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Regione Lazio, inchiesta rifiuti, approvata risoluzione della maggioranza

  Dopo un lungo dibattito in aula, con 13 interventi di tutti i gruppi consiliari, seguito all’introduzione del presidente della Regione, Nicola Zingaretti, il Consiglio regionale, presieduto da Daniele Leodori, è passato alla votazione delle...

Dopo un lungo dibattito in aula, con 13 interventi di tutti i gruppi consiliari, seguito all’introduzione del presidente della Regione, Nicola Zingaretti, il Consiglio regionale, presieduto da Daniele Leodori, è passato alla votazione delle risoluzioni, con cui si è conclusa la seduta straordinaria dedicata ai rifiuti.

Approvata quella firmata dai capigruppo di maggioranza nella quale si ribadisce piena fiducia “nell’attuale amministrazione regionale che ha affrontato fin da subito l’emergenza rifiuti a Roma” e si impegna la Giunta “a verificare tutte le autorizzazioni rilasciate, a partire da quella dei Monti dell’Ortaccio”, si ribadisce la contrarietà della Regione ai siti di Monti dell’Ortaccio e di Riano, si impegna l’amministrazione a “costituirsi parte civile nei procedimenti penali in corso”, a “sostenere attivamente la riduzione della produzione dei rifiuti”, a promuovere la “creazione di banche del riuso”, a proseguire “nell’azione di crescita della raccolta differenziata, a partire dal Comune di Roma” e nel lavoro di programmazione per il superamento dell’emergenza. Gli ultimi impegni, infine, riguardano la responsabilizzazione dei territori e la prosecuzione del risanamento della Regione attraverso la chiusura delle “altre megadiscariche presenti”.

INCHIESTA RIFIUTI, LE REPLICHE DI CIVITA E ZINGARETTI

A conclusione del dibattito sui rifiuti in consiglio regionale l’assessore Michele Civita e il presidente Nicola Zingaretti sono intervenuti per replicare agli interventi dei consiglieri.

Civita ha ricordato il lavoro dell’amministrazione dall’insediamento a oggi: “Intanto la gestione di un’enorme emergenza. Non solo a Roma, penso anche alla discarica di Bracciano. O si trova la maniera di ampliarla oppure non sapremo dove far scaricare i rifiuti di 25 comuni. Serve un impianto di trattamento, inoltre, per questa zona.

Stessa tematica per Guidonia: siamo partiti con la differenziata e abbiamo obbligato la Colari a realizzare l’impianto che era stato autorizzato da tempo. Abbiamo lavorato per individuare la nuova discarica temporanea di Roma, a Falcognana, il Comune ha fatto un’altra scelta. Adesso la sfida diventa quella di individuare un sito definitivo. Che dovrà essere di proprietà pubblica o reso pubblico. Nello stesso tempo abbiamo provato a innovare finanziando i Comuni per aumentare la raccolta differenziata”.

Infine Civita ha ripercorso la vicenda dell’impianto di Rocca Cencia, al centro di numerose intercettazioni: “Nessun favoritismo, è stata la Provincia di Roma a chiudere quell’impianto il 2 maggio 2011. Quando ci accorgemmo che non c’era l’autorizzazione chiedemmo alla Colari di mettersi in regola e informammo al Procura della situazione. Era un periodo critico, prendemmo in considerazione un’autorizzazione temporanea, ma dopo il documento dei carabinieri del Noe, posticipammo la chiusura solo per il tempo necessario a far smaltire i rifiuti degli eventi straordinari (concerto del primo maggio e beatificazione di Papa Wojtyla). Poi si seguì il percorso della conferenza dei servizi. Altro che sudditanza nei confronti di Cerroni”.

“Credo che dal dibattito di oggi sia arrivato un contributo a una gestione diversa dei rifiuti – ha dichiarato il presidente Zingaretti – Ma vorrei replicare innanzitutto a tre menzogne: quest’amministrazione non ha promosso Luca Fegatelli; l’assessore Civita non era a disposizione di Cerroni; c’è un fascicolo della Corte dei conti sulla nomina dei nuovi dirigenti è vero, ma è un atto dovuto dopo la presentazione dell’esposto da parte del M5S. La chiusura di Malagrotta: è vero, è un risultato ottenuto grazie anche al lavoro svolto dalla Giunta Polverini, come è stato detto. Ma vorrei rivendicare la mia coerenza negli anni passati da presidente della Provincia: ci siamo sempre opposti a nuovi siti nella Valle Galeria, anche assumendoci la responsabilità di indicare siti alternativi, anche quando non era di nostra competenza. Allo stesso tempo ci siamo impegnati nella raccolta differenziata, grazie anche alla collaborazione della giunta Polverini. Su Rocca Cencia sottoscrivo in pieno la ricostruzione di Civita. Ora bisogna fare in fretta: dobbiamo sostenere Roma Capitale, proporre un piano dei rifiuti innovativo, in cui si pone anche il tema della proprietà degli impianti, approvare una legge quadro sulla materia”.

RIFIUTI, PALOZZI(FI): “DEBOLE DISCORSO DI ZINGARETTI. SERVONO IMPEGNO E TRASPARENZA”

“Non ha convinto Nicola Zingaretti nel suo intervento durante il consiglio straordinario sui rifiuti in discussione alla Pisana. L’esposizione programmatica del presidente sul Piano Rifiuti Regionale è sembrata più che altro la solita agenda dei sogni: dalla necessità di accrescere le percentuali di raccolta differenziata al fabbisogno impiantistico del territorio. Esigenze sacrosante e doverose ma che la giunta regionale avrebbe dovuto affrontare con impegno ed efficacia sin dall’insediamento, datato ormai un anno fa. Anno durante il quale invece l’esecutivo zingarettiano, toppando totalmente nella gestione dei rifiuti del Lazio, è stato protagonista di politiche balbettanti e lacunose. Mi viene in mente il gioco dello scaricabarile, messo in scena con l’ex prefetto Sottile e il sindaco Marino per la scelta della localizzazione della discarica dell'immondizia capitolina. Ipotesi che ha mandato su tutte le furie le popolazioni residenti nell’area della Falcognana e di Cupinoro. In tema rifiuti, dunque, serve una svolta seria e coerente, un piano regionale concreto. Le parole e soprattutto le promesse stanno a zero, la comunità chiede risposte tangibili e trasparenti”. Così il consigliere regionale di Forza Italia, Adriano Palozzi.

SIMEONE: “GESTIONE RIFIUTI, ZINGARETTI SIA CONSEQUENZIALE E RENDA AUTONOMI I TERRITORI”

“L’intervento del presidente della Regione Lazio nel corso del consiglio monotematico sui rifiuti ci è sembrato un tentativo di giocare di retroguardia. Una difesa d’ufficio dell’operato della Regione che nulla toglie o aggiunge all’attuale stato di emergenza acuito dalle note vicende giudiziarie. Emergenza che non può essere arginata né tanto meno fermata facendo leva solo sull’implementazione della raccolta differenziata.

Una situazione di emergenza come quella in cui il Lazio versa da lungo tempo deve essere affrontata con misure rapide, efficaci, definitive che siano in grado di portare alla chiusura delle discariche, alla eliminazione di quelle lobby che hanno visto crescere l’interesse di uno a discapito dei nostri concittadini e dell’ambiente. Non sono un giustizialista, non lo sarò mai. Non mi interessa discutere di questioni che saranno approfondite dalla magistratura. Ma ho a cuore il futuro della nostra Regione e dei territori che rappresentiamo. Questo significa scegliere e rivoluzionare quel sistema culturale che è stato sinora alla base della programmazione, tra l’altro lacunosa, in materia di gestione dei rifiuti. Per questo accolgo con favore l’apertura effettuata dal presidente Zingaretti che in un passaggio del suo intervento ha parlato della necessità di creare una nuova filiera industriale legata al trattamento e alla sostenibilità dei rifiuti trasformandoli in una risorsa. Mi auguro che Zingaretti sia consequenziale con quanto sostenuto oggi in aula e sia capace di spezzare quell’atteggiamento, chiuso e bieco, che ha segnato le passate legislature che si sono dimostrate sorde alle proposte avanzate da quei territori che, come la provincia di Latina, volevano, senza oneri per le casse pubbliche, dotarsi degli strumenti necessari alla chiusura del ciclo integrato dei rifiuti sul territorio di produzione e all’archiviazione del monopolio delle discariche. Spero che la discussione sul piano rifiuti non si chiuda ancora una volta sul caso Malagrotta ma esca dai confini di Roma, entri nelle maglie dei territori, e risolva quei nodi che sinora sono stati tutelati per mancanza di coraggio e di scelte. Vogliamo differenziare? Differenziamoci prima di tutto nel modo di fare politica”.

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