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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cultura

Roma, Roberto Guerra co-curatore e autore in Marinetti 70 (Armando editore)

Da  Marinetti 70, Sintesi della critica futurista (Armando editore, per l'anniversario della scomparsa di Marinetti, ma non del Futurismo), a cura di Antonio Saccoccio (Univ. Tor Vergta Roma e ricercatore ciberculturale e Roberto Guerra (poeta e...

Da Marinetti 70, Sintesi della critica futurista (Armando editore, per l'anniversario della scomparsa di Marinetti, ma non del Futurismo), a cura di Antonio Saccoccio (Univ. Tor Vergta Roma e ricercatore ciberculturale e Roberto Guerra (poeta e attivista futurista e futurologo) ecco in esclusiva il testo di quest'ultimo, estratto, dal titolo significativo e programmatico sul Futurismo dopo Marinetti e la sua Continuità aggiornata all'era informatica:

Marinetti e il Futurismo 1944 2014

Sorvolando l'arte dal secondo dopoguerra ad oggi è facile constatare dove siano finiti Marinetti e il futurismo: le espressioni artistiche più importanti e universali evocano di frequente l'impronta futurista, naturalmente sviluppata con esiti autonomi. Il motivo è banale: il futurismo lanciato da Marinetti fu una novità radicale rispetto alla tradizione (non solo artistica), anno zero, archetipo moderno con cui l'arte post-futurista, consapevolmente o meno, si è trovata a fare i conti. L'idea-chiave è proprio l'estetica della macchina futurista: tutt'oggi viviamo in una cultura tecnologica o della macchina da cui – inquinamento o meno – è impensabile uscire senza regressioni e involuzioni sociali. II futurismo è nato come arte d'anticipazione del futuro possibile e desiderabile, non certo alienante. Marinetti, piaccia o no, fu chiarissimo: «Il proletariato dei geniali, collaborando collo sviluppo del macchinario industriale, raggiungerà quel massimo di salario e quel minimo di lavoro manuale che, senza diminuire la produzione, potranno dare a tutte le intelligenze la libertà di pensare, di creare, di godere artisticamente» (....) In Italia, dopo il rogo futurista degli anni post bellici, certa tensione futuribile trova eco nei "teorici" delle avanguardie più recenti: Barilli,Spatola, Pignotti, Dorfles, Vergine, Munari, Bonito Oliva, Alinovi, persino Sgarbi; e poi Strano, Rella, eco a livello più "filosofico". ad essi vanno aggiunti i critici che coraggiosamente hanno liberato il futurismo dalle sciochezze del secondo dopoguerra: i vari Verdone, Apollonio, Benedetto, Lista, De Maria, Crispolti, Tallarico, Pinottini, Grisi, Curi,Bertoni, Agnese, Di Genova, Salaris, Zoccoli, ecc. (...) Marinetti è – con uno slogan – il Darwin dell'arte contemporanea;i futuristi sono i darwinisti, oggi neodarwinisti al passo con le altre invenzioni evolutive dell'arte contemporanea. Neodarwinisti, o magari, dopo la Internet Revolution, sono oggi net.futuristi o transumanisti, come attestano dagli anni Duemila pubblicazioni su riviste, libri, manifesti, performance, cd, video, convegni (Futurismo 100 live, Ferrara, 2009; Transvision, Milano, 2010; Eredità e attualità del futurismo, Roma, 2013): poeti, sociologi, ricercatori digitali..... (A.Saccoccio, R. Campa, V. Conte, R. Guerra, S. Balice, G. Giorgetti, oltre ad A. Fiore Ufagrà, S. Giovannini, G. Cecchini, P. Bruni etc.). «Tutti i Futurismi del mondo sono figli del Futurismo italiano» (*Elenco autori -contributi di Enrico Crispolti, Paolo Valesio, Simona Cigliana, Günter Berghaus, Gino Agnese, Giordano Bruno Guerri, Giorgio Di Genova, Riccardo Campa, Pierfranco Bruni, Vitaldo Conte, Massimo Prampolini, Patrizio Ceccagnoli, Giancarlo Carpi, Luigi Tallarico, Miroslava Hajek, Giovanni Antonucci, Massimo Duranti, Francesca Barbi Marinetti. Antonio Saccoccio, Roberto Guerra). INFO https://www.avanguardia21.it/catalogo/libro/marinetti-70-detail https://armando.it/marinetti-70 https://www.italiannetwork.it/news.aspx?id=26979

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