rotate-mobile
Cultura

Teatro di prosa a Roma, con spettacoli interessanti per tutte le categorie di spettatori

Consueta rassegna degli spettacoli teatrali a Roma, spettacoli che offrono serate ben fruibili da tutte le categorie di spettatori della Capitale : Alla Sala Umberto, L’amore migliora la vita, di Angelo Longoni : Che l’amore migliori la vita può...

Consueta rassegna degli spettacoli teatrali a Roma, spettacoli che offrono serate ben fruibili da tutte le categorie di spettatori della Capitale :

Alla Sala Umberto, L’amore migliora la vita, di Angelo Longoni : Che l’amore migliori la vita può sembrare un’ovvietà, un’affermazione talmente scontata da sembrare inutile. In realtà la nostra esistenza è invasa da altri sentimenti sempre più predominanti e che fanno parte del corredo del nostro vivere sociale: la rabbia e la paura. Siamo talmente concentrati sul nostro malessere da dimenticarci ciò che di bello potremmo avere se solo fossimo meno ottusi. L’ottusità è la caratteristica di tutti coloro che, pensando solo nei termini del proprio ambiente ristretto, attribuiscono alle proprie idee un significato universale. Così non ci accorgiamo della ristrettezza mentale che accorcia il nostro campo visivo e che ci rende mediocri, condannandoci alla pratica costante dell’ipocrisia. L’amore migliora la vita è una commedia divertente e scorretta sulla necessità di comprendere se stessi e le persone che ci sono vicine e che più amiamo. E’ una storia morale sulle piccole immoralità quotidiane che ognuno vive e subisce, sulle ottusità che ci pervadono e che facciamo tanta fatica ad abbandonare. L’amore migliora la vita è un richiamo alla comprensione di quest’assioma tanto ovvio quanto difficile da interiorizzare. Due coppie di genitori si trovano per discutere di un problema che riguarda i propri figli maschi appena divenuti maggiorenni. All’inizio i quattro sembrano essere molto civili e dimostrano di avere a cuore solo il bene dei propri ragazzi ma, quando si tratta di discutere della loro omosessualità e della loro volontà di vivere apertamente il loro amore, le cose si complicano notevolmente. Madri e padri mettono in luce tutta la loro fragilità morale e la loro protervia, diventano violenti, paurosi, meschini, facendo emergere anche le loro difficoltà di coppia e le loro frustrazioni. Non importa quale sia la loro provenienza sociale o la loro estrazione culturale, sono tutti inadeguati a mettere mano seriamente al proprio modo di intendere i sentimenti e al loro ruolo genitoriale. Teatro Sala Umberto, fino al 21 febbraio, con Ettore Bassi, Gaia de Laurentiis, Eleonora Ivone e Giorgio Borghetti, una commedia scritta e diretta da Angelo Longoni.

Al Teatro Argentina, Ti regalo la mia morte di Fassbinder : Con Ti regalo la mia morte, Veronika, Antonio Latella incontra per la seconda volta la poetica di Rainer Werner Fassbinder, dopo la messa in scena de Le lacrime amare di Petra von Kant nel 2006. La base di questo nuovo lavoro non è però un testo teatrale dell’autore bavarese, ma parte dell’opera cinematografica che Fassbinder ha dedicato alla rappresentazione e all’analisi della donna. Partendo dalla rievocazione della vicenda di Veronika Voss, ultima tra le protagoniste del suo cinema, lo spettacolo incontra alcune tra le figure femminili grazie alle quali il regista ha consegnato forse una grande, unica opera in cui sguardo cinematografico e biografia personale tendono inevitabilmente a coincidere. Una corsa folle, senza protezioni, una prolungata allucinazione in cui realtà e finzione diventano quasi indistinguibili. Un viaggio nella mente di Veronika, diva sul viale del tramonto e vittima della morfina somministrata da medici senza scrupoli, dove i ricordi diventano illusorie gratificazioni e i sentimenti merce di scambio, dove persino la morte è accettabile, come liberazione o nuova possibilità. Teatro Argentina, Ti regalo la mia morte, tratto dal film Veronika Voss, di Rainer W. Fassbinder, con la regia di Antonio Latella, con Monica Piseddu, Valentina Acca, Massimo Arbarello, Fabio Bellitti, Caterina Carpio, Sebastiano Di Bella, Estelle Franco, Nicole Kehrberger, Fabio Pasquini, Annibale Pavone, e Maurizio Rippa.

Teresa Mannino torna al Teatro Ambra Jovinelli : Dopo una stagione di sold out in molti teatri italiani, Teresa Mannino torna al Teatro Ambra Jovinelli con il suo spettacolo Sono nata il ventitré. Oltre 140 repliche in un anno, per uno spettacolo che sembra non esaurire mai il suo pubblico. Se è vero che siamo la somma di quello che siamo stati, di quello che siamo e delle scelte che faremo, sicuramente questo spettacolo ci mostrerà ciò che ha reso Teresa Mannino, Teresa Mannino! “Ho voglia di raccontarmi - dice Teresa Mannino - Voglio raccontare al mio pubblico la mia vita, com’ero, come sono cresciuta e come è cambiato il mondo intorno a me’. Un viaggio nella sua infanzia, tra i piccoli e grandi traumi di allora che magari poi si sono rivelati formativi. ‘Sono diventata quella che sono passando attraverso momenti difficili che mi hanno fatto crescere. Ecco, voglio raccontarvi i miei traumi; ad esempio? Ad esempio che ero la terza figlia e quando toccava a me fare il bagno, l’acqua non c’era più. Un classico. E poi voglio parlare dei calciatori di ieri e di oggi e del rapporto genitori figli”. Così, passando attraverso il racconto della sua infanzia trascorsa nell’ambiente protettivo ma anche adulto e forte della sua Sicilia, dei rapporti genitori e figli, o quello dei mitici anni ’70, Teresa ci racconta la sua versione dei mutamenti avvenuti in questi ultimi anni. “La mia forza e determinazione derivano dalla mia famiglia – afferma la Mannino - dai miei genitori che mi hanno amata incondizionatamente. Ero una ribelle ma loro mi hanno sostenuta anche quando non ho seguito le orme familiari, come ad esempio nei miei studi universitari”. Oggi che da figlia è diventata madre, Teresa individua nel rapporto genitori figli un cambiamento critico per cui siamo diventati iperprotettivi a scapito di bambini che crescono impacciati ed insicuri: “Siamo genitori talmente preoccupati di tutelare i figli dai pericoli quotidiani che non curiamo la società nella quale dovranno crescere”. Tra i traumi della vita non poteva mancare quello del tradimento. La letteratura classica è piena di eroi ed eroine infedeli. Ma guarda caso le donne che tradiscono non vengono perdonate e di solito muoiono, mentre gli uomini traditori non muoiono mai, semmai sono le amanti a fare una brutta fine! Così Teresa prenderà in prestito la figura dell’eroe classico, quella di Ulisse e, alla luce dei tormenti di Penelope, rivelerà il suo potenziale di antieroe di tutti i tempi. Sono nata il ventitré è lo specchio dei suoi pensieri; e siccome pensa sempre quello che dice e dice sempre quello che pensa, sarà un’esperienza divertente seguire il suo filo logico. “Sono una persona diretta, nel bene e nel male – conclude Teresa Mannino - Questo è il mio pregio ed il maggior difetto. Quando mi interpellano per sapere come la penso rischio sempre di ferire e di essere ferita. Sembra un paradosso, ma la sincerità può essere male interpretata. Anche nella mia carriera, soprattutto all’inizio, quando non mi conosceva nessuno, ho rischiato più volte di lasciare di stucco il pubblico per i miei modi diretti. Ora si divertono un sacco”.

Teatro Sette, Ce lo chiede l’Europa : Una commedia che vede protagonista l’esilarante ed insolito trio composto da Fabio Avaro, Vanina Marini, anche in veste di regista, e la Banda Dell’Uku nella forma dei tre musicisti Fabrizio Sartini, Luca Sgamas e Emiliano Giuliano. Uno spettacolo che promette tante risate e buona musica. Prendete un attore squattrinato e sconosciuto, tre musicisti di una band che sbarca il lunario facendo serate qua e la per locali e aggiungeteci una malcapitata giovane e promettente regista di teatro intenta ad allestire uno spettacolo per partecipare ad un bando della Comunità Europea che le farebbe ottenere un cospicuo finanziamento. L’improvvisata compagnia ha poche ore per creare uno spettacolo vincente: riuscirà la giovane regista a domare l'esuberante attore con al seguito la sua assurda band? Riusciranno tutti a rispettare le rigide richieste del bando? Gianni è un attore che da anni prova con scarso successo ad imporsi nel mondo del teatro. La sua vita e quella dei musicisti che lavorano stabilmente con lui sono ora ad un punto morto: gli ultimi spettacoli sono stati dei fiaschi clamorosi ed ormai vivono sommersi di debiti. Gianni lavora come barista nel foyer di un teatro e con la Band fa feste di musica country in posti squallidissimi. La soluzione a tutti i loro guai sembra presentarsi quando nel teatro dove lavora deve andare in scena uno spettacolo di una giovane affermata regista, che a poche ore dal debutto dello spettacolo, al quale assisterà un commissario del Fondo Europeo per l’arte e la cultura, viene abbandonata dall’attore protagonista e dalla sua orchestra. La giovane è nel panico. Unica soluzione, idea forse malsana, chiedere a Gianni e la Banda dell’Uku di sostituirli. Per Gianni e la Banda è la grande occasione. Tutto perfetto dunque se non fosse che il testo deve essere originale ed inoltre ideato, scritto e messo in scena trattando tematiche specifiche richieste dalla comunità europea nel bando, il tutto in poche ore. Per la giovane e promettente regista, Gianni e la banda, sarà la notte più lunga della loro vita.

Comix al Teatro Vittoria : Dall’autore di spettacoli raffinati ed immaginifici, capace di sbalordire il grande pubblico con immagini strabilianti, arriva uno spettacolo inaspettato, dirompente, diverso dall’immaginario barocco di cui Emiliano Pellisari ci ha abituato: un mondo allegro, tratto dalla fantasia del mondo pop, un gioiello del physical theatre. Comix nasce dalla fucina di Emiliano Pellisari Studio, ormai di casa nei teatri francesi, con le caratteristiche del nouveau cinque: le capacità atletiche circensi si mischiano con la poesia del teatro, l’armonia della danza ed i giochi della luce. Dal mondo dei fumetti, ecco, dunque, Comix, tante piccole grandi storie fantastiche dove il gesto atletico e la comicità creano un mix di ilarità e divertimento. Uno spettacolo che nasce dalle suggestioni dei cartoni animati e dall’arte grafica dove si realizzano i sogni eterni dell’uomo: volare nel cielo come uccelli, nuotare dentro il mare come pesci o scomporre il corpo umano e farlo scomparire come fantasmi. Comix è gioia in movimento, gesto atletico e divertimento al ritmo di musica jazz.

Lo stile di Emiliano Pellisari è stato definito dal teatro francese nouvelle magie e danse arienne. Ad oggi i suoi spettacoli sono considerati inclassificabili: la danza si combina con l’arte scenotecnica e la fantasia. La sua carriera artistica è estremamente eclettica: è stato autore teatrale, scrittore, ha fatto esperienza nel cinema come organizzatore, regista e sceneggiatore, attualmente è scenografo, costumista, illusionista, regista teatrale, coreografo sui generis e, infine, produttore di se stesso. Gli spettacoli di Emiliano prendono vita nel suo Emiliano Pellisari Studio, uno spazio teatrale/atelier dove vengono sviluppate le macchine teatrali e, di concerto, le tecniche coreografiche.

C’era una volta… al Teatro della Cometa: Pino Insegno e i Baraonna, nello spettacolo musicale C'era una volta Signore e Signori Buonasera. In scena, con Pino Insegno, Valentina Varone, Vito Caporale, Delio Caporale, Daphne Nisi, e Eleonora Tosto, con la regia di Alessandro Prete In una città qualsiasi, in un appartamento qualsiasi, in una notte qualsiasi, oggi: un uomo davanti al suo piccolo televisore, sta navigando annoiato attraverso i vari programmi, all'improvviso come per magia viene catapultato all'interno dello stesso. Inizia così un viaggio attraverso il mondo catodico degli anni 60, 70 e 80, i suoi miti, le canzoni, gli sceneggiati, il cinema. Pino Insegno e i Baraonna prendono per mano gli spettatori e li conducono, con musica, parole ed effetti speciali, attraverso le emozioni di un passato straordinario. Nel decennio '60-'70 la tv diventa per tutti e gli abbonati passano da 2 a 13 milioni. Il pubblico non va più nei bar a vedere la televisione e l'apparecchio troneggia al centro della vita familiare. Produttività e ricchezza crescono rapidamente e il Paese si trasforma. La modernità irrompe nella società. È in questi anni, con la nascita e il rapidissimo sviluppo della televisione, che si modificano profondamente le abitudini e gli stili di vita degli italiani; al punto da non poter distinguere più se di questo progresso la televisione sia stata un effetto o una causa. Un fenomeno sociale di portata storica. (fv)
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Teatro di prosa a Roma, con spettacoli interessanti per tutte le categorie di spettatori

FrosinoneToday è in caricamento