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INTERVISTA | Sonia Pecorilli: "Con me, una lavoratrice alla guida della regione Lazio"

Infermiera e consigliera comunale a Sermoneta, Pecorilli è per il rilancio della funzione pubblica della sanità. E' contraria alla realizzazione dell'autostrada Roma Latina e del termovalorizzatore di Santa Palomba.

Il 12 e 13 febbraio gli elettori del Lazio saranno chiamati a scegliere il nuovo presidente della regione Lazio e tutto il consiglio. Romatoday ha intervistato Sonia Pecorilli, candidata presidente nella lista del Partito comunista italiano (Pci). Nata a Latina, Pecorilliì è consigliera comunale per il PCI e capogruppo consiliare nel comune di Sermoneta, dov'è stata anche assessore alla pubblica istruzione ed alla sanità. Infermiera al Santa Maria Goretti di Latina, è rappresentante sindacale dell'Unione Sindacale di Base (Usb).

Pecorilli, il suo slogan per la campagna elettorale è “una lavoratrice alla guida della regione Lazio”. Perché ritiene sia importante questa sottolineatura? 

Per quanto a noi possibile è un modo per porre maggiore attenzione al mondo del lavoro, ed a tutti quei determinanti che dovrebbero garantirlo.

Da presidente della regione Lazio quali sono le prime iniziative che metterebbe in campo? 

Una diversa organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale che riducendo gli sperperi contenga la spesa sanitaria e  permetta di garantire ancora per molto tempo a tutti i cittadini il diritto alla salute questo è l’obiettivo. Il Servizio Sanitario, parte fondamentale dello Stato Sociale. Oggi per evitare che questa crisi economica sociale e sanitaria influisca negativamente sull’efficienza dei servizi e colpisca la parte più fragile della popolazione dobbiamo lavorare sull’appropriatezza e su nuovi modelli di cura e di intervento basati sull’evidenza, con l’obiettivo di coniugare innovazione ed uguaglianza, in grado di fornire cure adeguate, assistere le disabilità e tutelare il benessere psicofisico della popolazione. 

D’Amato ricorda spesso che con l’amministrazione Zingaretti il Lazio è uscito dal commissariamento della sanità. Com’è il sistema sanitario dal punto di vista di chi, come lei che ci lavora, lo conosce dall’interno? 

Noi siamo per una Sanità pubblica non privata. E’ sostanziale ed evidente la disgregazione del Servizio Sanitario Nazionale, 12 anni di smembramento del SSN hanno procurato un disastro sanitario, colpevoli di aver agevolato il sistema sanitario privato lasciando morire un sistema che collettivamente è sempre stato denominato Assistenza Sanitaria Universale e che rappresenta un sistema di assistenza sanitaria in cui, a tutti i residenti di un determinato paese o regione, è garantito l'accesso all'assistenza sanitaria. Deve essere ben chiaro che il Servizio Sanitario è parte integrante dello stato sociale.

Lei è nata a Latina. E’ stato recentemente commissariato il progetto dell’autostrada che deve collegare il capoluogo pontino con la Capitale. E’ quella l’infrastruttura che serve ai pendolari ed al trasporto delle merci?

E' una risposta inadeguata quella infrastruttura che non guarda alla collettività ma agli interessi privati di imprese e lobby che non hanno a cuore la salvaguardia ambientale e territoriale, e ci consegna un’idea di ripartenza che sa di vecchio e che colpisce il territorio Pontino, con la prospettiva di realizzare collegamenti autostradali a pedaggio, come l’autostrada Roma-Latina. Un’opera inutile dunque per le comunità e i territori coinvolti che non risolve la crisi industriale del territorio pontino. Inoltre la realizzazione dell'autostrada avrebbe pesanti conseguenze dal punto di vista economico e paesaggistico con la distruzione ed espropriazione di aziende agricole con perdita di posti di lavoro La Roma Latina deturpa il territorio circostante. Noi vogliamo ripensare il piano complessivo della mobilità che garantirebbe maggiori benefici collettivi, partendo dalla messa in sicurezza del sistema viario esistente; il potenziamento del sistema ferroviario regionale.

Come sa nella Capitale mancano gli impianti per il trattamento dei rifiuti. La convince l’opzione del termovalorizzatore e come pensa si dovrebbe chiudere il ciclo dei rifiuti?

Un NO corale da parte di tutto il partito per quanto riguarda l’avvio dell’iter per la realizzazione del nuovo termovalorizzatore da 600mila tonnellate l’anno, da realizzarsi a Santa Palomba un territorio di circa 8 km, con una densità abitativa importante parliamo di circa 250.000 persone, che sarebbero  interessate. Parliamo di un impianto non sostenibile per il territorio e per il pianeta. Nei pressi del sito insistono luoghi sensibili e di interesse storico, paesaggistico e culturale. Un enorme problema che non è stato attenzionato é relativo alla grande quantità di acqua che verrebbe utilizzata per mantenere costante la temperatura di combustione. In un contesto di emergenza idrica  permanente per via dei cambiamenti climatici  si devono prendere in considerazione i gravi danni che andranno ad interessare l’agricoltura. Occorrono investimenti necessari per ottimizzare il servizio di raccolta differenziata, razionalizzare i tempi, ammodernare le diverse fasi della raccolta e adeguare il servizio alla singole realtà urbane.

Si va verso l’eliminazione del reddito di cittadinanza. Quali misure dovrebbe mettere in campo la regione per contrastare la povertà?

Secondo i dati ISTAT sono circa 600 mila nel Lazio le persone che vivono in una condizione di povertà. Servono misure che contrastino questa piaga e sostengano i redditi delle persone e famiglie, con particolare riguardo agli interventi di inclusione attiva finalizzate alla riconquista dell'autonomia. Occorre attivare adeguate politiche del lavoro.

Cosa significa essere comunisti oggi?

Oggi l'elettorato stanco del succedersi di offerte politiche troppo personalistiche sta' andando sempre più verso una domanda crescente di partito. Questa è la strada che dobbiamo percorrere in questa fase complessa ma sicuramente giusta. Significa avere una sinistra che deve essere ecologista, cosciente che dalle politiche per affrontare il riscaldamento globale ed il cambiamento climatico dipende la nostra sopravvivenza. Appoggiare i movimenti di protesta che lottano contro l’oligarchia dei mercati finanziari e proporre soluzioni fiscalmente espansive alla grande recessione, che poi è il fallimento del capitalismo. Ci stiamo rinnovando facendo proprie le rivendicazioni del femminismo e affermando la parità di diritti civili che il movimento Lgbtq chiede in Italia. Libertà, democrazia attiva, dignità, soprattutto i più deboli. In questo, la nostra tradizione di battaglie per la giustizia sociale è lunga e solida. La stessa che viene da lontano, come le lotte del movimento operaio. E va lontano come abbiamo imparato da Gramsci, Togliatti e Berlinguer.
 

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