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Giovedì, 18 Aprile 2024
L'intervista all'ex sindaco

Intervista a Marzi: "Ora si coglie il distinguo tra chi annuncia e chi realizza"

A tu per tu con il già sindaco di Frosinone Domenico Marzi, consigliere d'opposizione e membro delle Commissioni urbanistica e ambiente, a cento giorni dalla sua sconfitta contro Mastrangeli alle elezioni comunali 2022

È stato sconfitto cento giorni fa alle elezioni comunali 2022 di Frosinone, dopo esserne stato due volte sindaco tra il 1998 e il 2007. Domenico Marzi è oggi consigliere comunale d'opposizione, all'amministrazione Mastrangeli, nonché membro di due delle dodici commissioni consiliari: Urbanistica e Ambiente.

Il suo gruppo, nato dalla lista civica Marzi Sindaco che lo ha sostenuto alle scorse amministrative, è il più nutrito tra i banchi delle minoranze consiliari. Oltre al capogruppo, Marzi stesso, la "squadra" è formata da Alessandra Mandarelli, Carlo Gagliardi e Armando Papetti.

Si denota una presenza forte sulla Cultura, visto che sia la consigliera Mandarelli che l'alleato Papetti figurano nella Commissione al ramo. La Mandarelli è anche componente della Commissione welfare, mentre Papetti si interesserà anche di Commercio e Sicurezza. Gagliardi, non da ultimo, di lavori pubblici. 

Gruppo Marzi Sindaco, dunque, presente in sette commissioni. Il già ricandidato sindaco, archiviata la sconfitta contro l'odierno primo cittadino Riccardo Mastrangeli, viene chiamato in causa da FrosinoneToday.it in merito ai temi che ha scelto di affrontare maggiormente in commissione.  

Da ricandidato sindaco a capo del più nutrito gruppo d’opposizione. Quale sarà il suo apporto nelle commissioni consiliari?

“Tengo a precisare che la nomina in seno alle commissioni è stata una scelta collegiale di tutta la minoranza consiliare. Ho scelto urbanistica e ambiente perché li ritengo due argomenti molto importanti. L’ambiente per tutte le considerazioni che attengono all’inquinamento, alla qualità della vita, alle emergenze climatiche. Necessitano maggiore attenzione e una puntualità nel far comprendere ai cittadini quanto siano fondamentali attenzioni e cautele nei consumi, verso una politica energetica diversa”.

Cosa l’ha spinta invece a seguire l’urbanistica?

“Rispetto all’urbanistica, bisognerà stare molto attenti ai cambi di destinazione d’uso. È necessario vedere per bene se possano diventare aree industriali o edilizie. Per questo mi sono soffermato sulla materia urbanistica. Vigilerò su questa tendenza a fare operazioni individuali e non collettive. Se ad esempio un’area Asi sottoutilizzata diventa una zona a servizi, sia chiaro che non deve essere un’area dove c’è il singolo manufatto”.

Si riferisce al parco commerciale nell’ex Permaflex?

“Parlo di qualsiasi area, complessivamente intesa ed estesa, che perde immotivatamente la sua vocazione industriale. C’è necessità di una programmazione. Non dimentico però mai, ovviamente, che sono comunque in minoranza, quindi la mia non potrà che essere un’attività di indirizzo. Ma non può farsi un mutamento di destinazione d’uso enucleato da una visuale complessiva del territorio”.

Come si vede nel suo ruolo di opposizione?

“Io mi oppongo a fronte di qualcosa che non condivido. Non c’è da parte mia un’opposizione pregiudizievole. Posso portare avanti criteri di carattere generale, anche suscettibili di essere condivisi dalla maggioranza”.  

C’è qualcosa che le piace nella visione di città di Mastrangeli?

“Francamente non conosco la visione di città di Mastrangeli. Pare che tutte le forze politiche abbiano concordato su una visione che sia anche quella delle cittadine a ridosso di Frosinone. Il progetto di area vasta è tra l’altro oggetto di una commissione speciale. Come per le altre si individuerà ora il presidente”.

Area vasta e urbanistica paiono ancora slegate. Cosa ne pensa?

“Penso che l’area vasta e l’urbanistica non si percepiranno ancora per altri dieci anni una volta costruita la città intercomunale. L’area vasta potrà essere connessa ai servizi classici, ai lavori pubblici, alla condivisione del servizio trasporto pubblico, alla mobilità alternativa. Nella logica di area vasta, però, è risibile veder realizzato nel tempo il palasport di Veroli dopo quello di Frosinone. Magari a Veroli si sarebbe potuto fare altro sempre in ambito sportivo. Manca la visuale di insieme che deve consentire che un sito venga utilizzato in un certo modo, che non sia lo stesso del paese vicino”.

Passiamo alla mobilità alternativa. Dopo le piste ciclabili, si attendono metropolitana leggera e raddoppio e riattivazione dell’ascensore inclinato. Cosa dice a riguardo?

“L’ascensore inclinato mi risulta finanziato con i fondi del Pnrr, ma credo che non abbiano fatto ancora nulla. Ora i cittadini di Frosinone potranno cogliere il distinguo tra chi annuncia in campagna elettorale e chi realizza successivamente. Penso di aver detto alcune cose che puntualmente si stanno verificando. Sono per esempio dell’avviso che le piste ciclabili siano utilissime, ma non realizzate con queste modalità. Si devono fare come si fanno in tutta Italia”.

Qual è, dunque, la sua controproposta di piste ciclabili?

““Di certo non restringere le carreggiate di via Marittima o via Aldo Moro bensì, reperendo e investendo milioni di euro, fare una pista ciclabile lungo il fiume Cosa. Se si collega la Stazione con il piazzale De Matthaeis attraverso un parco del Cosa, si fa quello che si vede in ogni città civile che si rispetti. Non è pista ciclabile quella in cui devi stare attento a non investire nessuno ed essere investito tra via Fani e via Marittima. Lascia enormi perplessità, secondo me attiene solo all’esigenza di far vedere che si è fatto qualcosa, accontentandosi di salire di qualche posizione nelle classifiche stilate su qualche rivista. Ma lo lascio dire ai cittadini che non hanno votato per me ma per altri”.

Se chiudiamo con l’ambiente e tiriamo in ballo i rifiuti, gli “altri”, ossia Mastrangeli e la sua amministrazione, hanno aperto alla realizzazione di un biodigestore che tratti esclusivamente i rifiuti della città di Frosinone e non dell’intera provincia o regione. È d’accordo?

“Il dibattito sul biodigestore l’ho già irriso definendolo ‘biodigestivo’. Semplicemente perché non credo che se ne sia mai parlato seriamente a Frosinone. Sento solo chiacchiere prive di fondamento. Se non ne parlano seriamente gli altri, è inutile che lo faccio soltanto io”.    

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