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La burocrazia comunale frena il Bando delle Reti di Imprese su strada

I Sindaci di numerosi comuni del frusinate bloccano da quattro mesi le risorse ricevute dalla Regione Lazio destinate all’attuazione del dispositivo regionale

La burocrazia dei comuni del Lazio, frenano lo sviluppo delle reti d'imprese del lazio, perché i comuni non digeriscono il fatto che le Reti d'impresa possano avere a disposizione ben 100.000 euro per sviluppare il commercio dei paesi, che hanno fatto le loro domande rispondendo al bando e grazie ad alcuni intelligenti manager, che hanno programmato, con atntico questo sviluppo, i comuni rallentano, nonostante nel bando non è previsto nulla.

Noi facili profeti

 Noi siamo stati facili proferi, perché sulle pagine di questo quotidiano nel mese di maggio dello scorso anno abbiamo più volte parlato del Bando emanato dalla Regione Lazio, di importo pari a 10 milioni di euro,indirizzato a sostenere le numerose attività economiche esistenti sul territorio attraverso lo strumento delle Reti di Imprese. In particolare, oltre alle valide iniziative di sostegno per l’arredo urbano e di aiuto in favore dei tanti settori “su strada” (come negozi, bar ristoranti, oggetti di artigianato creativo ed artistico ecc.) contenute nel Bando, ci eravamo soffermati soprattutto sulle problematiche e sulle possibili quanto probabili difficoltà che sarebbero inevitabilmente sorte in fase attuativa. Sostenemmo infatti che il primo elemento di freno fosse di natura “burocratica” dal momento che i Comuni beneficiari dei finanziamenti regionali possedessero, per loro natura, tempi di operatività notoriamente lunghi tra delibere, determinazioni, approvazioni, assemblee, consigli, atti programmatici ecc. e scontassero forti ritardi negli adempimenti burocratici dovuti ai numerosi e gravosi compiti affidati ai Sindaci vincitori dei Bandi.
Purtroppo, pur correndo all'epoca il rischio di dover apparire delle novelle Cassandre, le previsioni di allora si sono puntualmente rivelate esatte di fronte all’odierna realtà dei fatti.

La richiesta delle fidejussioni bancarie

Ci riferiamo in particolare ai Primi Cittadini di numerosi Comuni del nostro territorio i quali, pur avendo ricevuto dal 22 luglio scorso dalla Regione Lazio il primo acconto del 30% a valere sul finanziamento di 100.000 euro concesso per essere risultati vincitori del Bando sulle Reti di imprese economiche su strada, stanno ritardando ingiustificatamente l'erogazioneai legittimi soggetti promotori e manager di rete responsabili dell’attuazione del programma i quali, di converso, hanno l’obbligo di rendicontare le spese entro i 120 giorni dalla data di liquidazione di detto acconto. Ritardo attribuito esclusivamente all'immotivata richiesta, da parte di diversi Sindaci, di apposite fidejussioni bancarie quale condizione “sine qua non” per trasferire a detti soggetti promotori la prima tranche in acconto del finanziamento regionale.  ( con il quale si deve pagare il notaio e il Manager che ha lavorato per oltre un anno) Ma la richiesta di una fidejussione bancaria, oltre al maggior costo che verrà inevitabilmente scaricato a discapito delle minori risorse da destinare ai progetti approvati, appare del tutto ingiustificata in quanto assolutamente non prevista nel Bando di partecipazione dove sono espressamente indicate le modalità di erogazione del finanziamento al soggetto beneficiario.

Ritardi e slittamenti inspiegabili

L’improvvisa richiesta di tale adempimento produrrà forti ritardi nell'esecuzione delle attività, dal momento che entro questo mese di novembre, il 22 prossimo,  si sarebbe già dovuto procedere alla prima rendicontazione alla Regione Lazio delle spese sostenute. Mal si comprende, infine, da quale rischiosi dovrebbero garantire i Comuni per un trasferimento di somme destinate proprio al soggetto che si è impegnato ad eseguire il programma di rete approvato in sede regionale e che per di più lo sta già realizzando, costringendo, in ultima analisi, la stessa Regione a dover rinviare i tempi di rendicontazione espressamentestabiliti nel Bando !

Il Compito dei comuni è il controllo dei lavori

I Comuni ancora non hanno capito, che il loro compito è solamente quello di vigilare e non di ostacolare, secondo la legge e il bando emanato dalla Regione Lazio, che quanto programmato sia stato eseguito a regola d'arte.

Giorgio De Rossi 
(collaboratore universitario, scrittore ed esperto di Reti d’imprese)

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