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Roma, Post HumanTime, tra gli autori, il saggio del sociologo Bruno Turra

In AA.VV., Post Human Time, il futuro presente (La Carmelina edizioni, Ferrara-Roma, a c. di Federico Felloni) con note di Roby Guerra, Cristiano Rocchio e Maurizio Ganzaroli, tra gli autori (elenco autori complessivo in fondo pagina), da...

In AA.VV., Post Human Time, il futuro presente (La Carmelina edizioni, Ferrara-Roma, a c. di Federico Felloni) con note di Roby Guerra, Cristiano Rocchio e Maurizio Ganzaroli, tra gli autori (elenco autori complessivo in fondo pagina), da segnalare l'intervento saggistico e ciberculturale del sociologo Bruno Turra (originario del Trentino, laurea in sociologia univ. di Trento), tra i curatori, inoltre del progetto Valutazione.Net.

Di seguito un estratto:

BRUNO TURRA da "VIVERE BENE E PROGETTARE LA BUONA SOCIETÀ IN UN AMBIENTE TECNOLOGICO INTELLIGENTESiamo destinati a vivere in un ambiente tecnologico intelligente all'interno del quale ripensare profondamente i nostri bisogni dati per scontati per lungo tempo. Non possiamo più pensare di poter semplicemente gestire le nuove tecnologie intelligenti secondo la vecchia logica fordista; le nuove tecnologie tendono infatti a cambiare il nostro mondo di vita e noi stessi in quanto esseri umani, in modo mai visto prima: di fronte ad esse non possiamo permetterci di essere consumatori passivi, ma siamo spinti a sviluppare nuove progettualità, a costrire nuove capacità, ad optare per un deciso salto di consapevolezza. (Estratto dal capitolo UN BEL POSTO DOVE VIVERE) 9 suggerimenti per costruire piccoli mondi a misura d'uomo

(da Valutazione.net, 31 dicembre 2013)

In un contesto sociale sempre più urbanizzato e sempre più mobile sembra essersi modificato radicalmente il legame delle persone con i luoghi e delle comunità con i territori che abitano; da un lato come ha notato Marshall McLuhan più aumenta la mobilità e, in particolare, la velocità della mobilità, più viene distrutta la possibilità della comunità; dall'altro gli spazi sono sempre più privatizzati e ridotto a merce, trasformati in mero panorama in alcuni casi, spesso de-classificati a contenitori di beni e di oggetti, ridotti a supporti per il traffico di merci ed informazioni o, peggio ancora, deprezzati e ridotti a discariche per le esternalità della produzione e del consumo. Malgrado questo non possiamo che vivere in un ambiente senza mai dimenticare che la qualità della nostra vita dipende ampiamente dalla qualità dell'ecosistema in cui viviamo.

L'uomo del futuro che abbiamo imparato a conoscere attraverso l'immaginario cinematografico scaturito dagli incubi visionari di Philip K. Dick rimane un monito e allo stesso tempo una sinistra possibilità. Oggi comunque nessuno può vivere nei circuiti digitali dove viaggia il capitale globale e dove scorrono le informazioni; nessuno può ancora vivere bene nei circuiti della logistica planetaria dove circolano le merci stipate nei container non meno delle persone inscatolate nei charter; non possiamo vivere a lungo e in salute in non luoghi e negli ambienti degradati; per fortuna gran parte di noi vive ancora in uno spazio fisico, in un territorio, in un posto che si può riconoscere come "casa".

Malgrado si viva sommersi da prodotti materiali e servizi c'è ancora chi resta convinto che la qualità della vita e la salute dipendano anche dalla possibilità di respirare aria pulita, bere acqua pura, godere di buoni paesaggi, mangiare cibi naturali e salubri, coltivare buone relazioni personali, vivere in spazi a misura d'uomo, disporre di tempo libero, conoscere gli altri e conoscere se stessi. Il sistema socio-economico in cui viviamo non nega affatto queste possibilità: lo fa però attraverso la trasformazione dei bisogni in merci e servizi, attraverso il mercato, la privatizzazione e, in ultima istanza (e purtroppo) attraverso la distruzione dell'ambiente, delle culture, dei beni comuni e collettivi. Emerge con tutta evidenza la miopia di tutto un discorso collettivo, sulla crescita, sul teatrino della politica totalmente succube dei poteri forti della finanza, dove la democrazia diventa una rappresentazione rituale e stereotipata, dove la sostenibilità viene ridotta a semplice argomentazione, quasi sempre priva di applicazioni concrete. A fronte di questo c'è l'opportunità per ogni cittadino di cambiare rotta, di uscire dalle conversazioni politicamente corrette, di guardarsi attorno, di pensare e di proporre qualcosa lavorando su ciò che è vicino e di cui ci si può prendere cura direttamente.

(elenco autori libro Posthuman Time Pierluigi Casalino, Maurizio Ganzaroli, Roby Guerra, Achille Olivieri, Cristiano Rocchio, Marco Tani, Bruno Vigilio Turra, Stefano Vaj; cover Giancarla Parisi)

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