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Regione, Zingaretti: "per aggredie la corruzione serve riformare uno Stato che non funziona"

“Molti, in questi giorni, chiedono di rispondere con scelte concrete al dramma della corruzione e alla denuncia dell’Unione Europea sulla montagna di tangenti pagate dai cittadini italiani.

“Molti, in questi giorni, chiedono di rispondere con scelte concrete al dramma della corruzione e alla denuncia dell’Unione Europea sulla montagna di tangenti pagate dai cittadini italiani. Ma, quando si passa dagli appelli alle proposte, si brancola nel buio. L’errore è pensare che la soluzione sia solo rafforzare la repressione. Il cuore del problema corruzione in Italia è nella sovrapposizione di competenze, nell’irrazionalità delle norme, in una macchina amministrativa opaca e inefficiente. Troppe leggi sembrano scritte quasi per non essere capite. Troppe volte un cittadino o un imprenditore non sa neanche a chi rivolgersi per ricevere un atto, un’autorizzazione, un documento, un parere. La zona d’ombra in cui si annida la corruzione sta qui”.

Lo scrive il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in un post sul suo blog dell’Huffington Post.

“Per aggredirla bisogna riformare davvero uno Stato che non funziona. La prevenzione della corruzione – spiega Zingaretti - sta nel coraggio della semplificazione, della trasparenza totale di ogni atto per bonificare la palude italiana. Primo punto: definire chi fa cosa.

Non è possibile, per fare un esempio, che oggi su temi come la cultura o l’ambiente tutti facciano un pò di tutto, a livello municipale, comunale, provinciale, regionale, nazionale, e sopra di questi a livello di normativa europea con gli interventi e gli indirizzi della commissione sulle politiche dei singoli stati.

Secondo: disboscare l’intreccio vischioso degli enti intermedi, cancellando enti che più che inutili sono addirittura dannosi.

Terzo: avviare una grande stagione di semplificazione normativa, basata su testi unici, riscritture di leggi, armonizzazione tra norme europee, statali e regionali.

Quarto: ridefinire la durata degli incarichi di una parte dei manager pubblici legandola alla durata degli incarichi elettivi e ponendo limiti certi alla durata massima e alla cumulabilità. Quando un nuovo governo, entra in carica, deve essere investito del diritto e del dovere di indicare manager capaci per sostenere l’attuazione di politiche efficaci”.

“Da qui siamo partiti anche per riformare un ente in grande crisi di credibilità come la Regione Lazio – conclude Zingaretti - Abbiamo cancellato la follia di avere 5 diverse società che si occupavano di sviluppo e abbiamo creato una società unica. Stiamo facendo la stessa cosa nel comparto della mobilità e dei trasporti passando da 3 a 1 società. In sei mesi abbiamo tagliato 75 poltrone nei Cda e nei collegi dei sindaci: da 88 che erano ora sono solo 13”

CORRUZIONE, PETRANGOLINI: “CON ZINGARETTI REGIONE LAZIO PIÙ TRASPARENTE”

“In un paese che è fanalino di coda per la lotta alla corruzione, il lavoro della Giunta Zingaretti in questi primi mesi diventa un punto di riferimento, in una Regione che ha conosciuto numerosi episodi di malcostume politico e amministrativo. In particolare, un’azione di monitoraggio sull’operato dei manager pubblici è cruciale per vincere la battaglia contro la corruzione”.

Teresa Petrangolini, consigliere regionale del Lazio, commenta così le parole pronunciate oggi da Nicola Zingaretti a proposito di lotta alla corruzione.

“Abbiamo visto i risultati di questa attenzione proprio in un recente caso di attualità. Si deve infatti all’amministrazione Zingaretti – racconta Petrangolini - il merito di aver bloccato, il 25 luglio 2013, il pagamento degli arretrati all’Ospedale Israelitico guidato da Antonio Mastrapasqua. Arretrati che si aggirano sui 18-19 milioni di euro e che erano frutto di fatture gonfiate e non dovute.

La Regione ha sospeso gli accordi contenuti in due protocolli, stipulati dalla precedente amministrazione Polverini nel 2011 e 2012, con un carico economico per la Regione pesantissimo. Atto che ha contribuito alle dimissioni di Mastrapasqua dall’Inps”.

“Come ha osservato giustamente Zingaretti – continua Petrangolini – al centro della lotta alla corruzione sta un meccanismo di controllo dell’operato dei decisori pubblici sempre più diffuso. Senza la trasparenza è impossibile fronteggiare sul serio la corruzione”.

“Proprio per questi motivi, tra qualche settimana, il Consiglio regionale comincerà la discussione della nuova legge sulla trasparenza della Regione Lazio. Una legge con la quale sarà arricchita la lista dei documenti da pubblicare obbligatoriamente, saranno aperte le Giornate della Trasparenza alla valutazione dei cittadini, sarà garantito l'accesso generalizzato dei cittadini alle informazioni che chiedono. Se questa legge - come credo - sarà approvata, diventerà più facile monitorare l’azione e le responsabilità di manager e amministratori pubblici, la Regione Lazio diventerà una delle più virtuose in Italia”.

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Noi, invece crediamo che per togliere la corruzione a facilissimo. Obbligare tutti gli uffici Nazionali, Regionali, pubblici e locali di dare risposte concrete al cittadino entro cinque giorni. Altrimenti scatta una denuncia d’ufficio da parte del dirigente per omissione d’atti d’ufficio.

Questo credo, possa essere un forte deterrente per la corruzione.

Faccio ad esempio la Regione Lazio: Se gli uffici preposti danno risposte a brevi mano tutto funziona meglio. Gli impiegati devono fare gli impiegati e nell’orario d’ufficio devono stare al loro posto e soprattutto essere più preparati per il lavoro che svolgono.

Fuori da subito, in tutti gli uffici, i fannulloni che pretendono anche le tangenti. Credo che da qui parte tutta la corruzione italiana. Ci vuole l’obbligo dell’efficienza.

Giancarlo Flavi

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