Paliano, giornate FAI di primavera
Le giornate FAI di primavera stanno arrivando...il paese della provincia che ospiterà i visitatori il 25 e 26 marzo, sarà Paliano!
Gli orari delle visite, aperte a tutti, sono dalle ore 9,30 alle ore 13,00 e dalle ore 15,00 alle ore 17,30.
Le prenotazioni potranno essere fatte in piazza Marcantonio Colonna, dove, al raggiungimento del numero per la formazione dei gruppi, le nostre GUIDE locali, il sig. Umberto Romani, il sig. Maurizio Turriziani e il sig. Roberto Salvatori, insieme agli apprendisti Ciceroni dei FAI, a titolo completamente gratuito, accompagneranno i partecipanti nella visita negli antichi rioni, nella Collegiata di S.Andrea Apostolo, nella Sartoria Rinascimentale e nella Biblioteca di S.Maria di Pugliano.
Di seguito le aperture straordinarie previste per l'occasione:
Biblioteca di S. Maria di Pugliano
Documenti risalenti al VIII sec. attestano che la contrada di S. Maria di Pugliano era un piccolo borgo con castello. Agli inizi del XIV sec. il sito fu distrutto: possiamo ancora vederne i resti affiorare dal terreno in località Bosco Castello. Secondo gli storici un'immagine della Vergine qui venerata, sarebbe stata portata in salvo in una piccola chiesa vicina, dove nel XVI secolo si stanziarono i conventuali con un modesto fabbricato annesso alla piccola chiesa.
Il convento di S. Maria di Pugliano è posto a cavallo di una amena collina a cinque km da Paliano. I Passionisti vi giunsero nel 1755 e il loro convento fu, fin dalla fondazione, un luogo di formazione: da una parte la vita di contemplazione, dall'altra la cultura per poterla comunicare. La Biblioteca era, quindi, un luogo fondamentale e nacque nel 1765. Data anche la povertà radicale delle origini, fu costituita lentamente nel tempo e in seguito prese consistenza il corpo del fondo antico, che fu completato solo all'inizio del secolo successivo. Oggi la biblioteca di S. Maria di Pugliano comprende opere sia antiche che moderne: custodisce 33 manoscritti, 15 incunaboli e 2.598 volumi del fondo antico, collocabili cronologicamente tra il 1501 ed il 1830. Le Giornate FAI saranno un'occasione per svelare un patrimonio librario dal valore inestimabile, sottratto all'usura del tempo conservato gelosamente in un antico luogo di devozione.
Collegiata di S. Andrea Apostolo
Fu costruita nel XVI secolo, per volere dei Colonna, su un edificio preesistente dedicato al Patrono, con una cripta privata per la famiglia committente. La Chiesa venne ampliata e trasformata in un seicentesco pantheon da Filippo I, con la realizzazione della Cappella Ducale, in collegamento con l'adiacente Palazzo e della Cappella di Zancati. Tra il 1644 e il 1666, durante l'epoca del Cardinale Girolamo, l'edificio subì, anche se nel rispetto e nella valorizzazione del preesistente, una completa rielaborazione progettuale ad opera dell'architetto Antonio Del Grande. Nel corso dei secoli successivi, soprattutto negli anni '30 del '900, la Chiesa è stata oggetto di numerosi rifacimenti.
L'interno a pianta basilicale, diviso in tre navate, conserva alcune interessanti opere d'arte che coprono un periodo che va dalla prima metà del '600 alla fine del '700. Al centro dell'abside in alto, sovrastante il coro ligneo, vi è lo straordinario dipinto ovale con il Martirio di S. Andrea, opera di Tommaso Conca (1734-1822), nipote del più famoso Sebastiano. L'opera fu commissionata, nel 1789, dal prevosto dell'epoca, un certo Trovalusci. Nell'ultimo altare della navata sinistra la tela Gesù bambino appare a S. Antonio da Padova, a S. Antonio Abate e a S. Francesco di Paola, opera di Stefano Pozzi (1699-1768) uno degli artisti privilegiati dai Colonna. Lungo la navata destra si può ammirare Il martirio di S. Caterina di Alessandria di Nicolò Ricciolini (1678-1763). Il dipinto fu commissionato nel 1760, in occasione dei festeggiamenti per la nascita di Filippo III Colonna.
Fu costruita nel XVI sec. su committenza dei Colonna e trasformata in pantheon della famiglia dal principe Filippo I. Custodisce numerose opere artistiche, tra cui segnaliamo il pregevole organo a canne Catarinozzi del 1727, la cappella di S. Andrea con balaustra e monumento a Filippo Lorenzo Colonna di Bernardino Ludovisi, e la cappella della Madonna di Zancati, raffigurata in un affresco quattrocentesco rinvenuto l'8 settembre del 1630 nella chiesa del diruto Castello di Zancati, attribuita al pittore Petrus. Le lunette laterali del lucernario della stessa cappella accolgono due dipinti attribuiti al pittore reatino Vincenzo Manenti (1600-1674). Nel secondo altare della navata destra, è collocata una tela che la tradizione attribuisce al Caravaggio. Si tratta del Noli me tangere, opera di pittore ignoto della metà del XVII sec, forse allievo del Guercino. Degni di nota l'altare dedicato alla Confraternita del Gonfalone e la copertura della navata centrale, di gusto barocco.
Palazzo Colonna
Paliano era da tempo una delle roccaforti strategiche dei Colonna; nella Fortezza (XV sec.), che domina dall'alto il paese, oggi casa di reclusione, vi era acquartierato un importante contingente delle truppe Colonnesi, che resteranno in servizio fino ai primi del 1800 quando verranno congedate da Filippo III Colonna (1760-1818), al termine del periodo feudale in accordo con Papa Pio VII.
Uno dei figli di Filippo I e Lucrezia, il Cardinale Girolamo I Colonna (1604-1666), completa, nella seconda metà del 1600, l'edificazione del Palazzo aggiungendo una nuova ala con l'aiuto dell'Arch. Antonio Del Grande; il fabbricato resterà da allora ad oggi pressoché immutato, con il suo fascino lineare ed austero, tipico delle antiche residenze gentilizie della campagna romana.
Ha ospitato dalla sua edificazione fino ad oggi quindici generazioni di famiglia. Durante il secondo conflitto mondiale è stato per un periodo requisito dalle forze armate tedesche, che lo hanno saccheggiato e abbandonato in stato rovinoso. Subito dopo la guerra, è iniziato un lento e costante restauro e riarredo. I prospetti esterni hanno beneficiato negli ultimi dieci anni di un attento restauro conservativo, che testimonia la cura ed il legame affettivo della famiglia Colonna per questa antica dimora storica.
Nel 1620 Filippo I Colonna avviò la costruzione del Palazzo di Famiglia. L'edificio fu ampliato negli anni 1664-66 dal figlio di Filippo, il cardinale Gerolamo, con l'aggiunta di un'altra ala fu trasformato in dimora aperta verso la vallata, con un bellissimo cortile porticato nei due lati corti, così come lo vediamo oggi. Gerolamo si avvalse dell'architetto di famiglia, Antonio Del Grande (1625-1671) che utilizzò il peperino, per connotare, anche da un punto di vista cromatico, gli elementi compositivi. Il Palazzo si è arricchito, negli anni, di opere d'arte e arredi preziosi trasferiti da altri luoghi. Interessante la Sala delle Armi, in cui sono conservati trofei di guerra tolti ai Turchi a Lepanto, armi antiche e ritratti di personaggi vari. Nei saloni del piano nobile, oltre ai dipinti di artisti italiani e spagnoli del XVII e XVIII secolo, si conserva un ritratto di Marcantonio Colonna di Scipione Pulzone e uno di Papa Martino V da ritenersi copia del Pisanello.
Sartoria dell'abito rinascimentale
Il Palio dell'Assunta e il corteo storico di Paliano sono ufficialmente inclusi tra i "cortei storici nazionali ed europei". Ben 700 figuranti in costume sfilano accompagnati da musici, sbandieratori, archibugieri, nella Rievocazione di 2 eventi storici: la concessione degli Statuta Terrae Paliani nel 1531 e il Trionfo di Marcantonio Colonna Principe di Paliano dopo la vittoria di Lepanto (1571).
Da molti anni la città di Paliano promuove la conoscenza della propria storia attraverso il Palio dell'Assunta e il Corteo, che rievoca due importanti eventi storici: la concessione degli Statuta Terrae Paliani nel 1531 e il Trionfo di Marcantonio Colonna Principe di Paliano dopo la vittoria di Lepanto del 1571. Nel corteo ben 700 figuranti, accompagnati da musici, sbandieratori e archibugieri, sfilano indossando costumi bellissimi, le cui tecniche di realizzazione vengono tramandate nei laboratori della "Sartoria dell'abito Rinascimentale" ormai divenuto anche un museo dell'abito di Paliano. I costumi di scena dei figuranti del Corteo Storico sono ispirati al ciclo pittorico del 1573-75 affrescato lungo le pareti della sala del Capitano all'interno della fortezza dei Colonna (attuale Casa di reclusione).
Passeggiata negli antichi rioni
Passeggiando per Paliano si incontrano edifici e luoghi di pregevole interesse artistico. Gli Apprendisti Ciceroni ci guideranno alla scoperta delle vestigia del suo passato e, attraverso il loro sguardo curioso e la narrazione appassionata, ci daranno una visione completa della città. Paliano è un gioiello incastonato tra i monti Prenestini ed Ernici nato attorno ad una Rocca Militare che per secoli ha sorvegliato l'intera valle del Sacco e la Città di Roma. Conserva la struttura urbanistica originaria, con le Mura Castellane che circondano il centro storico, con tante porte di accesso che conducono al cuore del paese. Chiese e palazzi nobiliari si affacciano su strade e piazze, ma anche le caratteristiche abitazioni medievali con le murature a tufelli di arenaria. Scopriremo storie, usi e tradizioni che si celano dietro i nomi delle strade, delle piazze e degli slarghi più antichi della città, prendendo spunto dalle targhe in ceramica realizzate dai detenuti della Casa di Reclusione