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Gestione dei rifiuti

Rifiuti, la Regione precisa: "Saranno i sindaci a nominare i vertici dell'Egato"

FdI e Azione, su tutti, dipingono i nuovi enti di gestione dei rifiuti come "un altro poltronificio". In Ciociaria tante polemiche sulla potenziale nomina di Buschini a presidente. Dalla Pisana: "La Giunta regionale non farà alcuna nomina"

Tante polemiche ma anche bel po’ di confusione, in materia di gestione dei rifiuti, sui nuovi Egato del Lazio: gli Enti di governo degli ambiti territoriali ottimali, corrispondenti alle province. La Regione, pertanto, tiene a precisare che “la Giunta regionale non farà alcuna nomina, ma saranno esclusivamente i sindaci del Lazio a scegliere i propri rappresentanti all’interno dei rispettivi Egato”.

A scatenare le proteste in Ciociaria, soprattutto quelle di Fratelli d’Italia ma anche di ex esponenti del Pd come la dirigente provinciale di Azione Alessandra Sardellitti, è la potenziale nomina di Mauro Buschini, consigliere regionale uscente del Partito democratico, come presidente dell'Egato Frosinone. L’odierno coordinatore della maggioranza regionale, già assessore ad ambiente rifiuti e presidente del Consiglio, non si ricandiderebbe proprio perché destinato all’incarico.

Il presidente vicario della Regione, Daniele Leodori, ha decretato una settimana fa tra le altre la costituzione dell’Egato provinciale. Domani, mercoledì 7 dicembre 2022, si svolgerà alle 11 la prima seduta dell’assemblea dell'ente, composta dai sindaci dei 91 comuni ciociari. A Roccasecca, terra dell'ormai esaurita discarica, si è però accesa già la "spia rossa".

Secondo il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli "ci sono pezzi del Pd che ragionano senza tener conto delle realtà territoriali". Il suo predecessore Nicola Ottaviani, deputato e coordinatore provinciale della Lega, pensa che gli Egato siano "pessimi esperimenti della politica trattando ancora una volta la Ciociaria come l'ultima provincia dell'impero, nella speranza del silenzio generale". 

Nel mentre ha parlato anche Gian Franco Schietroma, segretario regionale e leader provinciale del Psi, chiede lo slittamento al post elezioni: "ll presidente della Regione Daniele Leodori, adempiendo correttamente ad un dovere istituzionale, ha convocato le assemblee dei sindaci per la nomina degli Egato, concernenti la gestione dei rifiuti nelle province del Lazio. Ora, però, motivi evidenti di opportunità politica consigliano il rinvio di queste assemblee a dopo le imminenti elezioni regionali del 12 febbraio prossimo".

Le quote maggiori all’interno dell’Egato

Dieci dei 91 comuni, però, fanno parte dell’Egato come Unione della Valle di Comino: Acquafondata, Belmonte Castello, Gallinaro, Picinisco, San Donato Val di Comino, Settefrati, Terelle, Vicalvi, Villa Latina e Viticuso. Nella valle a ridosso del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, del resto, c’è già una piccola area vasta dove viene gestita in maniera aggregata anche la raccolta dei rifiuti.

L’unione fa la forza, visto che la Valle di Comino rappresenta il 2.64% dell’Egato. A farla da padroni però, visto le quote sono associate in base alla popolosità, sono ovviamente i Comuni più grandi: Frosinone 7.03, Cassino 5.67, Alatri 4.69, Sora 3.98, Ceccano 3.80, Ferentino 3.50 e Veroli 3.49, ma anche Pontecorvo 2.22, Monte San Giovanni Campano 2.09, Fiuggi 1.95 e Isola del Liri 1.75.  

Le quote in base alla popolazione, come per il voto ponderato alle ormai prossime elezioni provinciali, sono determinanti. L’assemblea dell’Egato è composta dai sindaci o delegati (consiglieri o assessori) dei comuni rappresentati. Il presidente, a questo punto, verrà eletto a maggioranza dai componenti dell’assemblea, “tra soggetti di alta professionalità - recita l’apposita legge regionale - e comprovata esperienza nel settore pubblico o privato”.  

L’elezione a doppia maggioranza del presidente

Per l’elezione del presidente, nello specifico, “è richiesto il voto favorevole di un numero di comuni pari almeno alla metà dei partecipanti all’Egato, che rappresentino la maggioranza delle quote totali di rappresentanza”. Dunque più di mezzo Ente – 42 degli 82 partecipanti, ossia 81 comuni e la Valle di Comino - che però detenga più del cinquanta percento.

Chiaro che la corsa del democrat Buschini risultati più che competitiva, praticamente a colpo sicuro, visto che l’amministrazione provinciale è guidata ormai da dieci anni da Pd e pezzi di centrosinistra. Significa che la maggior parte della popolazione provinciale, attraverso il voto di sindaci e consiglieri comunali, pende dalla parte del Pd.

Nel Partito democratico provinciale, però, si è consumata l’ennesima spaccatura politica a cavallo delle elezioni provinciali 2022. Ormai, anche e soprattutto in vista delle regionali 2023, è sfida nella sfida tra la corrente maggioritaria Pensare democratico – guidata da Francesco De Angelis, presidente del Consorzio industriale del Lazio, e incarnata anche dallo stesso Buschini – e quelle minoritaria rappresentate dal presidente uscente della Provincia, Antonio Pompeo, e dal sindaco di Cassino Enzo Salera (Cassinate).  

Botta e risposta tra FdI e Giunta regionale

Oggi la preannunciata protesta di FdI Lazio davanti agli uffici della traghettante Giunta Leodori, “per denunciare l’ennesima ‘operazione poltrone’ orchestrata dall’ex Presidente (Nicola Zingaretti, Ndr), nonostante siano già state indette le elezioni”. A partire dal coordinatore regionale Paolo Trancassini, fino ad arrivare ai vertici provinciali, si accusa Zingaretti di “fare man bassa d’incarichi senza alcun rispetto per l’istituzione regionale”.

Giancarlo Righini, consigliere regionale di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Commissione ambiente, auspica “un intervento delle autorità preposte a fermare questo scempio delle regole democratiche”. La Regione Lazio a guida Pd, però, si difende dalle accuse: “La Giunta regionale ha solamente convocato le assemblee dei sindaci dei comuni di ciascun Egato, così come stabilisce la recente legge approvata dal Consiglio regionale (Legge numero 14 del 25 luglio 2022, Ndr), che impone di procedere a tale atto entro 60 giorni”.

“Saranno poi i sindaci a nominare il presidente e il consiglio direttivo dell'Egato all'interno della rispettiva assemblea - accentuano dalla Pisana - Pertanto, non si comprendono le dichiarazioni e le proteste di alcune forze politiche, che accusano la Regione di procedere alla nomina dei vertici degli Egato”.

Non "solo" il presidente, anche il consiglio direttivo

Si parla di vertici perché, oltre all’assemblea e al suo presidente, verrà eletto anche un Consiglio direttivo costituito dal presidente stesso e da altri quattro componenti nominati anch’essi dall’assemblea.

“Due membri con votazione espressa da ciascun componente dell’assemblea mediante una sola preferenza - dispone la normativa regionale -; un membro su designazione dei rappresentanti dei comuni con popolazione compresa tra i cinquemila e i quindicimila abitanti; un membro su designazione dei rappresentanti dei comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti”. Nella provincia di Frosinone i borghi, quelli che non superano i 5 mila abitanti, sono ben 69.  

Poi c’è l’elezione del direttore generale, nominato dal Consiglio direttivo, “mediante procedura ad evidenza pubblica - detta la legge - tra soggetti in possesso del diploma di laurea magistrale, di comprovata professionalità in materia di rifiuti e di esperienza dirigenziale almeno quinquennale”. Infine, il revisore legale unico dei conti, nominato dall’Assemblea tra i soggetti iscritti nel registro dei revisori contabili.

Compensi del Consiglio: la velenosa Sardellitti (Azione)

Il presidente e i componenti del Consiglio direttivo restano in carica per un quinquennio, sono rinnovabili per una sola volta e il loro compenso è pari, rispettivamente, all’80 e al 40 per cento dell’indennità del presidente della Regione.

Proprio a proposito dei costi il velenoso commento social della dirigente provinciale di Azione Alessandra Sardellitti, assessora comunale di Frosinone: “Finalmente - ha postato - si comincia a sentire qualche voce di dissenso sull’ultimo poltronificio che la Regione Lazio ci vuole lasciare in eredità prima delle nuove elezioni di febbraio”

“Questa provincia merita qualcosa in più di posti occupati, senza averne competenze e capacità - parte l’affondo - Prima di far esborsare ai contribuenti 8 mila euro mensili al presidente e oltre 4.500 ai membri del direttivo. Cerchiamo di scegliere i più bravi sulla materia e non semplicemente quelli da “piazzare” politicamente”. 

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