute for the Future, la Longevity Alliance Italia, la corrente di pensiero del Connettivismo, l'Open Biomedical Initiative, l'Associazione Italiana Transumanisti, il Network dei Transumanisti Italiani, insieme ad...

Deleyva Editore, l'Italian Institute for the Future, la Longevity Alliance Italia, la corrente di pensiero del Connettivismo, l'Open Biomedical Initiative, l'Associazione Italiana Transumanisti, il Network dei Transumanisti Italiani, insieme ad altri enti e associazioni, organizzano a Roma per sabato 24 ottobre alle ore 17:30 nella Sala Eventi dell'area archeologica dello Stadio di Domiziano (Piazza Navona), un incontro nell'ambito dell'International Longevity Day.

A discutere di questi temi saranno alcuni tra i principali esperti italiani ed internazionali: Nel corso dell'incontro sarà inoltre presentata l'edizione italiana del testo più rivoluzionario del longevismo, "La Fine dell'Invecchiamento" di Aubrey de Grey, portato in Italia da Deleyva Editore. INTERVERRANNO - Alessio Brugnoli (Scrittore, membro del connettivismo); Riccardo Campa (Sociologo, professore presso l'Università Jagellonica di Cracovia); David De Biasi (Coordinatore della Longevity Alliance Italia e co-fondatore del Network dei Transumanisti Italiani); - Aubrey de Grey (ricercatore presso l'università di Cambridge, direttore del progetto SENS, autore del libro La Fine dell'Invecchiamento); - Alberto Mazzocato (Traduttore e curatore dell'edizione italiana de "La fine dell'Invecchiamento"); - Roberto Paura (Presidente dell'Italian Institute for the Future); - Bruno Lenzi (CEO Open Biomedical Initiative); - Emmanuele Jonathan Pilia (Direttore esecutivo dell'Associazione Italiana Transumanisti e direttore editoriale di Deleyva Editore); - Ilia Stambler (membro dello IEET – Institute for Ethics and Emerging Technologies, ricercatore presso Bar-Ilan University).A chiudere la giornata sarà presentata una Tavola Rotonda, moderata da Remo Montanari, Luca Bevilacqua e Massimo Saviotti (membri del board dell'Associazione Italiana Transumanisti). Nel corso dell'incontro sarà inoltre presentata l'edizione italiana, del testo più rivoluzionario del longevismo, "La Fine dell'Invecchiamento" di Aubrey de Grey, prima pubblicazione in assoluto italiana, a cura della stessa Deleyva Editore.

Abbiamo scambiato due parole di approfondimento con lo stesso Emmanuele Pilia di Roma:

D - Longevity Day sul piano organizzativo, un approfondimento? R – Il Longevity Day è un evento in cui tutti noi crediamo molto, nonostante i vari problemi che lavorare con il pubblico può comportare: ma è un male a cui ci sottovalutiamo volentieri, se questo ci porta a poter divulgare le idee legate al longevismo ad una platea sempre più ampia, per riflettere su quali saranno le sfide che un prolungamento indefinito della vita porterà al nostro sistema economico, all'assetto della nostra società, all'assistenza medica, insomma, al nostro mondo. Saranno presenti molti politici e giornalisti, per cui sarà importante cercare di parlare proprio a loro, nonché anche ad un pubblico generalista, per cercare di capire quale sarà la strada che la nostra società dovrà intraprendere.

D - Sempre su Aubrey de Grey, un libro sorprendente in arrivo? R – Sì, un volume che non faccio fatica a definire come uno dei più controversi libri pubblicati negli ultimi decenni: La fine dell'Invecchiamento, pubblicato per la prima volta in inglese nel 2007. Attualmente il testo è in prevendita presso il sito Produzioni dal Basso, dove è possibile prenotarlo oggi avendo un consistente sconto sul prezzo di copertina. Ma tolte le questioni commerciali¸sono estremamente felice di pubblicare questo libro, questo per due ragioni: la prima, è che al libro hanno collaborato decine e decine di persone ed enti, come l'Italian Institute for the Future, l'Associazione Italiana Transumanisti e l'Open Biomedical Initiative, cosa che ha dato il via a quello che spero possa essere un ricompattamento operativo (e non solamente al livello di idee) di molte di queste associazioni che con tutte le loro differenze specifiche ed ideologiche lavorano per un comune obiettivo, ossia cercare di tracciare una differente strada per il nostro futuro in Italia. Ho omesso volutamente uno tra gli enti con cui abbiamo lavorato per questo libro, e l'ho fatto per offrirgli gli onori che meritano: la Longevity Alliance Italia, coordinata dal filosofo David de Biasi, che ha condotto un lavoro di revisione scientifica del testo semplicemente pazzesco!

Il secondo motivo per cui credo molto nel lavoro che, assieme a tutte queste persone, stiamo conducendo, è che questo non è un semplice libro, ma un manifesto, un urlo d'amore per la vita, una chiamata alle armi capace di scaldare il più freddo tra i cuori verso un obiettivo che credo debba essere messo in agenda da ogni governo che abbia a cuore la vita dei cittadini che sono chiamati ad amministrare: la lotta all'invecchiamento, e quindi, alla morte.

D - Curi Deleyva Editore, infatti, specializzata sul postumano... Una scansione al volo sui libri finora prodotti? R – Questo è ormai il terzo anno di attività, non molto se facciamo il paragone con altre case editrici, ma abbastanza da poter parlare del nostro percorso. È vero, siamo particolarmente interessati al postumano ed alle ricerche ad esso connesse, e questo nelle nostre molteplici anime, che indagano l'ambito degli urban studies e dell'architettura da una parte, e della filosofia e della bioetica dall'altra. La nostra linea editoriale si dipana da un lato portando in Italia testi di autori chiave come L'Architettura del Continuo di Lars Spuybroek o appunto La fine dell'invecchiamento, di Aubrey de Grey, oppure con ricerche nate da nostre attività, come Lezioni dalla fine del Mondo, che nasce dal voler formalizzare il percorso di ricerca di Alessandro Melis sul futuro delle nostre città avviato presso l'Università di Architettura di Auckland, o ancora due straordinari testi inediti di Riccardo Campa, La specie artificiale e La rivincita del paganesimo, entrambi testi incredibilmente controversi, che hanno come cuore la stessa natura dell'occidente: nel primo, l'idea è quella di elaborare una bioetica evolutiva, capace di superare le idiosincrasie della bioetica cattolica e i limiti della bioetica vagamente progressista, concentrata eccessivamente sull'oggi, mentre nel secondo, la prospettiva è quella di un confronto diretto tra cultura e filosofia cristiana e cultura e filosofia pagana, così da andare a ricercare quali siano le radici della cultura occidentale moderna. Potrei scrivere ancora ed ancora, ma credo che inizierei a diventare davvero autoreferenziale...

INFO Emmanuele Pilia- Formato nella facoltà di Architettura di Roma, Valle Giulia, Emmanuele Pilia è interessato alle contaminazioni tra cybercultura, epistemologia ed estetica, dando particolare attenzione alle espressioni architettoniche ed artistiche che raccolgono l'eredità situazionista e la sfida neo-utopista della corrente di pensiero transumanista, tema su cui si concentrà la maggior parte dei suoi saggi ed articoli. È Art Director della rivista di epistemologia Divenire, Rassegna interdisciplinare di studi sulla tecnica ed il postumano, e redattore di Art a part of cult(ure). Sin dal 2008 ha pubblicato diversi saggi ed articoli riguardo la storia dell'architettura, l'utopia, l'estetica ed il transumanesimo, su riviste come Àgalma, Il giornale dell'Architettura, PRISMO. Nel 2010, assieme a Massimiliano Ercolani ed Emidio Battipaglia, fonda il laboratorio di TransArchietttura ALTA. Dallo stesso anno, collabora alla cattedra di rappresentazione tenuta dal professor Fabio Quici. Nel 2012 fonda, assieme a Massimiliano Ercolani, Alessia Rinaldi ed Emidio Battipaglia, Deleyva Editore. Con Deleyva Editore curerà l'edizione italiana de L'architettura del continuo, di Lars Spuybroek, e Topie Impitoyable, di Léopold Lambert, e pubblicherà i testi Citymakers e Lezioni dalla fine del Mondo (con Alessandro Melis), entrambi incentrati sulle relazioni tra immaginario, corpo, città e violenza. Di fatto, è convinto che l'architettura sia intrinsecamente violenta, a causa del fatto che il principale compito di tale disciplina sia quella di dividere gli spazi. L'architettura è una potente arma politica, e come ogni arma andrebbe maneggiata con cura. Ogni architetto è quindi un soldato che deve decidere contro chi combattere. Proprio su questo tema, in un'ottica di previsione di scenario legata all'analisi degli attuali trend di sviluppo urbanistico e tecnologico, sta portando avanti una ricerca dal titolo VERSUS.

a c. di R. Guerra

https://www.longevityday.it/

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