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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica Paliano

Buschini a Paliano parla di rifiuti e di agricoltura ma dimentica il passato

Il consigliere del Pd in città all’avvio della campagna per le prossime regionali cita la chiusura di Colle Fagiolara e manda su tutte le furie Quadrini (lega)

Non è passata di certo inosservata la visita del consigliere regionale Mauro Buschini, esponente di spicco del Pd ed ex assessore regionale all’ambiente a Paliano in una sorta di avvio della campagne elettorale per le prossime elezioni regionali che ci saranno ad inizio del 2023. Nelle ore scorse ha visitato la cittadina nel nord della Ciociaria non tanto per calmare gli animi di Alfieri, il primo cittadino di Paliano che nei giorni scorsi si è dimesso da componente della segreteria provinciale del Pd, ma per parlare di ambiente e rifiuti, di sanità e di nuove forme di agricoltura ma le sue dichiarazioni hanno mandato su tutte le furie l’esponente della Lega in consiglio provinciale Gianluca Quadrini cosi come molti cittadini di Paliano che per oltre 30 anni hanno visto l’ex parco uccelli “La selva di Paliano” cadere nel più completo abbandono senza che le istituzioni muovessero un dito.

Il presente ed il passato

"La nostra serie di incontri nei comuni della provincia, comincia a Paliano. Questa mattina abbiamo davanti due immagini: una dell'ex discarica di Colleferro, e l'altra di una delle nuove aziende agricole nate per iniziativa della Regione Lazio e del Comune. Ci spieghiamo meglio: da un lato il passato, un vecchio modello di sviluppo e della gestione dei rifiuti, quello delle discariche e dell'economia lineare, dove tutto veniva usato ed immediatamente buttato. Quella discarica è costata molto in termini di sostenibilità ambientale a questo bellissimo territorio, che si trova proprio a ridosso della Selva di Paliano”. Cosi Buschini sui social quando parla della discarica di Colle Fagiolara presente nel comune di Colleferro ma proprio a confini con quello di Paliano e con i 340 ettari del monumento naturale de La Selva di Paliano.

“Un impianto che come Regione Lazio – ha continuato l’esponente del Pd in regione - abbiamo voluto chiudere e di cui mi sono impegnato in prima persona quando ricoprivo l'incarico di assessore all'Ambiente attraverso una norma a mia firma e all'impegno dei comuni, in particolare quello di Colleferro, dei comitati e dei cittadini. È stato un lavoro collettivo dove tutti hanno cooperato per arrivare a questo importante traguardo fortemente voluto dalla comunità”.

Dichiarazioni che come detto in precedenza hanno mandato su tutte le furie il consigliere provinciale Quadrini che ha parlato degli “effetti devastanti” che avrebbe provocato la chiusura di questa discarica dove confluivano i rifiuti indifferenziati da tutto il Lazio, sugli impianti della provincia di Frosinone.

Le parole di Quadrini

"Buschini dovrebbe prendere i meriti anche dell'emergenza rifiuti che ha creato nella nostra Provincia. È inaccettabile che un consigliere regionale rilasci simili dichiarazioni. Ma si rende conto di cosa ha significato la chiusura della discarica di Colleferro per la nostra provincia? Perché non dichiara gli effetti devastanti che la chiusura di quell'impianto ha portato al territorio di Roccasecca e Colfelice? Paghiamo ormai da anni – dichiara Quadrini (Lega) - un prezzo molto alto per essere divento un raccoglitore di rifiuti. Sentire, perciò, un consigliere regionale, allora assessore all'Ambiente, vantarsi di aver sporcato, deturpato e affossato la nostra provincia è gravissimo. In qualità di presidente della Commissione Ambiente chiedo che venga data una spiegazione a tutto questo. Le istituzioni hanno il dovere di difendere il territorio e gli interessi dei cittadini tutti, senza differenze e distinzioni. È il momento che chi non ha ben chiaro questo concetto faccia un passo indietro per il bene di tutti".

La nuova agricoltura

Inoltre, Buschini prendendo come esempio l’azienda vinicola della famiglia Schina ha anche parlato di “modello virtuoso che abbiamo voluto mettere in atto grazie ad una proficua collaborazione tra le istituzioni”. Ovviamente l’esponente Dem ho sorvolato sulle decine di anni in cui tutta questa bellissima zona che ora fa parte del monumento naturale regionale è stata completamente abbandonata. Anni in cui si sono persi centinaia di posti di lavori e la possibilità concreta di rilancio dell’economia dei comuni ai confini tra le province di Roma e Frosinone e che ora si basa essenzialmente sugli insediamenti del polo logistico che in pratica hanno preso il posto della discarica.

Gli investimenti dei privati

Di fatto è solo grazie ai privati ed a coloro che sono rimasti legati a queste territori che il tutto sta ripartendo da qualche anno: il Bosco di Paliano è gestito dai figli del Principe Ruffo, il creatore della Selva di Paliano, ed in due anni dall’apertura ha riportato migliaia e migliaia di turisti in questa zona. L’ex parco uccelli che ora si chiama parco Salute e Benessere dopo essere stato acquistato da privati è stato ripulito e riaperto nei mesi scorsi grazie al duro lavoro degli iscritti all’associazione “Gli Amici della Selva di Paliano” fondata dal giornalista Giancarlo Flavi ed in futuro accoglierà importanti progetti su più livelli, mentre gli altri terreni del monumento naturale sono stati acquistati da imprenditori legati a queste zone che sono riusciti a rimettere su la vigna, una delle più grandi del Lazio, e la zona chiamata “la Tana” dove si possono organizzare eventi di grande livello negli ampi spazi attrezzati.

Il trionfo della Natura

“Come Regione abbiamo dato in concessione i terreni che ricadono nel Monumento Naturale della Selva al comune - così in un post facebook il consigliere regionale del Pd Mauro Buschini -  il quale tramite una serie di bandi, ha incentivato la nascita di molte aziende all'interno della Selva, rivalutando e valorizzando terreni agricoli straordinari. Molte di queste aziende, come la 'Selva di Paliano', stanno investendo in nuovi vigneti, riqualificando l'area e producendo un vino all'interno di questo meraviglioso parco. Tutto a vantaggio della sostenibilità e della qualità. Un vero e proprio trionfo di natura, biodiversità e multifunzionalità che va promosso, innovato e preservato. Farlo significa incoraggiare lo sviluppo sostenibile del nostro territorio. Significa salvare un patrimonio che esiste solo qui e in nessun altro posto al mondo, perché non replicabile. In questo possiamo dire che c'era un prima e un dopo nel lavoro della Regione e dei comuni".

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