Frosinone, Giobbe Covatta e Pino Quartullo in scena al Nestor
Il 14 dicembre alle ore 21, andrà in scena al Teatro Neston di Frosinone “Hollywood burger”, scritto da Roberto Cavosi con Giobbe Covatta, Pino Quartullo e Fausto Caroli. Lo spettacolo, diretto dallo stesso Quartullo, è prodotto da La Contrada Teatro Stabile di Trieste di Livia Amabilino.
NOTE DI REGIA
Quanti possono dire di aver raggiunto lemete che si erano prefissati all’inizio della propria vita? Quantipossono essere pienamente soddisfatti per aver realizzato il propriosogno? In una mensa per artisti negli Studios ad Hollywood, due attorimitomani, assolutamente alla deriva ma tenacemente aggrappati al sognodel cinema, se ne dicono e ne fanno di tutti i colori; si passano espalmano sui loro hamburger senape, maionese, ketchup, con un fareconvulso e ingordo come la loro voglia di far parte, in un modoo nell’altro, della magia di Hollywood. Un inserviente li trattacome fossero intralci, inutili ingombri, ma Leon e Burt nonsmettono di fare a gara con le loro disgrazie e disavventure. Snocciolano aneddoti con Stanley, Jack, Robert, Francis, Al, Ridley,Meryl, Giulia: sono classici “name-dropper” (quelli che “sgocciolano” inomi dei personaggi più famosi come fossero intimi amici). Forse sonoanche bravi attori ma il destino si è accanito contro di loro; sono duetipiche vittime del sistema hollywoodiano; allo stesso tempo così“teneri” da farci innamorare di loro: troppo indifesi per una junglacome Hollywood. Ed è in questa jungla che Leon e Burt ci conduconoper mano raccontandoci la loro vita attraverso i loro film. Leon chepoteva essere il protagonista di 2001 Odissea nello spazio, il capolavorodi Stanley Kubrick, ma totalmente nascosto in un travestimento da scimmia.Burt Bart che prende parte a molti film di successo, ma il suo ruolo (dalkilleromosessuale ne Il Padrino al vampiro postino in Dracula,passando per l’accordatore del pianofor-te di Sam in Casablanca, e persino peril venditore di preservativi ai dodici Apostoli) vienesempre irrimediabilmente tagliato in fase di montaggio. E così queifilm “mancati”, famosissimi, mitici, in cui hanno lavorato senza poteressere riconoscibili o da cui sono stati poi fatti fuori, diventano per noi unviaggio nei ricordi, una parte della nostra esistenza, una sezione dellanostra stessa identità. Le frustrazioni di Leon e Burt sono anche un po' metafore delle nostre, e ognuno può riconoscere in esse le proprieinsoddisfazioni. Non sapremo mai se quello che si confidano è frutto di una crudele realtào di una delirante follia ma le loro frustrazioni, le loroaspettative disattese di una improbabile carriera cinematografica, lirende così tragici da farli diventare esilaranti, eroici clown beckettianidel nostro mondo. Dopo decenni, infatti, attendono ancora“l’occasione” e aspettano che passi di lì Jack Nicholson. Aspettando Godot degenera in Aspettando Jack Nicholson: Beckett tracima inQuentin Tarantino. Con le loro storie, Leon e Burt Bart, attraversano tutta la cinematografiaamericana e la loro vita, con un crescendo di aneddoti esilaranti,tensioni impreviste, rivelazioni inaspettate, fino ad esplodere in unviolento paradossale finale. Un mondo che ti lusinga per tradirti e dal quale è bene rubare anche lepiù piccole briciole di felicità, perché è solo su quelle che si puòcostruire, come ci insegnano Leon e Burt, la propria vita e lapropria dignità. Non esistono piccole o grandi parti, piccoli o grandiattori sullo “schermo” del mondo, esistono solo piccoli o grandi uomini.
Scene e costumi: Andrea Stanisci
Disegno luci: Bruno Guastini