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Martedì, 16 Aprile 2024
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Frosinone, un contratto di Fiume per il bacino idrografico del Sacco

L'evento Difendiamo  la Sanità Pubblica, tenuto presso l’auditorium  Paolo Colapietro di Frosinone dal 28 febbraio al 1 marzo 2015,  è stato  occasione  per lanciare la proposta di un Contratto di Fiume per il bacino idrografico della Valle del...

L'evento Difendiamo la Sanità Pubblica, tenuto presso l’auditorium Paolo Colapietro di Frosinone dal 28 febbraio al 1 marzo 2015, è stato occasione per lanciare la proposta di un Contratto di Fiume per il bacino idrografico della Valle del Sacco, e condividerla con le molte associazioni del territorio presenti al dibattito.

Un Contratto di Fiume è un accordo quadro per lo sviluppo territoriale (AQST) la cui sottoscrizione - da parte di Comuni, Province, ATO, Regione, Parchi, Associazioni della società civile - porta, nell'ambito di un percorso di riqualificazione fluviale, all'adozione di un sistema di regole caratterizzato da una serie di criteri: utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale e sostenibilità ambientale. La trasparenza delle azioni intraprese, grazie alla partecipazione di associazioni di cittadini è la caratteristica della progettazione partecipata che è il carattere distintivo del Contratto di Fiume.

A fronte di una situazione ambientale gravissima che perdura ormai da troppo tempo, che ha avuto e continua ad avere insopportabili ripercussioni sulla salute degli abitanti della Valle del Sacco, ( come può evincersi dal Rapporto Sentieri - Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento-condotto e finanziato nell’Ambito del Programma Strategico Ambiente e Salute dal Ministero della Salute), tanto da fare emergere nel complesso nel SIN del Bacino Idrografico del Fiume Saccoun eccesso di mortalità per tutte le cause”, le azioni di risanamento intraprese sin qui dagli Enti preposti si sono rivelate inefficaci e dispendiose azioni isolate, condotte per rispondere ad una situazione emergenziale che dura ormai da quindici anni.

È palese che una condizione emergenziale che dura da quasi vent’anni anni è una contraddizione in termini e non è più tollerabile che si stanzino ancora fondi per fronteggiare quella che “emergenza” non può e non deve essere considerata, e che, al contrario, è una situazione ormai “strutturale” che può essere risolta esclusivamente attraverso una visione strategica condivisa.

E’ ormai chiaro a tutti che continuare in questa direzione, con azioni "a pioggia" che non siano inquadrate in una visione strategica di risanamento dell'intero comprensorio significa continuare a sperperare denaro pubblico, che non solo non porterà alcun beneficio ma protrarrà ulteriormente una condizione inaccettabile dal punto di vista ambientale e della salute degli abitanti.

Sulla scorta delle esperienze europee ed italiane dei contratti di fiume, che sono stati applicati a territori e comprensori fortemente inquinati quali ad esempio il bacino del fiume Seveso e quello della Valle del Bormida, il Contratto di Fiume per il bacino idrografico del Fiume Sacco intercetta quei criteri di governance che sono stati indicati dall 'UE come gli unici in grado di garantire uno sviluppo sostenibile cioè durevole e condiviso. Condizione imprescindibile è che questo processo di piano per la tutela, in risanamento ed il rilancio socio economico della Valle del Sacco sia informato ai criteri di legittimità, trasparenza e legalità che solo un’azione di governance che preveda la più ampia partecipazione dei cittadini e delle associazioni della società civile può garantire. Alla base del contratto di fiume c'è il principio secondo cui uno sviluppo sostenibile si fonda su un equilibrio tra sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale e sostenibilità economica. E’ infatti chiaro che il rilancio economico del territorio è, al pari delle azioni di riqualificazione e tutela ambientale, è la priorità che deve essere alla base di qualunque azione di programmazione sul territorio. Per questi motivi il Contratto di Fiume dovrà prevedere azioni in materia di tutela e bonifica ambientale come uno specifico piano per l’assetto idrogeologico specifico per la Valle del Sacco, e di opere strutturali di ingegneria naturalistica per la difesa delle aree ripariali, ma dovrà anche individuare le tipologie di industrie “green” e le “Smart Technologies” che potranno garantire un’occupazione sostenibile e soprattutto durevole, senza compromettere l’ambiente. Contestualmente dovrà essere considerevolmente valorizzato il patrimonio storico e culturale dei Comuni che fanno parte della Valle del Sacco: dai centri medievali alle aree protette, dalla cultura gastronomica alle emergenze storiche quali abbazie, certose e castelli. I patrimonio storico medievale del territorio rappresenta un asset di fondamentale importanza per il rilancio del territorio, tra i più importanti d’Italia. I risultati di un contratto di fiume si valutano proprio in relazione alle sinergie che riesce ad instaurare tra i vari settori del territorio perché possa diventare “territorio resiliente”, in grado, cioè di reagire e rispondere in modo soddisfacente alle sfide proposte dal particolare momento storico, “mettendo a sistema” le proprie risorse, ambientali, culturali ed economiche per uno sviluppo che sia davvero “sostenibile”, cioè condiviso e durevole.

Ing. Roberto PASSETTI – Arch. Anita MANCINI

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