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‘No biodigestori Frosinone e Valle del Sacco’: “Soli due candidati a sindaco hanno espresso la loro posizione”

Al Comitato le risposte di Mastrangeli e Iacovissi: contrari alla realizzazione di un impianto a Frosinone per la trasformazione dei rifiuti in gas naturale. L'ultimo appello a Marzi, Vicano e Cosimato: "Si esprimano in modo chiaro e univoco"

Dallo scorso 31 maggio il Comitato No biodigestori Frosinone e Valle del Sacco – con Frosinone Bella e Brutta, Salviamo il Paesaggio Frosinone, Comitato Residenti Colleferro, Cittadini della Valle del Sacco Sgurgola-Anagni, e altre cittadinanza attiva – ha chiesto ai cinque candidati a sindaco di Frosinone cosa ne pensano della realizzazione del biodigestore privato in via Antonello da Messina. 

Le associazioni ambientaliste lamentano la mancanza di risposte da parte di Domenico Marzi (Campo largo del centrosinistra), Mauro Vicano (Centro) e Giuseppe Cosimato (Civico). Sia Riccardo Mastrangeli (Centrodestra) che Vincenzo Iacovissi (Psi-Nuovo centrosinistra), invece, si sono dichiarati profondamente contrari nelle rispette e-mail inviate in risposta al quesito. L'uno ha detto No il 5 giugno e l'altro dopo tre giorni. 

Comitato No biodigestori: "Che dicono Marzi, Vicano e Cosimato?"

Da qui, alla vigilia del silenzio elettorale e delle Amministrative 2022, l'ultimo appello ai candidati "che ancora non hanno raccolto la nostra richiesta - dichiarano i vertici del Comitato No biodigestori - di esprimersi senza fraintendimenti, in modo chiaro ed univoco, sul progetto del biodigestore, in vista delle elezioni comunali del 12 giugno. Abbiamo chiesto di conoscere la loro posizione sul progetto di costruzione di un impianto di biodigestione anaerobico da realizzare nel quartiere Selva dei Muli, in una area vasta di circa 6 ettari (quanto 9 campi di calcio), distante solo 1.200 metri dal popoloso quartiere di Corso Lazio".

"La città di Frosinone ed i suoi abitanti, a cui si chiede il voto, meritano una risposta chiara e univoca sul tema, da tutti i candidati Sindaco di questa tornata elettorale, ma così non è stato. A distanza di dieci giorni dal nostro appello, arrivati ormai alla vigilia del silenzio elettorale, i cittadini non conoscono l’opinione di Cosimato, Marzi e Vicano. Tra l’altro non abbiamo avuto modo di assistere ad un dibattito pubblico tra candidati, prassi di confronto ormai consolidata, come se a Frosinone la salute e l’ambiente non siano temi fondamentali di discussione nella campagna elettorale".

"Se non ci sarà una loro risposta, non possiamo non esternare rammarico, insieme a tutti i cittadini elettori, per una tale manifesta prova di 'disinteresse' e sentirci preoccupati per il nostro presente, per il futuro della salute dei nostri figli e della nostra città". Vincenzo Iacovissi, dal canto suo, ha tagliato corto: "In linea con quanto già dichiarato in precedenza, confermo la mia contrarietà alla realizzazione di impianti di trattamento di questo genere in un territorio già molto problematico dal punto di vista ambientale". L'assessore uscente Riccardo Mastrangeli, invece, argomenta. 
 

La risposta di Mastrangeli: "No chiarissimo e senza ambiguità"

“L'espressione della mia contrarietà circa la realizzazione di un biodigestore, da parte di un proponente privato, in via Antonello da Messina, è chiarissima e senza ambiguità – ha dichiarato Riccardo Mastrangeli, candidato a sindaco per la città, in relazione alla richiesta inoltrata, sul tema, dalle associazioni – Sono convinto che un biodigestore da 90 o 100.000 tonnellate annue finirebbe per provocare l'"importazione" dei rifiuti da mezza Italia, mentre la città di Frosinone produce appena 4.000 tonnellate annue di frazione organica, ragion per cui potrebbe supportare solo un piccolo impianto per il trattamento in autosufficienza".

"La vicenda di via Le Lame è ancora sotto gli occhi di tutti, allorquando gli amministratori del PD trasformarono Frosinone nella discarica della penisola. Come già sottolineato dai comitati di cittadini, l’ente comunale, come previsto dal Tuel, non avrebbe prerogative autorizzative dirette. Tuttavia, un'amministrazione che intenda affrontare le tematiche del territorio non può non occuparsi di una materia che va a incidere sulla salute pubblica, come evidenziato dalle note acquisite dal Comune redatte dall'associazione dei Medici di Famiglia per l'Ambiente".

"Per questo motivo, già lo scorso marzo, il consiglio comunale di Frosinone ha espresso parere contrario rispetto alla realizzazione dell’impianto, chiedendo inoltre alla Regione di sospendere e revocare ogni procedimento autorizzativo della struttura di compostaggio anaerobico oltre che delle altre strutture che adottino tecnologie similari nell'area del Sin. L'ufficio tecnico comunale aveva già espresso un parere tecnico negativo in merito alla realizzazione dell’impianto, che si ritiene potrebbe avere un impatto notevole dal punto di vista ambientale, in un’area a ridosso del casello autostradale, all’interno della zona del Sin della Valle del Sacco, su cui peraltro manca una concreta programmazione da parte dei decisori regionali e nazionali di PD e 5 stelle, che si sono recentemente smentiti a vicenda sulla sospensione del Sin".

"L’ufficio tecnico del Comune di Frosinone ha evidenziato che l’area individuata per la realizzazione dell’impianto è inclusa nella classificazione di “area boscata” e su terreni che ricadono in tutto o in parte in zona assoggettata a vincolo aeroportuale, e in cui sussiste anche il vincolo paesistico per la protezione dei corsi delle acque pubbliche. A ciò si aggiungano le perplessità riguardanti la viabilità (per il continuo passaggio di automezzi pesanti), le emissioni odorigene in virtù della vicinanza delle abitazioni e il fatto che la frazione di rifiuto organico prodotto dal Comune di Frosinone, anche secondo le indicazioni del privato, rappresenterebbe una percentuale inferiore al 10% di quella dei rifiuti organici lavorati all'interno del nuovo impianto e, dunque, ben al di sopra della necessità del fabbisogno territoriale, anche rispetto all’area vasta".

"Il tutto, tenendo conto, comunque, di quanto previsto dalla legge sul conferimento e trattamento dei rifiuti all'interno di ambiti ottimali, corrispondenti al territorio provinciale: perché, dunque, lavorare e ospitare sul nostro territorio provinciale i rifiuti di mezza Italia? L’amministrazione, nella persona del sindaco, Nicola Ottaviani, si è già espressa negativamente circa la proposta della costruzione e messa in funzione dell’impianto, nell’ambito della consulta dei sindaci del circondario di Frosinone, nella riunione a cui hanno partecipato i comuni di Ceccano, Patrica, Alatri, Torrice, Ferentino e Supino. La linea che intendo seguire, dunque, è la medesima, con franchezza e trasparenza, al fine di tutelare il diritto alla salute dei cittadini di Frosinone".

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