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Marchitti, l’uomo di Pignalberi per il Senato: "Più Italia è una grande famiglia"

Intervista a Germano Marchitti, coordinatore a Pico e camionista di professione, candidato dal "suo" presidente nel collegio Lazio 2 all'interno della coalizione Alternativa per l'Italia - No green pass, il partito di Adinolfi e Di Stefano

Germano Marchitti, coordinatore di Più Italia a Pico, è candidato al Senato con Alternativa per l’Italia-No green pass nel collegio plurinominale Lazio 2, comprendente le province di Frosinone e Latina. Nella vita di tutti i giorni, oltre all’attività nella protezione civile, è camionista e addetto alla sicurezza.

Nel 2021 ha aderito al partito presieduto da Fabrizio Pignalberi. «È come una grande famiglia», commenta lo stesso Marchitti, in corsa al secondo posto con la lista allestita da Mario Adinolfi e Simone Di Stefano. L’uno è il noto leader del Popolo della famiglia, l’altro invece l’ex vicepresidente di CasaPound.

La coalizione raccoglie i movimenti di protesta scattati durante l’emergenza Covid e il lockdown. Ne fa parte anche Più Italia, in passato federata con FdI. Anche il presidente Pignalberi, che ha già preannunciato la candidatura alla presidenza della Regione Lazio, corre per la Camera.  

Marchitti, lei è coordinatore cittadino di Più Italia. Come si è avvicinato al partito di Pignalberi?

“Non ero mai stato in politica, ma l’anno scorso mi sono interessato a Più Italia. Ho inviato un messaggio e sono stato ricontattato dal presidente Pignalberi. Dopo il colloquio, andato bene, ho aderito al partito e sono diventato coordinatore di Pico”.

Com’è nata la sua candidatura al Senato?

“Me l’ha proposta il presidente Pignalberi e io ho accettato. Da quando lo conosco, dal 2021, Più Italia è diventata come una famiglia. Non ci sono gelosie, chiacchiere, malelingue. Pignalberi ci vuole bene. Per qualsiasi cosa contatto la segreteria e vengo ricontattato dal presidente”.   

Secondo lei, di cosa avrebbe bisogno l’Italia?

“Un vero contrasto al dissesto idreologico. Amministratori regionali, provinciali e comunali intervengono solo sulle emergenze. Non prendono provvedimenti prima dei disastri provocati dalle bombe d’acqua, ai quali purtroppo stiamo assistendo anche di recente. Inoltre, anche a nome di tutti i camionisti, chiedo strade e ponti più sicuri. L’8 agosto 2018 ho attraversato il Ponte Morandi di Genova, ho notato che le giunture si erano allentate e ho condiviso un video in diretta. Ma chissà perché il video è scomparso da Facebook…”.

Lei si candida con Alternativa per l’Italia-No green pass. Contro cos’altro è?

“Vorrei premettere che non sono No vax. Non mi sono vaccinato con quella specie di vaccino, ma non sono contro i vaccini. Dopo un incidente con il camion ho fatto l’antitetanica. Io sono contro le restrizioni attuate dal Governo, che ha fatto chiudere molte aziende e licenziare tanti dipendenti. Siamo stati reclusi in casa senza esser stati condannati”.

Se lei diventasse senatore, cosa farebbe per la Ciociaria?

“Anche in provincia di Frosinone tante fabbriche chiuse, troppa gente a spasso, non va affatto bene. Bisogna abbassare seriamente le tasse alle ditte che assumono. Almeno per cinque anni, ma per chi assume a tempo indeterminato. Inoltre, rispetto alla protezione civile, riserverei grande attenzione alla messa in sicurezza delle montagne e alla sistemazione dei corsi d’acqua”.

Qual è il suo personalissimo appello al voto?

“Dico ai cittadini di tutta Italia di andare a votare per il vero cambiamento. E di ricordarsi quello che ha combinato la sinistra nel 2020 e nel 2021”.

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