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Lega contro Pd

Asl, l’ex Mastrobuono: "Primari nominati senza concorso". Lega: "Un po' di vergogna?"

Matone, Tripodi, Ciacciarelli e Ottaviani a valanga sul Pd regionale dopo le dichiarazioni dell’ex direttrice generale a Quarta Repubblica in merito alle nomine nell’Azienda sanitaria di Frosinone. D'Amato: "Nomine con la guardia di finanza"

Ai microfoni di Quarta Repubblica Isabella Mastrobuono, direttrice generale della Asl di Frosinone nel biennio 2014-2015, ha dichiarato che “in molte unità operative i direttori non erano stati nominati con concorso". A rincarare la dose ci ha pensato Giuseppe Tomasso, legale del sindacato Fials (Autonomie locali e sanità): “Sarebbe previsto dalla legge per un periodo massimo di 12 mesi ma invece ci sono casi di persone rimaste in quei posti per 7 o 10 anni".

All'attenzione del Pd regionale, allora, la Lega Lazio chiede sarcasticamente: "Un po' di vergogna?". L'assessore alla Sanità Alessio D'Amato, chiamato in causa dal Carroccio assieme al presidente Nicola Zingaretti, ha già assicurato che "tutte le procedure di conferimento degli incarichi di direzione di struttura complessa avvengono nel pieno rispetto della legge". 

Non secondo Pasquale Ciacciarelli, consigliere regionale della Lega e originario della provincia di Frosinone, che ha lanciato un'interrogazione sull'affaire primari. “Bisogna essere tesserati del Pd per fare i primari all’Asl di Frosinone? Perché l’Asl di Frosinone ha individuato i direttori delle unità operative senza un concorso? Perché si sono preferiti dei primari facenti funzioni persino dopo i 12 mesi previsti dalla legge? Una denuncia che arriva sia dall’ex direttore generale Isabella Mastrobuono, cacciata dal presidente Nicola Zingaretti e poi risarcita con 500mila euro, sia dai sindacati. Zingaretti e l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, non parlano?”.

D'Amato, dal canto suo, mette in chiaro che “sono ormai 3 anni che nel Lazio è in vigore una delibera pubblicata sul Bollettino ufficiale numero 67 del 20 agosto 2019, riguardante le procedure per le nomine di primari che vengono fatte con l’ausilio della Guardia di Finanza, in ottemperanza ad un protocollo di intesa con il Comando regionale Lazio della Guardia di Finanza in materia di controllo della spesa sanitaria. In particolare, le operazioni di sorteggio, condotte da una commissione aziendale, avvengono sempre alla presenza del personale della Guardia di Finanza per garantire la massima trasparenza”.

Tripodi riparte da Ruberti, Matone vuole chiarimenti o dimissioni

Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo regionale Angelo Tripodi, che riparte dal Caso Ruberti, già cavalcato politicamente da Fratelli d'Italia in vista delle ormai prossime Elezioni regionali. Zingaretti è candidato al Parlamento e, una volta eletto, rassegnerà le dimissioni da governatore. ''Il presidente della Regione Lazio - ritiene Tripodi - continua a scappare sulla commistione tra il Pd e l'Asl di Frosinone a proposito, dopo il caso polizze del fratello del commissario dei consorzi industriali Francesco De Angelis, dello scandalo sulle promozioni dei primari con la tessera di partito. Sembra tutto normale, un po' di vergogna? L'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato, ha qualcosa da dire? Anche perché le denunce arrivano dall'ex direttore generale dell'Asl, Isabella Mastrobuono, e dai sindacati''.

Categorica Simonetta Matone, capogruppo della Lega a Roma e candidata alla Camera, "Zingaretti chiarisca o si dimetta". E argomenta: "Quello che dice la dottoressa Mastrobuono è assurdo. Quello che abbiamo visto di Ruberti è scandaloso. E Zingaretti e D’Amato che non si spendono in prima persona per fare chiarezza su quanto accade a Frosinone dimostra come sia fatto il Pd, che si fornisce patenti di agibilità democratica a proprio uso e consumo, e si erge a paladino di moralità quando più gli fa comodo. Una vergogna. Perché De Angelis è ancora a capo del consorzio industriale di Frosinone? Chi si voleva comprare chi quella sera, tra minacce di morte e imperativi a inginocchiarsi? Non ci crede nessuno alla storia del calcio. Non ci credenessuno che Zingaretti non fosse a conoscenza dell’esatto contenuto di quella serata". 

Ottaviani: "Riforma del lavoro dalla Asl di Frosinone?"

“La trasmissione di Rete 4 - dichiara Nicola Ottaviani, coordinatore provinciale della Lega e candidato alla Camera nel collegio Cassino-Terracina - ha alzato il velo su una serie di vicende che hanno chiarito come la spesa sanitaria, negli ultimi anni, nella Asl di Frosinone, e quindi nel Lazio, sia riuscita a beneficiare medici e consulenti targati PD, impegnatissimi a livello elettorale. Il dubbio vero, a questo punto, è che allora quando Zingaretti e Letta parlano di riformare il mercato del lavoro si riferiscano proprio a quello che è stato congegnato alla ASL di Frosinone e dintorni, dove a lavorare erano sempre gli stessi, a discapito degli altri".

"Quello che è avvenuto è una vera assurdità e, per utilizzare un’espressione molto cara a Letta e Zingaretti, in altre occasioni simili, non è degno di un Paese civile. Anzi, mostrino ora un minimo di resipiscenza, prendendo le distanze ed una posizione netta su queste vicende, che mortificano i giovani senza tessera, oltre al merito ed il sacrificio. Altrimenti, il silenzio diventa pesantemente fraintendibile. La loro condanna del “sistema” non cancellerebbe quel che è avvenuto, ma almeno potrebbe rappresentare un’inversione di rotta, sulla strada di quelle riforme di cui riempiono, annoiando anche loro, i microfoni in questa campagna elettorale”.

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