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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Anagni

Biodigestore di Anagni: per Federlazio non bisogna esitare, ma anche dalla Camera invocano risposte chiare

Il direttore di Federlazio Frosinone Battisti e il deputato Trano, membro della Commissione Bilancio, ritengono che sia un intervento da Green Economy ma, a vari livelli, che le preoccupazioni per la salute non debbano essere ignorate

Sull’avallata realizzazione di un biodigestore ad Anagni da parte della new company di Saf e Saxa Gres (Energia Anagni), approdata in un Consiglio comunale definito “un’assemblea improduttiva” da Legambiente, intervengono anche il direttore della Federlazio Frosinone Roberto Battisti e il deputato pontino Raffaele Trano (L’Alternativa c’è). Quest’ultimo, membro della Commissione Bilancio della Camera, si è tra l’altro laureato in Economia e amministrazione delle imprese all’Università di Cassino con una tesi incentrata sull’innovazione tecnologica delle piccole e medie imprese italiane.

I due lo vedono come un intervento da Green economy, all’insegna dell’Economia circolare che chiede l’Europa ed esplicita il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Ma, a vari livelli, concordano anche sul fatto che le preoccupazioni per la salute, esternate dalle associazioni ambientaliste e da parte della comunità politica e non, non debbano essere ignorate.

Per Battisti, però, gli studi scientifici e gli indirizzi dell’Unione Europea dovrebbero aver fugato ogni dubbio. Secondo il laziale Trano, tra i dissidenti del M5S, servirebbe massima attenzione perché i cittadini meritano risposte chiare.

Battisti: “Il biodigestore? Trasforma il vizio, i rifiuti, in virtù, l’energia”

“La Valutazione di impatto ambientale (Via, ndr) recentemente rilasciata dalla Regione Lazio al progetto del biodigestore di Anagni - argomenta Battisti - costituisce un’ulteriore dimostrazione di come stia meritoriamente modificandosi oramai l’approccio con cui ci si avvicina al tema del rapporto tra rifiuti e produzione di energia. Un tema peraltro già affrontato e risolto in altri paesi europei, ma che riveste un’assoluta centralità per una struttura industriale come la nostra: manifatturiera ed energivora e pertanto costretta a far fronte con approvvigionamenti oltreconfine a buona parte del proprio fabbisogno”.

“Dunque disporre di una diversificazione delle fonti di energia, includendo anche quella ottenuta dai rifiuti organici, diventa una questione strategica e ineludibile per il futuro del nostro sistema industriale - aggiunge poi - E in questo quadro la produzione di biogas ottenibile dal trattamento della Forsu ha indubbiamente dalla sua il grande pregio di trasformare, se così possiamo dire, il ‘vizio’ (la produzione di scarti alimentari) in ‘virtù’ (la disponibilità di energia autoprodotta) allentando un po’ la dipendenza energetica dall’estero del nostro sistema”.

“Del resto, se la stessa Missione 2 del PNRR prevede esplicitamente ‘interventi per l’economia circolare, programmi di investimento e ricerca per le fonti rinnovabili’ - va avanti - diventa veramente difficile mostrarsi ancora esitanti su questa strada, senza con ciò voler ignorare le legittime e comprensibili preoccupazioni per la salute espresse delle comunità locali, che però gli studi scientifici sull’argomento e gli stessi indirizzi dell’Unione Europea dovrebbero oramai aver fugato”.

“Il dovere di noi tutti, istituzioni, imprese, associazioni civiche, mondo della ricerca - conclude - è quello di impegnarsi a fondo per utilizzare nel trattamento industriale dei rifiuti organici tecnologie sempre più sofisticate che possano costantemente ridurre, fino ad annullare del tutto, l’impatto ambientale di questi processi di trasformazione, ma senza smarrire la consapevolezza che il loro riutilizzo in chiave energetica è auspicabile, perché economico e soprattutto sostenibile.

Trano: “Servono, però, massima attenzione e risposte chiare ai cittadini”

"Il progetto del biodigestore di Anagni, un impianto per trattare 84mila tonnellate di frazione umida, merita la massima attenzione - premette Trano - Ritengo che un'iniziativa del genere non possa essere calata dall'alto e che tutti gli interrogativi posti dai cittadini e dalle diverse associazioni presenti sul territorio debbano avere rapida ed esaustiva risposta”.

“La green economy, uno dei pilastri dello stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza - aggiunge poi - punta su biogas e impianti simili, ma è ormai noto che tali impianti creano spesso enormi problemi di miasmi e non solo, oltre a quelli di traffico per via dei camion carichi di rifiuti da e per quelle aziende. L'Italia ha bisogno di una svolta verde nell'economia, ma deve essere uno sviluppo realmente ecocompatibile, basato sulle migliori tecnologie e tenendo conto del contesto in cui vengono autorizzati particolari impianti”.

“La provincia di Frosinone - dichiara, infine, Trano, ha sofferto e continua a soffrire terribilmente a causa di una politica industriale selvaggia portata avanti negli anni passati e quella della valle del Sacco, dei veleni sversati per troppo tempo in quei luoghi, è una pagina nera per tutto il Paese. Mi sembra che neppure il sottosegretario all'ambiente si stia curando di un problema del genere e dunque me ne farò volentieri carico, approfondendo il progetto del biodigestore, in particolare gli elementi critici, e cercando di fornire alla comunità le risposte a cui ha diritto".

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