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Anagni-Paliano, richiesta caratterizzazione ambientale per la presenza di PCB nella zona

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA RETUVASA: Abbiamo invitato i sindaci di Anagni e Paliano a sottoscrivere una richiesta di caratterizzazione ambientale (nell’ambito delle competenze della Regione Lazio e dei fondi assegnati all’emergenza della Valle...

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA RETUVASA: Abbiamo invitato i sindaci di Anagni e Paliano a sottoscrivere una richiesta di caratterizzazione ambientale (nell’ambito delle competenze della Regione Lazio e dei fondi assegnati all’emergenza della Valle del Sacco, amministrati dalla Protezione Civile) di parte del territorio dei Comuni di Anagni e Paliano, che possono essere stati interessati da una contaminazione di PCB, già riscontrata in alcuni anelli della catena alimentare (uova e latte ovino).

La richiesta è comunque inviata dalla nostra associazione agli uffici regionali interessati (Ufficio Conservazione Qualitá e Bonifiche Siti Inquinati - Ufficio Valle Sacco - Direzione Regionale Infrastrutture e Ambito Politiche Abitative Area Pianificazione Protezione Civile) e, per conoscenza, alla Procura di Frosinone.

In un’area situata al confine tra i Comuni di Anagni e Paliano sono emersi recentemente valori di positività per PCB in alcuni alimenti di origine animale (uova e latte ovino).

Il rinvenimento dei pericolosi inquinanti ha indotto la ASL di Frosinone e il sindaco di Anagni ad attivare idonee misure di interdizione al consumo di tali prodotti nell’area contaminata. Sono in corso supplementi di analisi da parte di ASL Frosinone e ARPA Lazio.

La storicità della contaminazione per inquinanti congeneri (diossine e PCB) di aree limitrofe induce a considerare indispensabile l’intervento secondo capacità e competenza di tutti gli enti/amministrazioni interessati, nonché la messa in campo di adeguate risorse finanziarie al fine di avviare una capillare rilevazione ambientale, nel pieno rispetto del D.Lgs 152/06, nella fase embrionale del processo di contaminazione; evitando in tal modo le ripercussioni di natura sanitaria-ambientale-economica che la vicenda, tutt’altro che risolta, dell’emergenza ambientale dell’ex SIN “Valle del Sacco” hanno comportato.

La copertura finanziaria per compensare gli oneri derivanti dalle attività di caratterizzazione ambientale può essere garantita dalle provvigioni trasferite, al termine dell’emergenza, dall’Ufficio commissariale alla Regione; per un criterio di continuità tecnica gestionale il Piano della caratterizzazione potrebbe essere messo a punto dall’ex struttura operativa commissariale, oggi nelle disponibilità della regione Lazio. Ciò garantirebbe, oltre che l’omogeneità dello studio ambientale, una gestione oculata delle risorse finanziarie visti i costi sostenuti nel passato per le attività di caratterizzazione attuate secondo procedure di gara, anche europea.

Si riporta di seguito una scheda descrittiva del contesto e dell’opportunità della presente richiesta.

La contaminazione accertata sui prodotti animali

Come riporta la ASL Frosinone (prot. 2639, 01.10.13), è stata riscontrata una importante positività a PCB NDL in 4 prelievi di latte ovino effettuati intorno al 15.05.13.

Rispettivamente:

  • 48,4 ng/g (Loc. Castellaccio – Paliano);
  • 47,7 ng/g (via Bosco Castello – Paliano);
  • 45,9 ng/g (via Bosco Castello – Paliano);
  • 93,4 ng/g (via san Bartolomeo – Anagni ).

Successivamente, in 1 campione di uova di gallina prelevato in data 27.07.13 in località via Valle di Dentro (Anagni ), situata nel raggio di circa 1-2 km. dai luoghi citati sopra, si è riscontrata una positività ancora più grave (208 ng/g). Possibili cause aggravanti della contaminazione In data 19.06.13 si verificava un grave incendio, le cui cause sono oggetto di indagini della Procura di Frosinone, presso lo stabilimento di produzione di CDR di ACEA ARIA sito in loc. Castellaccio (Paliano), comportante la formazione di una densa e molto estesa nube che investiva più direttamente il territorio dei Comuni di Paliano e di Anagni (zona ovest). In risposta a quanto richiesto da una comunicazione ASL Frosinone S.S.O. Igiene e Salute Pubblica – Distretto A (prot. 299, 19.06.13), i sindaci di Anagni e Paliano consigliavano alla popolazione di ridurre l’esposizione alle esalazioni, evitando di soggiornare all’aperto nell’area interessata dalla nube e tenendo chiuse le imposte delle proprie abitazioni; il sindaco di Anagni disponeva inoltre la chiusura del plesso scolastico di San Bartolomeo per il giorno in questione (ord. 120/13). In seguito, in via meramente cautelativa, lo stesso sindaco ordinava il divieto di consumo e commercializzazione di ortaggi, frutta, foraggi, uova e pollame prodotti e/o allevati nelle vicinanze del luogo dell’incendio, per un raggio di circa cinquecento metri dal capannone di ACEA ARIA (ord. Anagni 124/13, 20.06.13; quattro giorni dopo analoga ordinanza era prodotta dal sindaco di Paliano). Arpa Lazio, come descritto nella relativa Relazione (prot. 0053569, 02.07.13), attraverso l’esame delle centraline dell’aria riscontrava presso le stazioni di rilevamento di Anagni e Colleferro un valore di IPA di gran lunga superiore a quello dei giorni precedenti e successivi e presso la stazione di Ferentino un valore significativamente superiore; tali valori risultavano comunque inferiori a quelli riscontrati nel periodo dell’anno di massimo inquinamento dell’aria per ragioni meteoclimatiche (dicembre/gennaio). Attraverso i dati raccolti da appositi campionatori dell’aria nel periodo 19.06.13-27.06.13, due in località San Bartolomeo (Anagni) e due nel territorio del Comune di Paliano, loc. Colle Grande, Arpa Lazio rilevava inoltre valori inferiori a quelli obiettivo in termini di media annua o comunque non critici per IPA, diossine, furani e metalli pesanti. Per quanto riguarda i PCB, si evidenziavano per loc. San Bartolomeo valori non critici, suggerendo però Arpa Lazio l’opportunità di ripetere i rilevamenti, in assenza di dati storici. Non ci risulta che tali rilevamenti siano stati effettivamente ripetuti. Ma soprattutto, risulta a nostro avviso piuttosto sorprendente che Arpa Lazio non abbia ritenuto opportuno eseguire campionamenti sui terreni. A seguito della trasmissione della già citata Relazione Arpa Lazio 02.07.13, i sindaci di Anagni e Paliano ritiravano le suddette ordinanze cautelative. Pervenuti i risultati delle analisi effettuate sui prodotti animali di cui al punto precedente, di conseguenza, in seguito alla succitata comunicazione di ASL Frosinone del 01.10.13, il sindaco di Anagni emetteva ordinanza contingibile e urgente cautelativa (202/13) per impedire l’uso di alimenti contaminati dall’inquinante PCB nelle frazioni comunali di Faito, Valle di Dentro, Ponte del Papa e Pisciarello, prescrivendo per tali luoghi il divieto assoluto di allevamento avicolo all’aperto o dove gli animali possano razzolare nel terreno, nonché l’utilizzazione e il consumo di ortaggi. Il giorno precedente, 30.09.13, su richiesta del sindaco di Anagni si era tenuto un incontro coinvolgente ASL Frosinone (Dipartimento di Prevenzione, Servizio Veterinario, Servizio Igiene e Ambiente) e Arpa Lazio. Confermata, da parte del Servizio Veterinario della ASL – Distretto A, la presenza di PCB in uova di gallina e latte ovino, si stabiliva che Arpa Lazio avrebbe monitorato i relativi terreni, dietro indicazioni del Servizio Veterinario. Ci risulta che, anche se con grave ritardo rispetto al manifestarsi dell’evento, stiano iniziando in questi giorni i campionamenti. Storicità della contaminazione La succitata evidenza sinora disponibile dai campioni animali suggerisce che l’incendio dello stabilimento ACEA ARIA possa aver aggravato, non causato, la contaminazione da PCB; in precedenza nell’area erano già presenti positività, benché note successivamente. Va ricordato al riguardo che importanti positività alle diossine e ai PCB in campioni animali e vegetali, tra cui uova di gallina, erano già state riscontrate nel corso del 2009, con epicentro loc. “Quattro Strade”, di fronte all’inceneritore di pneumatici e all’impianto produttivo della Marangoni Tyre, teatro di una serie di incidenti (in particolare, fuga di carbon-black dall’impianto produttivo), anche recenti, nonché di ripetuti esposti inoltrati dai residenti e da associazioni ambientaliste. In tale occasione, prima il commissario prefettizio e poi il sindaco di Anagni, disposero una serie di ordinanze (ordd. 49/09 e ss.) analoghe alla succitata n. 124, tuttora vigenti in quanto non è stato comunicato dalla ASL il superamento della situazione di criticità. Le analisi sulle diossine e i PCB in campioni animali sono costose e l’indisponibilità di adeguate risorse economiche rischiano di causarne l’interruzione. Ricordiamo ad es. che nella nota n. 4552 (10.11.09) di ASL Servizio Veterinario - Distretto A, indirizzata a Comune di Anagni e Difensore Civico, l’Istituto Zooprofilattico Veterinario di Lazio e Toscana si dichiarava non in grado di procedere nelle analisi compiute entro il piano di monitoraggio di latte di massa bovino, in cui era stata riscontrata diossina, in tutte le sue varie componenti, se non opportunamente finanziate. Alcune ipotetiche cause della contaminazione Le cause della contaminazione possono essere molteplici, di varia natura e origine ed è probabile che si manifesti un “effetto accumulo”, che solo una caratterizzazione ambientale applicata ad un’area vasta potrà discriminare. Ci limitiamo a suggerire alcune delle fonti in linea teorica interessanti:

  • Autostrada A1 (e in subordine SS Casilina e SS Anticolana);
  • Inceneritore di pneumatici Marangoni Tyre – entro un raggio di circa 2 km. dalle zone contaminate;
  • In subordine al precedente, inceneritori di CDR di Colleferro e inceneritore di biomasse di Bonollo Energia (quest’ultimo opera a temperature in linea teorica incompatibili con la produzione di diossine);
  • Incendio dell’impianto di CDR di ACEA ARIA del 19.06.13.

Imprescindibilità di un monitoraggio in area vasta

A fronte del pericolo per la salute pubblica e della necessità di chiarire in tempi brevi l’estensione e la gravità della contaminazione, il sindaco di Anagni (che tra l’altro ha presentato in questi giorni esposto presso la Procura di Frosinone, denunciando l’inefficienza di alcuni enti preposti ai controlli) si è opportunamente attivato per effettuare un monitoraggio in area vasta, integrante il suddetto in corso sui terreni, coinvolgendo esplorativamente un ateneo universitario del Lazio meridionale con idonee competenze.

Riteniamo essenziale che tale monitoraggio sia invece effettuato da apposito ufficio emergenziale, provvisto di specifici fondi, immediatamente disponibili, destinati alla risoluzione dell’emergenza della Valle del Sacco, in cui rientra pienamente l’area contaminata. È auspicabile, per ovvi motivi, che l’Ufficio regionale si avvalga, oltre che di ASL Frosinone e di Arpa Lazio, della collaborazione degli istituti scientifici nazionali quali ISPRA, ISS, Istituto Zooprofilattico.

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