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Arce, consiglio infuocato con la Tari che vola alle stelle

In una lunga nota inviata alla stampa la minoranza consigliare parla di situazione: “che non si riesce a controllare e gli aumenti superano il 50%”

Ultimo consiglio comune infuocato ad Arce nel sud della provincia di Frosinone e non soltanto per la temperatura esterna, ma anche per il tema centrale della discussione e, per amore della verità, anche per la conduzione della seduta. All'ordine del giorno "solo" due punti; 1) interpellanze, mozioni ed interrogazioni; 2) approvazione delle nuove tariffe Tari.

“Ha preso subito la parola il Sindaco per fare... un'interrogazione. I consiglieri di minoranza sono perplessi, ritengono che l'interrogazione sia lo strumento con cui la minoranza chiede conto alla maggioranza sull'andamento dell'attività amministrativa, chi dovrà interrogare il Sindaco: se stesso? i suoi assessori? A norma di regolamento può farlo?

I consiglieri di minoranza – scrivono in una nota inviata alla stampa - chiedono, pertanto, di capire bene quale strumento regolamentare stia usando il Sindaco, ma il Presidente del Consiglio, con fare stizzito, redarguisce la minoranza e permette al Sindaco di fare le sue comunicazioni stile comizio. Senza stravolgere, già dall'inizio, le regole democratiche e magari con modi più civili e meno arroganti, il Sindaco avrebbe potuto/ dovuto semplicemente chiedere di poter parlare per sue comunicazioni invertendo l'ordine del giorno. Ma in questo caso ci saremmo trovati di fronte ad un comportamento democratico e ad una conduzione equilibrata. Eravamo invece al Consiglio Comunale di Arce.

C'e di più: Nulla di concreto, se non qualche invito ai presenti peraltro non ascoltato, fa il Presidente del Consiglio rispetto ai  continui rilievi della minoranza circa il mancato rispetto delle regole anti covid nella sala consiliare: la stanza è gremita e sulla porta ci sono persone in piedi una accanto all'altra, molti non hanno la mascherina. Anzi, il Sindaco continua in una modalità per la quale è stato già ripreso dalla Prefettura: continua, dicevamo, a dare informazioni circa la presenza di persone in quarantena in una determinata zona di Arce. Ma chi altro deve dirgli che non può non rispettare regole e diritti costituzionalmente protetti?

Si passa quindi alle interrogazioni della minoranza e noi chiediamo all'Assessore Colantonio e all'Assessore Gregori quale sia il piano di intervento per la sistemazione degli alunni delle scuole dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado nel rispetto delle prescrizioni anti/covid alla riapertura delle scuole. Risponde, soltanto, l'assessore Gregori: in modo garbato illustra le possibili soluzioni, non ancora definitive; quella più pregiudizievole sembra essere l'ipotesi dello spostamento di classi presso sedi fuori Comune soprattutto perché comporta anche questioni da risolvere relativamente al trasporto. Ancora all'assessore Colantonio si chiede conto di continue riparazioni a carico del Comune  della rete idrica non di proprietà comunale nella zona di Sant'Eleuterio a favore di utenti che non pagano Acea. Risponde, senza che il Presidente intervenga, il Sindaco. Ma l'Assessore ai lavori pubblici è muto? o il Sindaco non si fida di ciò che potrebbe dire? Si passa, quindi, al secondo punto all'ordine del giorno. Tema davvero scottante che non ha trovato spazio sulla pagina facebook  della maggioranza, sempre piena delle liete novelle circa l'operato della Amministrazione.

Questa notizia, l'aumento della tari del 55%, non era, secondo loro, di interesse per il popolo arcese, dunque niente informazione preliminare. A ben guardare  questo museo aumento non è degno neppure di informazione successiva, visto che anche  oggi nulla appare a riguardo sulla mitica pagina facebook pagata profumatamente da tutti noi e gestita, lo ripetiamo, con modalità informative da regime totalitario. Torniamo al punto: l'assessore Di Palma, assessore ai tributi nella presente e nella passata consiliatura, illustra, con evidente imbarazzo, la questione: sostiene che 1) e' diminuita la percentuale di differenziazione (si produce più indifferenziata)  con aumento conseguente del costo di smaltimento; 2) è aumentato, di per se, il costo dello smaltimento in discarica. Su tali presupposti, essendo il servizio dello smaltimento direttamente a carico dei cittadini, l'aumento del costo totale per le due cause suindicate si traduce concretamente con un aumento medio intorno al 50% per ciascun cittadino arcese che paga. Sussiste, poi, una grande percentuale di cittadini che si sottrae al pagamento di questo tributo, ma non, evidentemente dalla fruizione del servizio. Immediate e a ritmo serrato le domande a chiarimento dell'opposizione, per rispondere alle quali l'assessore Di Palma con il pieno consenso della maggioranza, si è avvalso delle spiegazioni tecniche del funzionario responsabile, dottor Lanni che ha partecipato, si partecipato, al Consiglio. a titolo?... Il presidente lo ha permesso. Anzi  diciamola tutta. A fronte di una precisa domanda dei consiglieri di minoranza per una risposta politica dell'assessore, interviene il Presidente per sollecitare la risposta del dottor Lanni. Ma si può? Ad Arce si. E il ha dato le sue spiegazioni, oltretutto con valutazioni a lui non consentibili... come se nulla fosse. Ma a parte il metodo, l'intervento di terzi, ecc... il dato inconfutabile evidenziato dalla minoranza e' il seguente:la raccolta differenziata , iniziata ad Arce dieci anni fa, che aveva fatto del nostro paese una mirabile realtà con percentuali di differenziazione tra le più alte della Regione, è diventata, nell'arco di quindici mesi, poco differenziata. Ed i costi sono lievitati. ed è aumentato anche il costo del conferimento in discarica.

Che il costo dello smaltimento di per se stesse aumentando era noto anche alla passata amministrazione che aveva provveduto a progettare la realizzazione di maxicompostiere, ma non aveva potuto portare a compimento questo progetto per le note vicende dovute alla decadenza prima della naturale scadenza. Circostanza questa, con onestà intellettuale, ammessa dall'assessore Di Palma. Ciò che l'assessore non ha saputo spiegare , invece, è il motivo per cui a quindici mesi dal suo insediamento ,questa Amministrazione (che è composta da due consiglieri della passata consiliatura e dagli stessi attuali Sindaco e vicesindaco che erano consiglieri di opposizione, dunque !tutte persone che ben conoscevano e dovevano conoscere la questione)nulla abbiano fatto per rendere operativo quel progetto già esistente o realizzarne uno alternativo. Ieri il vicesindaco nonché assessore all'ambiente nonché consigliere di opposizione nella passata consiliatura, pensava di rispondere a questo interrogativo posto dalla minoranza con una exusatio non petita che si è rivelata una vera e propria accusatio manifesta, una confessione: la realtà evidente e concreta e amara, anzi salata,salatissima per le tasche dei cittadini arcesi, è' che Lei non è stata in grado ,nelle sue diverse qualità, di promuovere un progetto alternativo ne' l'amministrazione di elaborarlo di suo;l'effetto: l'aumento della tari del 50%! A dire il vero la minoranza si è sforzata di cercare un suo intervento a riguardo anche nella passata consiliatura: ma lo sforzo è stato vano, Al di la delle parole e delle solite attribuzioni di responsabilità ad altri, resta la colpevole assenza di progetto alternativo!

Resta, e la minoranza lo ha sottolineato con forza, l'assenza di un piano preventivo di intervento per la diffusione della cultura della differenziazione o meglio, della ri-cultura visto che Arce differenziava ed era differente da come appare da quindici mesi a questa parte. Resta l'assenza, (per negligenza, per imperizia, per incapacità ?) di un piano per combattere l'evasione . Il risultato politico: l'aumento del 50% del tributo in questione. A questo contenuto deliberativo e prima ancora a questo modo di amministrare la minoranza si è opposta con forza, ma il risultato era scontato. La minoranza, però, non ci sta con il gioco al massacro di un singolo assessore su cui , per qualcuno forse politicamente torna comodo, scaricare ogni responsabilità. Certamente ognuno risponde dei risultati specifici del proprio ambito di competenza, ma l'inesistenza di un piano alternativo all'aumento del 50% della Tari a quindici mesi dal suo insediamento è per questa Amministrazione, per tutta l'amministrazione, un segno inequivocabile del suo pressappochismo amministrativo, della sua pochezza di strumenti progettuali, della sua scarsità di vedute Questo il risultato che questa amministrazione scarica addosso , davvero senza differenziare, sui cittadini arcesi. E non rende più sopportabile il peso di questo fardello, ciò che il Sindaco, ancora, (a che titolo, Presidente, rispetto a quale punto all'ordine del giorno?)per venti minuti ha voluto comunicare quasi fosse il suo solito comizio. Lui racconta di una "cittadella della salute"  nei locali della guardia medica... addirittura evoca attività che si svolgeranno li  che sono davvero irrealizzabili...Nessuna di queste toglierà, ove si realizzasse, mai, la ferita che Lui è tutta la su amministrazione hanno inferto al popolo arcese in un momento in cui è, come tutta Italia, già duramente provato da altro. Per negligenza, per imperizia, per imprudenza...? A qualsiasi titolo ciò avviene, è davvero una brutta pagina per Arce che ... era differente!”

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