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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Piglio, ora si contano i danni dopo la bufera del vento

Io sono il vento! Questa era la canzona che negli anni ’60, faceva concorrenza  “Grazie dei fior”, “Guarda come dondolo” ed altre cantate nel festival di Sanremo.

Io sono il vento! Questa era la canzona che negli anni ’60, faceva concorrenza “Grazie dei fior”, “Guarda come dondolo” ed altre cantate nel festival di Sanremo.

Ma la “furia del vento” che si è abbattuta nei giorni scorsi sul Nord Ciociaria i pigliesi se la ricorderanno per sempre per i danni provocati sia in montagna che nella campagna passando per la collina.

Ovunque si notano alberi abbattuti, sdradicati, ed attorcigliati alcuni dei quali si sono addossati contro le abitazioni, ringhiere di recinzioni divelte, pali telefonici inclinati, serre agricole danneggiate, baracche demolite, antenne TV spostate dove è passata la “tempesta del vento”.

Anche l’eremo di San Lorenzo, fondato da San Francesco, ha subito danni nel patrimonio boschivo.

La furia del vento ha risparmiato la pianta ultrasecolare di elcino, ubicata nei pressi della chiesa di San Lorenzo.

Fortuna ha voluto che i danni sono stati provocati durante la notte tra Giovedì e Venerdì 6 Marzo; se fosse stato di giorno a quest’ora oltre ai danni materiali si sarebbero sommati anche quelli umani. Tutto è bene quello che finisce bene dice un adagio! Prevenire è meglio che curare!

Ora occorre chiedere lo stato di calamità non solo per rimuovere gli alberi e le sterpaglie e rami secchi sui terreni abbandonati che possono offrire esca, in caso di giornate estive, allo sviluppo d'incendi dannosissimi non solo per l’uomo ma per tutto il sistema ecologico forestale, ma anche per risarcire le persone che hanno subito dei danni ingenti.

Giorgio Alessandro Pacetti

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