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Roma, Teatro L'Aura, un successo dopo l'altro

Dal primo debutto con La Santa sulla scopa nei primi giorni di ottobre 2014, il nuovo teatro L’Aura, che sorge a via Blaserna, una traversa di Viale Marconi, grazie alla bravissima direttrice artistica, autrice, attrice e regista Laura Monaco ha...

Dal primo debutto con La Santa sulla scopa nei primi giorni di ottobre 2014, il nuovo teatro L’Aura, che sorge a via Blaserna, una traversa di Viale Marconi, grazie alla bravissima direttrice artistica, autrice, attrice e regista Laura Monaco ha bruciato le tappe, conquistando un consistente pubblico di affezionati, dai giovanissimi, ai quali sono riservati appositi spettacoli pomeridiani e nei giorni festivi, agli adulti, che dimostrano interesse ed affetto per questo nuovo simpatico ed accogliente spazio teatrale. E’ stato infatti un piacere vedere tutte la platea al completo in occasione delle repliche del divertente ed indovinato spettacolo Due coppie ed una patata, scritto da M. Mazza, diretto da Eleonora Pariante, e con la interpretazione delle stesse Monaco e Pariante e dei bravi attori della compagnia Regis. La vivace commedia presenta la storia, apparentemente surreale, ma del tutto aderente alla realtà dei nostri tempi, di una madre e di una figlia, alle prese con i difficili equilibri della vita quotidiana, soprattutto per quello che riguarda il rapporto con l’altro sesso e tra famigliari; la madre ha una vita abbastanza movimentata e tende a trattare gli uomini come utensili da prendere e da lasciare; la figlia ospita nella propria abitazione un amico che la aiuta in cucina e per le varie faccende domestiche, ma sotto sotto è di lei innamorato. Si pone un problema da risolvere, quando la madre si presenta a casa con il suo nuovo “fidanzato” , molto più giovane di lei e apparentemente senza arte né parte, alla ricerca di un eventuale lavoro come attore. La figlia e il suo ospite, apertamente ed evidentemente contrari al nuovo rapporto sentimentale della madre, danno vita ad una intelligente quanto esilarante strategia per mandare all’aria l’eventuale matrimonio; e al termine di una serie di situazioni e di fasi concitate ed irresistibili, riescono ad ottenere il risultato sperato; così come anche l’ospite, in un auspicato finale da “e vissero felici e contenti” , riesce a conquistare gli affetti della ostinata figlia. Il tutto si svolge con ritmi scenici veramente encomiabili e molto graditi a tutto il pubblico, che ovviamente tributa ai quattro protagonisti della commedia lunghi applausi e numerose chiamate alla ribalta. Uno spettacolo molto ben concepito, ottimamente realizzato e quindi meritevole di essere ripreso per ulteriori repliche a Roma e fuori Roma.

E parliamo adesso del prossimo spettacolo, in programma al Teatro L’Aura, ovvero Il Figliol Prodigo, di Taranto e Paciullo, con Nino Taranto, Patrizio Paciullo, Vittoria Cipriani e Leandro Lodini. Lo-Paciù arriva dal Giappone, dove faceva l’attore comico. Ad aspettarlo, il padre Nino, romano verace, semplice, diretto, che non vede il figlio da quindici anni, “prodotto” inconsapevole di una scappatella di quasi trenta anni prima. Si sono frequentati poco e molto saltuariamente e i pochi ricordi che Nino conserva, sono di un ragazzo di diciotto anni pieno di entusiasmo, rumoroso, divertentissimo, che all’improvviso, per amore di una ragazza, parte per il Giappone portando con sé il sogno di fare l’attore comico. Ma, il Giappone, non solo ha un fuso orario completamente diverso dal nostro, ha anche una lingua, una tradizione, un umorismo e uno stile di vita totalmente diversi da quelli italiani. E così, due estranei, si ritrovano a chiamarsi “padre e figlio”, in un rapporto che diventa una sorta di “teatrino grottesco” nel quale il padre cerca in tutti i modi di conoscere un figlio totalmente diverso da lui, e figlio cerca di trascinare il padre in abitudini surreali che non gli appartengono. Tra scontri esilaranti sul diverso concetto di “comicità”: il padre intona accorato, stornelli romani, mentre il figlio pota i bonsai, il padre gli parla delle donne e di come travolgerle con l’abbraccio passionale tutto italiano, il figlio accarezza la sua fidanzata solo usando le bacchette e la corteggia con tappeti di crisantemi. Sul palcoscenico si consuma, a colpi di contrasti portati all’eccesso, un rapporto che da secoli è sotto i riflettori: quello di un padre, che deve imparare ad accettare le diversità di un figlio e di un figlio che non sempre segue la strada che gli è stata indicata. Nei due profili opposti, il padre istrionico e divertentissimo e il figlio rigido, misurato, quasi inespressivo, paralizzato in pause e silenzi eterni, si crea un nuovo strepitoso equilibrio che tira fuori l’importanza delle radici, del senso di appartenenza ad un luogo, ad una famiglia, ad una risata che alla fine, unisce anche chi guarda il mondo con occhi diversi. Uno spettacolo da non perdere, al teatro L’Aura dal 22 gennaio al 1 febbraio.

Franco Vivona

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